Ti serve una pacca sulla spalla, Charlie Brown!

Novembre è finalmente arrivato, ed ha portato con sé un cielo quasi sempre plumbeo e raffiche di freddo che solo i più coraggiosi, o i meglio coperti, si azzardano ad affrontare.
Ma non tutto è perduto, se infatti le avventure fruibili all’esterno diventano meno numerose per via del clima freddo, ecco che vengono in nostro soccorso le avventure create dalla fantasia, sotto forma di un buon libro o, perché no, di un nuovo film in uscita che la pubblicità preme a non farci dimenticare.
Questo mese pare infatti particolarmente ricco di titoli che avranno sicuramente forte presa sul pubblico, come i nuovi film di Hunger Games, James Bond, il nuovo film della Pixar coi dinosauri, e tutto questo senza scomodare il gigante “Star wars: episodio VII” in uscita a Dicembre.
Tra tutti questi film, però, uno in particolare ha stimolato la mia attenzione e la mia curiosità, cioè il film dei Peanuts.
Che, per quelli forse più giovani che non lo sanno, non sono delle arachidi ma bensì il nome collettivo col quale ci si riferisce a Charlie Brown, Linus, Lucy Van Pelt, Piperita Patty e naturalmente il turbolento bracchetto Snoopy.
L’elemento che più mi preoccupa, di questo lungometraggio che sembra ruotare attorno alla figura di Charlie Brown, è che il bambino protagonista possa… vincere.
Non fraintendetemi, non provo uno strano, sadico piacere nel vedere il giovane padrone di Snoopy fallire, ma la verità è che il forte del personaggio di Charlie Brown, quello cioè che gli ha permesso di conquistarsi un cantuccio fisso nel cuore di milioni di lettori, e che rende così facile immedesimarsi in lui è proprio questo: il fatto che debba sempre rapportarsi con la sconfitta, come spesso è capitato di dover fare anche a noi. Con però l’immancabile appendice, piccola ma fondamentale, che Charlie Brown non si arrende mai.
Proprio questo è il bello del bambino dalla testa rotonda, che non importa che la sua migliore amica gli tolga il pallone da rugby da sotto i piedi, che il suo migliore amico preferisca lottare con Snoopy per una coperta piuttosto che giocare con lui, quante partite di Baseball siano state sospese per pioggia o quanti aquiloni gli siano stati divorati dall’albero dietro casa, lui continua imperterrito, e forse (ma in maniera del tutto personale) addirittura fiducioso, ad affrontare il futuro a testa alta.
Del resto, Charlie Brown non è veramente un fallito. è il capitano della squadra di baseball del quartiere, ha un sacco di amici che (benché a modo loro) gli vogliono un gran bene, e l’unica volta che si è allontanato dal suo quartiere, per andare al campo estivo, ha avuto un successo strepitoso (benché con un sacchetto di carta in testa).
Il problema è che Charlie Brown non riesce a vedere tutte queste sue vittorie perché, a differenza di quanto accade negli altri fumetti, e come invece succede quasi sempre nella vita reale, nessuno gli dice quando ha conseguito una vittoria. Nessuna medaglia, nessun banchetto, nessuna premiazione. A volte neanche un complimento, solo la soddisfazione di aver fatto del proprio meglio.
Ma, almeno sotto questo punto di vista, noi scout abbiamo la nostra personalissima soluzione al problema. Ogni pagina di questo Tuttoscout è piena di facce colorate di ragazzi e ragazze a cui è appena stato detto, sopra alla traballante pedana lignea di un ponte, che ce l’hanno fatta; che hanno portato a compimento qualcosa, e che ora qualcosa di ancora più grande li attende*.
Questa è la vera magia dei passaggi, che con la loro fisicità, con la loro mera presenza, permettono a tutti noi di vedere fin dove siamo arrivati nel nostro percorso, e quanto ancora possiamo intraprendere.
Chissà, forse se Lucy si fosse avvicinata un giorno al nostro eroe in maglietta gialla, dicendogli “Complimenti, sei il nuovo capitano della squadra di baseball, Charlie Brown!” il bambino avrebbe guardato al futuro con un po’ più di ottimismo, conscio dei risultati raggiunti.
O, più probabilmente, Lucy avrebbe aggiunto subito dopo “Ora non ti resta che diventare un buon capitano” ma sono sicuro che il padroncino di Snoopy non si sarebbe fatto abbattere più di tanto perché, inavvertitamente, Charlie Brown segue nella sua vita quotidiana quello che è uno dei miei punti preferiti della legge, che insegna a ridere e cantare anche nelle difficoltà.
Che, forse con qualche “misericordia!” in più, è esattamente quello che Charlie Brown ha sempre fatto, e sempre continuerà a fare.

 

Tricheco Birbante

 

*Il numero cartaceo di novembre del Tuttoscout è dedicato anche alle immagini di coloro che hanno compiuto un “passaggio” di branca.