17/09/2016 una data che non credo scorderò, nulla di particolare, il mondo non è finito, ho scelto di scegliere, ho scelto di partire.
Confesso che non ho molte idee su cosa scrivere in questo articolo, non lo faccio spesso; decido quindi di raccontare ciò che questa scelta è per me.
Ripercorrendo fino agli albori il mio percorso scout, riconosco che c’è sempre stata una costante che mi accompagnava: l’essere costantemente bombardato da esempi di vita, i quali mi hanno portato a maturare la mia scelta di Partenza. Una scelta delineata soprattutto in questi ultimi anni passati in Clan, dove tra alti e bassi sono riuscito a conoscermi veramente.
La mia scelta di Partenza, in un certo senso si può riassumere in una parola: “Testimonianza” e non mi riferisco a quella giuridica bensì all’atto di trasmettere ad altri i propri valori, il proprio modello di vita. È questo che ho scelto per me, è questo che voglio essere: testimone. Aggiungerei anche che lo voglio fare qui, dentro lo scoutismo, in qualche modo anche per “ripagare” ciò che questo movimento, questa famiglia mi ha dato.
Tornando a pensare agli anni passati da educando ci sono alcune cose che ho imparato e mi piacerebbe fossero le prime cose che “insegnerò”. Non sono molte né tanto meno complicate da comprendere, tra queste però la più importante è sicuramente volersi bene perché se non mi amassi non potrei voler bene a qualcun altro; strettamente collegato a questa c’è l’umiltà, lo scoprirsi fallibili e accettare i propri limiti e le proprie debolezze e cercare si superarli, è una cosa che, almeno secondo me, è piuttosto difficile imparare da piccoli, siamo troppo distratti dall’ambizione di essere il migliore che non capiamo, non riusciamo a imparare dalle sconfitte e dalle cadute. Se ora, al termine di tre anni di Clan posso dire di aver imparato qualcosa è proprio questa, la consapevolezza di essere fallibili.
Salutando il Clan ho voluto assumermi un impegno, l’ho definito una “missione”, nei miei confronti e nei confronti del mondo da portare a termine con sorriso, testa e cuore: rendermi e renderlo un po’ migliore. Ho voluto condividerlo con tutti per rendervi testimoni di questa scelta cosicché ne siate partecipi tutti voi, perché da solo non posso farcela.
In conclusione vorrei condividere l’ultima cosa che ho imparato, 4X400 è una gara di atletica, una delle poche dove si corre di squadra e forse la più faticosa tra queste ultime, con questo voglio dire che senza il lavoro di squadra non si può vincere, e bisogna imparare ad avere fiducia nei propri compagni di viaggio/gara/caccia/sentiero/strada per arrivare al successo.
Giorgio Lualdi, Cinghiale Caparbio