Benvenuti cari amici ed amiche ancora una volta sulle pagine di generazione X.
Questa piccola formula, che ormai uso da anni e che, vi dirò, è un ottimo antidoto al tipico “terrore della pagina bianca” era nata con l’intento di essere accogliente ed inclusiva: in essa si dà il benvenuto ad entrambi i sessi messi, per quanto l’ordine della lettura possa permetterlo, esattamente sullo stesso piano.
L’idea di trattare tutti nella maniera il più equa e priva di pregiudizi possibile è sempre stato un ideale che ho sempre cercato di rispettare nel corso della mia vita e la sua importanza è per me aumentata quando, dopo essere diventato capo, mi sono trovato a dovermi relazionare con tantissimi ragazzi diversi: mi sono trovato ad interagire con adolescenti timidi, esuberanti, astuti, inconcludenti, ed a dover trattare tutti loro allo stesso modo, ma anche diversamente, cercando di ottenere il giusto bilanciamento fra la capacità di mettermi nei loro panni ed il mantenermi distaccato per poter trovare una soluzione oggettivamente corretta ai loro problemi. Non importa se la problematica fosse la scuola, delle tensioni in famiglia, la mancanza di denaro o quant’altro, si fa il possibile per trovare una soluzione cercando, nei limiti della ragionevolezza, di venire incontro non solo ai bisogni del ragazzo ma anche di rispettare quello che lui percepisce come importante.
Per questo trovo genuinamente avvilente quando, di fronte ad alcune prese di posizioni dei ragazzi che evidentemente sono costate loro molto ragionamento, non poco coraggio e che andranno inevitabilmente a modificare profondamente come loro stessi si vedono e forse anche di più come il mondo esterno interagirà con loro, ci sono capi la cui reazione è chiedersi “Non è che lo sta facendo per attirare attenzione?”.
Ad onor del vero, è una possibilità: tutti abbiamo avuto dei periodi più o meno fuori dal comune durante l’adolescenza, ma questo mi sembra il modo peggiore per affrontare la questione.
Innanzitutto perché mi pare irrispettoso nei confronti del ragazzo. Può anche darsi che nel lungo termine si tratti solo di una bislacca fase adolescenziale ma, nell’adesso che vive il ragazzo, quella fase è, a tutti gli effetti, ciò che lui è: perché non considerarlo seriamente?.
Secondariamente perché, trattando il tutto come il capriccio di un momento, rischiamo di alienarci il ragazzo e di lasciarlo da solo proprio nel momento in cui più può aver bisogno di noi: sono sicuro che per molti gli scout siano stati una zona sicura nella quale rifugiarsi quando il mondo esterno sembrava esserci nemico: in attività potevamo sfogarci rispetto ad un ambiente casalingo troppo ingessato, o era dove potevamo mettere a frutto capacità mentali e manuali che la scuola non ci chiedeva di usare; per me era il luogo dove potevo semplicemente essere me stesso, in contrasto con un ambiente scolastico che mi voleva, ad ogni costo, amalgamato alla norma.
E questo è nulla rispetto a quello che deve passare un ragazzo che si renda conto di provare sentimenti per quello che, ancora per molte persone, è cinsiderato il sesso sbagliato, e questi ragazzi meritano di trovare negli scout un posto aperto, costruttivo ed accogliente, come lo abbiamo trovato noi.
L’ultimo, fondamentale motivo per cui non dovremmo prendere con leggerezza queste problematiche dei nostri ragazzi è che, che ci piaccia o meno, questo è solo il primo gradino. Il mondo sta cambiando molto in questo senso e, se a noi che facciamo gli educatori è chiesto semplicemente lo sforzo di accettare il cambiamento, per molti nostri ragazzi l’incertezza del cambiamento è la loro realtà quotidiana, in cui sguazzano molto meglio di noi: oggi scoprono di provare sentimenti per il loro stesso genere, dopo inizieranno a chiedersi se i vestiti che portano rispecchiano veramente chi sono dentro, e così via finché, un giorno, ci troveremo col problema di capire quale, dei due possibili patacchi cucibili sul taschino destro, sia giusto dare al ragazzo.
La risposta non sarà semplice e richiederà un lungo e profondo dibattito: tanto vale iniziare a portarci il più avanti possibile.
Tricheco Birbante.