Sebastiano non ci voleva credere ancora: quando la nonna gli aveva promesso una mancia (aveva detto ancora 50.000 lire, alcuni cambiamenti sono duri da metabolizzare…) per svuotare il sottotetto, aveva pensato che non ne valesse proprio la pena. Eppure ora, aveva l’impressione di aver trovato un tesoro!
Lo aveva sentito raccontare che la nonna aveva uno zio che faceva il prete, il prevosto (chissà poi cosa voleva dire “prevosto”…) a Corbetta, ma sembrava talmente una storia di altri tempi che mica ci aveva mai fatto caso. E ora si ritrovava seduto a gambe incrociate, in una soffitta polverosa, a frugare dentro il baule dei suoi ricordi. Tutto catalogato con la precisione metodica che solo gli uomini di altri tempi avevano. Soprattutto erano conservati con moltissima cura dei “Quaderni delle prediche”, suddivisi per tempi liturgici, ognuno scritto con un colore diverso, rigorosamente con pennino e inchiostro: viola, verde, nero, rosso, giallo scuro (mica si può scrivere in bianco.). Non c’erano date: Sebastiano aveva l’impressione che don Cesare avesse scritto quelle omelie una volta per tutte, ed ogni anno tirasse fuori il quaderno giusto al momento giusto, e tac, pronti via! Tanto lui non se ne sarebbe mica accorto da un anno a quell’altro che diceva le stesse cose, durante le prediche di solito si dorme! Quasi per scherzo, tira fuori il quaderno viola della Quaresima, e comincia a sfogliarlo: sorpresa! Pensava di trovare delle parole vecchie, noiose, polverose! Sì ok, erano scritte un po’ in modo antico (il Nostro Beatissimo Padre per parlare del Papa sembrava un tantino esagerato…), ma che idee geniali!
“Vorremmo fare in modo che i ragazzi possano crescere liberi, dando loro l’opportunità di scegliere bene e di scegliere il bene, prendendo sempre più la ferma decisione di seguire il Signore Gesù, fino alla piena realizzazione di sé, in una felicità che dura per sempre.”. Ma davvero un uomo dei primi anni del 1900 diceva una cosa così attuale?
“La Confessione diventa lo strumento più bello per riconoscersi ogni volta «liberi davvero». È diventata una «abitudine» per i nostri ragazzi?”. Eh, pensa che, come diceva la nonna, ai tempi ci andavano tutti a confessarsi, ti ci portavano la mamma e il papà! Sebastiano forse era andato a Natale, ma mica se lo ricordava bene: era andato alla vigilia, ma poi c’era troppa coda e si era stufato di aspettare… non basta l’intenzione, in questi casi?
“Il cammino quaresimale è fatto per chi è libero davvero. Solo chi sceglie e sceglie il bene può fare propri gli impegni di digiuno, preghiera, elemosina. Che cosa proporre ai ragazzi delle diverse fasce d’età perché scelgano di rinunciare a qualcosa per il bene di tutti, di dedicare ogni giorno uno spazio alla preghiera e di vivere la carità facendosi carico per quanto è possibile della povertà e dei poveri?”. Se pensava per sé, Sebastiano a momenti si era accorto adesso che la Quaresima era iniziata, figurati se aveva fatto qualche buon proposito…
“Il Vangelo è davvero la Buona Notizia: le persone incontrate da Gesù sono state liberate dal male, dall’insicurezza, dal peccato e dalla tristezza. È Lui che ha restituito a ciascuno la dignità e la forza di vivere in modo nuovo, ha chiesto di cambiare vita, diventando «protagonista» della propria esistenza. Non smettiamo di comunicare il Vangelo, nella forma semplice del racconto, trovando occasioni per presentare le persone che hanno saputo fare scelte libere e si sono messi «dietro a Gesù» o «hanno creduto» in Lui.” Ma che vangelo abbiamo letto in chiesa domenica, Sebastiano se lo ricordava? Aveva in mente un Cieco Nano, ma non era mica convinto che il don avesse parlato di un uomo di bassa statura che nemmeno ci vedeva…
Sebastiano era uno che si stufava facilmente, ma quei quaderni un po’ puzzolenti di umido lo avevano catturato. In fondo, tra le ultime pagine c’era una foto del “prevosto”: era vestito un po’ in modo strano, ma alla fine aveva una faccia simpatica…
Don Claudio