Recensione: “La schiera bella, vigorosa e promettente”

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Il secolo scout a Busto Arsizio Non solo un libro sullo scoutismo, il metodo educativo più conosciuto al mondo, non soltanto una declinazione cittadina dell’intuizione del generale britannico Lord Robert Baden Powell, ma anche una serie di primati, se non italiani, certamente lombardi. Un gruppo pilota nel 1915, esperimento di scout cattolici e laici coordinati dall’ing. Carlo Wlassics, poi, nel 1917, il primo gruppo ASCI (Associazione Scaut e Guide Cattolici Italiani) della Arcidiocesi di Milano, creato dal terzetto: don Guglielmo Ballerio, Giuseppe Dal Verme e Alessandro De Simoni (ovvero un sacerdote-escursionista, un patrizio milanese e un ex-atleta e acrobata circense). Un aeropittore futurista, Ivanohe Gambini, maturò la vocazione artistica nel CNGEI (Corpo Nazionale Giovani Esploratori Italiani) di Busto Arsizio; il Commissario CNGEI Ettore Bottini cadde sul Campo dell’Onore nel 1917. Poi, all’epoca di don Paolo Cairoli, l’inevitabile resa al regime fascista nel 1928, che coinvolse anche il bustese cardinal Eugenio Tosi. Anni dopo, sulla scia delle ben più note Aquile Randagie milanesi (gli scout clandestini) si ebbe, nel rione S. Michele, un coraggioso esperimento analogo, dal 1944 al 1945, per merito di don Romano Cesana. Il fitto intreccio tra i partigiani cattolici della Divisione Altomilanese ed i rifondatori dell’ASCI Busto Arsizio 1°, ovvero un cappellano militare (don Giuseppe Ravazzani) ed un veterano della Seconda Guerra Mondiale (Ugo Chierichetti), fecero sì che il 26 aprile 1945 lo scoutismo bustese rinacque alla luce del sole, con una rapidità  straordinaria. Il maggio del 1947 Busto fece da sfondo alla visita del Capo Scout mondiale, John S. Wilson, con gli scout bustesi e milanesi. Nei decenni del dopoguerra un’istituzione vivente dello scoutismo lombardo, monsignor Enrico Violi, trascorse a Busto la vecchiaia, praticando scoutismo. Nello stesso anno la morte del sedicenne Giancarlo Brusatori; al cimitero la bellissima statua bronzea dell’esploratore. Tra gli anni ’60 e ’70 nacque a Busto Arsizio anche la controparte femminile: l’AGI (Associazione Guide Italiane) che confluì nel 1974 nell’AGESCI con la parte maschile. Nacque il MASCI cittadino (Movimento Adulti Scout Cattolici Italiani). La Politica portò alcuni dei “nostri” esploratori a diventare senatori e ministri; uno di loro ebbe la sorte di incontrare e conoscere John F. Kennedy. Negli ultimi decenni all’AGESCI Busto Arsizio 1° si aggiunsero altri due gruppi, il Busto Arsizio 3° ed il Busto Arsizio 5°, che tutti assieme, rappresentano l’eredità  dei primi ragazzi esploratori di cento anni fa, che, sempre in tutto l’arco del secolo, praticarono nei confronti del prossimo i valori cristiani del servizio ai più deboli, del rispetto dell’ambiente e dell’impegno civico. Qui sotto un estratto scritto nel 2007 sulla fondazione del nostro Gruppo.

Fondazione del Busto Arsizio 3°, detto “BustoTre”, anno 1980:

L’AGESCI Busto Arsizio 3° muove i suoi primi passi nel 1980 e ben presto si inserisce saldamente nella realtà  cittadina, diventando in poco tempo il gruppo scout più grosso d’Italia con i suoi 500 iscritti. Da allora opera attivamente non solo in città , ma anche nei comuni limitrofi dell’Altomilanese e della Valle Olona, fornendo una proposta educativa importante ed attiva, collaborando fattivamente con le amministrazioni locali e le altre agenzie educative presenti sul territorio. La sua prima sede era nella villa di Via Magenta angolo via Espinasse (dove c’era già  parte dell’R/S del Busto 1°), prima di spostarsi nell’attuale. Con il passare degli anni il “BustoTre” acquisisce, via via, una presenza sempre più vistosa nel panorama cittadino, sia per la vastità  del gruppo (il più numeroso d’Italia, inclusa la presenza, rara nel territorio, dei Castorini, i bambini sotto gli 8 anni), sia al suo bacino di utenza. Il gruppo nacque per volontà  di Agostino Valentini, già  capo gruppo del Busto 1°, che è tuttora il Capogruppo (forse il più longevo d’Italia, con 27 anni di gestione ininterrotta); sempre dal Busto 1°, ma non solo, vennero “arruolati” diversi ex-capi scout, che avevano abbandonato l’attività. Il gruppo ha vinto il concorso dei calendari scout più volte, ed ha promosso con successo diverse iniziative quali: l’intitolazione a Busto Arsizio di una Via Baden Powell. Ecco come Agostino Valentini racconta gli inizi: <<Nel febbraio del 1980 ho fondato il Busto tre perchè nella comunità  capi del Busto 1 di allora c’erano opinioni diverse, ed a un certo punto non mi sono più riconosciuto nelle loro scelte; me ne sono andato da solo quando rivestivo la carica di capo gruppo. Dapprima mi ha aiutato un mio amico: Ettore Carpena, capo del CNGEI di Livorno, e spargendo la voce abbiamo cominciato a formare una piccola comunità  capi di 4-5 persone. Abbiamo iniziato con il branco Khanhiwara, formato solo da maschi. La seconda unità  fu il reparto Oberon, seguita poi dal branco Seeonee formato solo da lupette. Poi arrivarono gli Antares branco maschile seguiti dalle coccinelle. Poco dopo ci furono i mitici Tikonderoga, primo branco misto, con il reparto Sirio, che non era il reparto che oggi ha lo stesso nome. Seguirono il primo Noviziato e quindi il primo Clan. Poi piano piano si formò tutto il resto che oggi vediamo. Infine, nel 1989, fondammo la prima colonia di castori. Il fazzolettone [venne scelto di colore blu - N.d.A.] l’ho scelto per ragioni affettive in quanto è anche il colore del fazzolettone del Busto 1, mentre il viola, più propriamente lilla, l’ho scelto perché è un colore associativo e ben risaltava sul blu. Il leone medioevale èun simbolo che vuole rappresentare le virtù di giustizia, forza e saggezza. Lo stesso Baden-Powell, nei suoi scritti, fece più volte riferimento alla simbologia medioevale per descrivere i valori che ispiravano il movimento scout. Si può notare che molti nomi di unità  (ad eccezione di Oberon, il shakespeariano re delle fate, e Tikonderoga, legata alla Rivoluzione Americana) sono identici alle intitolazioni del Busto 1, un segno affettivo come il fazzolettone. La perfetta corrispondenza tra gli anni dimostra che il Busto Arsizio 1° cancellò quelle intitolazioni (“Khanhiwara” e “Antares”) esattamente nel momento in cui il Busto Arsizio 3° le aprì. I 2 branchi divennero rispettivamente “Altair” e “Sirio” Nel 1983 il BustoTre fonda l’AGESCOUT, l’associazione dei genitori e degli amici degli scout, che collabora con il gruppo nella gestione della sede e nella realizzazione degli eventi di gruppo. Tali eventi hanno lo scopo di mantenere “in forma”l’associazione, cioè aumentare la partecipazione, il coinvolgimento e la reciproca conoscenza dei genitori. Alcuni eventi sono anche l’occasione per “fare un po’ di cassa”. Le attività  rappresentano l’aiuto pratico, concreto, visibile e continuativo da parte dei genitori alla vita del gruppo BustoTre. L’Agescout si fa carico di alcune attività  altrimenti demandate alle varie unità  (es. manutenzione e pulizia del parco, montaggio e smontaggio del tendone, gestione della segreteria ecc.) in modo da lasciare più tempo, ai capi e ai ragazzi di concentrarsi, sulla realizzazione dei progetti educativi e sui giochi. In genere la maggiore richiesta di attività  coincide con gli eventi ricorrenti del Gruppo. Un esempio di attività ? La riunione mensile genitori Agescout” commenti, incarichi e programmazione ogni primo mercoledì del mese, ore 21 in Villa Comerio;  ritrovi operativi settimanali sabato pomeriggio;  lavoretti secondo il tempo e la disponibilità  di ciascuno. Aspettando i figli, con un impegno da 15 minuti a due ore;  Informazioni, accoglienza e grande incoraggiamento per i più timidi Al BIVACCO. Ogni sabato pomeriggio. La voce del gruppo è poi diffusa dalTUTTOSCOUT, il periodico redatto attraverso la collaborazione di capi, genitori e ragazzi, che ormai ha oltrepassato il n° 100, facendo conoscere temi scout, di spiritualità , interviste con personaggi cittadini o con ex-scout, riflessioni, ricette, ecc.