Le avventure di Oo

Ciao amici!
…e le avventure di Oo?
…non è “aria”, scusate ma devo correre…
Riuscirò un giorno a raccontarvi di quando la mitica tartaruga incontrò Mowgli, se vi va leggete questa storia, ora!
vostra t. r.

Scuola, Ingrid unica alunna con tre maestre
Trasquera (Verbano Ossola Cusio), 15 settembre 2016 – HEIDI in realtà si chiama Ingrid e abita a Trasquera, paese mignon dell’Ossola. Unica alunna di una scuola elementare che doveva essere cancellata dalla spugna burocratica del ministero. E invece è stata salvata dall’amministrazione comunale. Frequenta la classe quinta: una sola scolara con tre insegnanti: la maestra (signora maestra, quanti ricordi in queste due parole) Monica Egoli, l’insegnante di inglese Lisanna Cuccini, e quella di religione Pieranna Romussi. Trasquera, ultimo paese della Valle, a una manciata di chilometri dal confine con la Svizzera. All’inizio del secolo scorso, prima che iniziasse la diaspora della manodopera, i residenti erano più numerosi che a Domodossola. Oggi sono 270 su una superficie di quasi 40 chilometri quadrati. Un centinaio gli emigrati, in Svizzera, Francia, Argentina. Le sagome imponenti del Monte Rosa, del Leone, del Cistella, vegliano su paesi spopolati e alpeggi verdeggianti. «Alla fine dell’ultimo anno scolastico – dice Arturo Lincio, agronomo e sindaco al terzo mandato – la dirigenza scolastica ci ha segnalato che non c’erano la condizioni per mantenere la classe e quindi che la nostra scuola doveva chiudere. Ci siamo subito attivati con la Regione Piemonte perché fosse applicata la legge regionale sul mantenimento dei servizi scolastici nel territorio montano. Abbiamo fatto presente che siamo a 1.100 metri, che la strada per il fondovalle è tortuosa e può diventare impraticabile nei mesi invernali, con la neve, che non disponiamo di uno scuolabus. Abbiamo sottolineato che l’anno prossimo avremo due scolari, nel 2018 saranno cinque, nel 2021 arriveranno a nove. Ci è stato assegnato un contributo. Noi ci abbiamo messo del nostro. La scuola è rimasta».
IL PAESE ha preservato le sue elementari e Ingrid Quaresima è tornata a sedersi al suo banco, quello che divideva con l’amica Marica. Tutto a portata di voce perché il comune dove lavora mamma Elia e la scuola sono nello stesso edificio. Bella storia. Sarebbe piaciuta a De Amicis. Nell’unica aula maestra e allieva stanno rivedendo i compiti delle vacanze. Superata la timidezza iniziale, Ingrid fa pierre. Idee chiare sul presente, prospettive ben delineate per il futuro. «Le materie che preferisco sono scienze e matematica. Da grande voglio fare la cuoca oppure la pasticcera. Le mie specialità sono la frittata e il riso al radicchio». L’insegnamento è escluso? «La maestra no. Troppo casino». Studiare le piace. Si stupisce e si rammarica che sia già arrivata la pausa di mezzogiorno. Un attimo di ripensamento, da bambina avveduta. «Mamma, mi potevi dire che venivano i giornalisti. Mi preoccupa di finire sul giornale. Bisogna stare attenti. Ho paura di sbagliare». Insieme da sempre, Ingrid e la maestra Monica trascorreranno a scuola ventidue ore ogni settimana. Il tu reciproco è quasi d’ordinanza. Con il tempo è nata la confidenza. La bambina parla all’insegnante degli animali che alleva il nonno, le racconta dei dispetti che deve subire dalla sorellina più piccola. «Anche se avessi venti alunni – dice Monica – non darei una impostazione formale, rigida. L’importante è il rispetto e questo non è mai mancato. L’impostazione della giornata è quella classica, con anche l’intervallo. Una cosa importante. I nostri scolari non sono mai stati degli isolati. L’anno scorso hanno partecipato con la quinta elementare di Varzo a un progetto sull’Odissea. Vanno in gita con gli alunni di Varzo. Partecipano alle prove di verifica con tutti gli scolari del circolo didattico».
BELLA storia. Piccola fiaba di montagna. Anche se il sindaco Lincio ha uno strale amaro da lanciare. «Pare di assistere ad azioni deliberate che provocano lo spopolamento dell’arco alpino, la fuga delle giovani coppie, la chiusura delle scuole, dei presidi medici, dei negozi. I finanziamenti vanno alle città, dove ci sono i grandi numeri e anche i grandi voti. Poi ci dicono che le nostre elementari devono smettere di esistere. So di posti dove ci sono tre scuole a 500 metri di distanza una dall’altra e dove i genitori pretendono lo scuolabus». De Amicis si rabbuia. Ma subito ripensa alla storia di Ingrid e ritrova il sorriso.

-Gabriele Moroni