San Paolo, scrivendo alla comunità di Filippi, diceva: “Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù”.
Anzi, più precisamente:
Rendete piena la mia gioia con l’unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a se stesso, senza cercare il proprio interesse, ma anche quello degli altri. Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù…
Vedete, quella che B.-P. proponeva ai suoi scout non è una domanda retorica, un appello a un indistinto buonismo, un generico “fate i bravi”. Ci invita, piuttosto, a renderci conto che l’insegnamento di Gesù è concreto, che la nostra vita è chiamata a confrontarsi con la sua nelle scelte quotidiane.
Mi piace che Paolo parli dei sentimenti di Gesù perché ci ricorda che non si tratta soprattutto di fare delle cose, quanto piuttosto di portare nella mente e nel cuore il dono d’amore di cui Gesù ci ha fatto destinatari.
Abbiamo anche davanti due luminosi esempi di come sia possibile mettere in pratica questa cosa, e di come il confronto con Gesù non ci carichi tanto di pesi e di impegni quanto di gioia e di entusiasmo.
Il primo è B.-P., il secondo è don Bosco: due uomini semplici che, portando nella loro vita questa domanda hanno costruito grandi storie ma soprattutto hanno portato a molti il sorriso di Dio. Come può fare ciascuno di noi.
don Matteo