Come definireste la gioia? Non parlo delle grasse risate che nascono da un battuta epica del nostro amico o dal ricorrente film comico di Aldo, Giovanni e Giacomo.
No, vorrei parlare della gioia che nasce dalla semplice condivisione di storie, pensieri e azioni tra singoli individui; parlo della gioia che si può respirare solo osservando l’apertura di una persona verso un’altra, pur non avendo alcun legame apparente.
Questo è solo uno scorcio del servizio che abbiamo svolto di clan qualche sabato fa, presso “Ca’ Nostra di Cornaredo”, una casa alloggio per malati di AIDS. Gli ospiti non hanno punti di riferimento familiari o abitativi o si trovano in condizione di non poter essere assistiti dai loro familiari: la struttura mira al miglioramento delle condizioni e della qualità della vita degli ospiti, riferito non soltanto agli aspetti fisici o psichici, ma anche al recupero della dignità personale e quindi anche nell’ambito esistenziale (aspetti sociali, etici e spirituali).
Innanzitutto c’è da dire che un incontro del genere ha avuto un grande riscontro sulla nostra crescita personale, in particolare per quanto riguarda la disinformazione legata ad AIDS e HIV. La casa alloggio è stata fondata negli anni 80, in un periodo in cui dell’AIDS non si sapeva ancora molto e questo generava paura e sicuramente un atteggiamento ostile. Oggi c’è molta più informazione riguardo la malattia, i diversi aspetti che la concernono e fortunatamente non si pensa più (almeno nella maggioranza della popolazione) a coloro affetti da questa malattia negativamente, come a qualcosa di infettivo e quindi da evitare.
Non è tuttavia qualcosa che va dato per scontato: è importante continuare ad abbattere questi pregiudizi ed essere testimoni di nuove realtà ed esperienze.
E non è difficile farlo! In un semplice pomeriggio di febbraio siamo riusciti a creare un bell’ambiente con i 9 ospiti della casa e gli educatori presenti, semplicemente sfruttando qualche gioco tipico di un bivacco scout, qualche canzone con le chitarre e una bella sfilata di moda.
Queste persone si sono presentate a noi nella loro purezza, mostrandosi come libri aperti e accogliendoci come fossimo amici di lunga data.
Uno di loro ci ha fin da subito mostrato la sua grandissima dote da poeta, recitandoci nel corso della giornata almeno 15 poesie scritte di suo pugno nel corso degli anni (e ve ne sono molte di più!). Una che ci ha colpito particolarmente si chiama “L’amore è immenso” e recita:
Immenso è l’amore,
se dolce come il polline di un fiore.
Immenso è l’amore,
se nasce dal cuore.
L’amore solo immenso se la propria umiltà
e dovere lo si porta dentro.
Immenso è l’amore, perché tutto ha una ragione.
“Immenso è l’amore” che ci è stato trasmesso nell’arco della giornata passata con queste persone stupende e piene di storie ed esperienze che hanno condiviso con noi.
Non penso si possa quantificare la ricchezza di questo incontro, tanto per noi quanto per loro, che hanno espresso e trasmesso la loro gioia in tutti i modi possibili:
“Grazie per essere venuti, vi voglio bene”; cosi ci hanno salutato e si è conclusa la nostra esperienza di servizio. Non sempre si è abbastanza forti per ricevere un ‘grazie’ di tale portata detto da persone estremamente sensibili e che hanno la tenacia di tenere testa ad una malattia.
Proprio come uno dei punti della legge scout cita e cioè che ‘la guida e lo scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà, tutti siamo stati in grado, grazie a questa esperienza, non solo di guardare il mondo da un’altra prospettiva, ma di trovare la bellezza nelle piccole cose che se assaporata rende trascurabile ogni avversità.
Mangusta sgargiante
Donnola fidata
Ocelot creativo
Cerbiatto loquace
Ermellino sognatore
Tigre meticolosa
Civetta perseverante
Rinoceronte caparbio
Upupa alacre
Panda rosso affidabile
Geco versatile
Gufo irreprensibile