Un anno strano questo per me, il primo come Capogruppo, il primo senza fare servizio attivo con i bambini. Un anno pieno di novità, qualcuno direbbe di fatiche, io preferisco dire di rinnovamento, di buoni propositi, di grandi progetti e non ultimo di ricorrenze.
Ricorre infatti quest’anno il Centenario dello Scoutismo Cattolico a Busto Arsizio, cento anni da quando un gruppo di ragazzi dell’età dei miei figli inaugurò nel territorio del nostro Comune l’Avventura Scout che riecheggia ancora nelle nostre sedi, nelle nostre strade e nei cuori dei piccoli, dei giovani e degli adulti che non hanno mai smesso di credere nell’efficacia della pedagogia scout.
Di tempo ne è passato da allora e si può dire che è successo proprio di tutto. La storia dello scoutismo è passata anche di qui, anche per le vie di Busto Arsizio, nessuno può dirsi immune, nessuno ne è escluso ed è proprio per questo che questa ricorrenza ha un valore. Ma un valore che non sancisce tanto il traguardo, ma che segna un percorso, ci fa intravedere una via, ci permette di andare avanti nella strada, perché siamo sicuri del sentiero tracciato da altri fino ad ora.
Senza quei giovani di cento anni fa, dei loro capi e dei loro assistenti ecclesiastici come potremmo dire: “io sono scout?” Cos’è che vale veramente in ciò che facciamo, che sia partecipare come bambino, ragazzo e giovane alle attività scout o proporre queste attività come Capo, come Comunità?
Credo fermamente che il valore della proposta educativa scout non risieda tanto in ciò che facciamo, nelle belle attività che proponiamo ai ragazzi e nemmeno nei risultati tangibili che otteniamo vedendoli impegnarsi nell’essere dei buoni cittadini. Credo piuttosto che il valore dello scoutismo si esprima in quel “lasciare” il mondo un po’ meglio di come l’abbiamo trovato, dove proprio il termine “lasciare” identifica quel testimone che di giorno in giorno, di anno in anno, di secolo in secolo tramandiamo gli uni agli altri.
Quegli esploratori di cento anni fa si sono indubbiamente divertiti nella giovinezza, hanno superato grosse difficoltà, si sono sposati, hanno messo su famiglia, si sono impegnati all’interno della società civile e sono poi ritornati alla casa del Padre consentendo alle generazioni future, una dopo l’altra di proseguire nel grande sogno di Baden Powell.
È questa l’eredità che voglio raccogliere, insieme a tutti i Capi della mia Comunità e con tutti i ragazzi scout del nostro Gruppo, dopo Cento anni di scoutismo: che possano le future generazioni continuare sulla strada che anche noi stiamo contribuendo a tracciare e che prima di noi altri hanno iniziato.
Buona strada.
Sara Michela Lualdi