Volevamo informare che, per colpa di un disguido interno alla redazione, questo articolo non è stato pubblicato sul precedente numero del Tuttoscout come deciso in precedenza.
Per questo motivo alcune informazioni sono leggermente datate, come il fatto che noi già stiamo usufruendo della derattizzazione e delle nuove porte installate all’interno del macello, che nell’articolo sono descritte al futuro.
Ci scusiamo coi lettori ed in particolare coi ragazzi del clan che ci hanno consegnato questo bellissimo articolo che ben enfatizza, ad un livello molto concreto, quanta strada ha fatto l’associazione in questo periodo e quanta ancora ne rimane da fare in futuro.
La redazione
Caro lettore,
se stai leggendo questo giornalino significa che fai parte del Busto 3!
Penserai: “Ma lo sanno anche i muri!”. Ed è questo uno degli argomenti di cui ti vogliamo parlare. Sei proprio sicuro di conoscere tutti i mille segreti della nostra sede?
Ovviamente no.
Condividendo con te la risposta negativa, noi del Clan abbiamo deciso di informarci più approfonditamente.
E così, in una nebbiosa sera di inverno, abbiamo invitato il capogruppo e il tesoriere della CoCa per rispondere alle nostre curiosità.
Il nostro incontro è durato a lungo, ora ti proponiamo le parti più importanti.
Dall’inizio dell’estate 2016 il Comune di Busto Arsizio ci ha concesso (tramite regolare delibera) di utilizzare tutti gli spazi interni ed esterni del nostro amato macello.
È un grande passo avanti, dal momento che precedentemente potevamo utilizzare solo cortili e porticato, ma senza nulla di ufficiale.
Trovandosi una sede così grande, ma allo stesso tempo così problematica, la CoCa ha deciso di affrontare tutte le questioni, anche quelle economiche, in modo comunitario. Per questo sono state create la pattuglia economato e la figura del tesoriere, che a nome del gruppo curi tutti i movimenti di denaro.
Per gestire in maniera trasparente entrate e uscite, il gruppo ha aperto un conto corrente con Banca Etica, fondata anche dall’Agesci e che finanzia associazioni di volontariato in Italia e all’estero.
Questa nuova gestione ci ha permesso, per la prima volta dopo diversi anni, di sanare tutti i debiti riconosciuti.
Ora, consentitecelo, diamo i numeri: l’affitto annuo che il Comune ci chiede è di 12.000€, a cui si sommano le spese ordinarie per le utenze (luce, gas, acqua). Secondo l’accordo, tutte le spese per la manutenzione strutturale della sede vengono sottratte dal canone.
La parte di quota associativa non riservata al censimento, la bellezza di 31.900€, non serve però solo a pagare la sede, ma viene anche destinata ad altro, come volantini, materiale per il gruppo, il fondo di solidarietà (un fondo speciale per chi non riesce a pagare la quota) e anche il giornalino che hai tra le mani.
Tuttavia la quota associativa rappresenta solo una parte delle entrate: circa 6.000€ derivano dagli autofinanziamenti di gruppo, ovvero le cene, mentre altri 3.500€ provengono dai calendari.
Tutti i movimenti vengono tracciati con ricevute e scontrini, e questo permette di tenere un bilancio preciso e aggiornato, reso periodicamente pubblico.
Il nostro capogruppo ci ha poi illustrato quali sono i progetti per il futuro, che sono incentrati sulla messa a norma delle strutture. Spetta infatti a noi far sì che la sede diventi sempre più sicura e vivibile.
Per fare qualche esempio, sono in cantiere la sostituzione delle maniglie delle porte con il tipo antipanico e la derattizzazione.
Probabilmente ti sarà spesso capitato, varcando il cancello di ingresso, di domandarti che cosa sia l’edificio alla tua destra e perche sia inutilizzato.
Ebbene: antico ufficio postale, è stato poi destinato a sede di un’associazione subacquea. Ad oggi è abbandonato, ma con l’appoggio dell’Amministrazione comunale si sta pensando di creare al suo interno un museo dello scautismo bustocco, oltre che uno spazio per ospitare altri gruppi e associazioni che vengono a Busto.
Restando in tema di strutture, la “Casa del Castoro” è ora chiusa perché diventata inagibile. Il Comune di Busto Arsizio è intenzionato a demolirla, tuttavia è vincolata dal Ministero per i beni culturali.
La CoCa è poi intenzionata a ripristinare la struttura del bivacco, riportandolo alla sua funzione originaria di punto di incontro per i genitori.
Dall’incontro abbiamo compreso che la comunità capi ha deciso di intraprendere un percorso maggiormente legalitario e di seguire più strettamente il Patto associativo e le regole dell’Agesci.
Questo però richiede responsabilità da parte di tutti e partecipazione. Noi speriamo che il nostro articolo, seppur in minima parte, possa portare a ciò un contributo utile, informandoti e rendendoti partecipe delle scelte che ti riguardano.
Gazzella loquace, Moscardino sagace, Dromedario esilarante