Ciao a tutti,
Da un anno a questa parte mi sono ritrovato a prendere la decisione, forse, più difficile che ci sia nell’ambiente scautistico. Prendere la famosa partenza associativa o salutare il clan? Ebbene, dopo un lungo percorso, il 7 ottobre, ho preso la partenza. Ho lasciato il clan, e quindi messo un punto a un capitolo della mia strada scautistica personale durato ben 5 anni. Ho lasciato il clan per tuffarmi in una nuova avventura, l’entrare in CoCa e mettermi al servizio dei più piccoli. Più che dei festeggiamenti, però, vorrei parlare del mio percorso scautistico che mi ha portato alla fatidica decisione. Il mio primo ricordo legato al mondo scout risale circa a 17 anni fa: dove un signore tuttobaffi mi si avvicina e, prendendomi per mano, mi porta all’interno della colonia e da lì cominciai a imparare ban, canzoni e iniziai a cambiare coda e a fare tante altre cose. Qui imparai soprattutto ad essere autonomo nelle piccole cose come per esempio fare il sacco a pelo. Da lì passarono 4 anni e mi ritrovai nei lupetti: tante litigate e tanti sorrisi, ma soprattutto tanti insegnamenti. Qui imparai ad essere cortese e, in prevalenza verso la fine, ad essere al servizio dei fratellini lupetti più bisognosi o con problematiche. Venne il tempo del reparto e mi vennero trasmesse svariate nozioni (dalla pioneristica, alla sopravvivenza, all’essenzialità ). Diventai competente in più campi, ma un elemento essenziale di quegli anni furono gli amici e la solidarietà fraterna all’interno del reparto. E qui, arrivai ai 5 anni di noviziato/clan: svariati i temi trattati, tante le ore passate a dialogare e scambiarsi opinioni ma molte le prese di posizioni come comunità che ci plasmarono anche come singoli. Potrei dirvi molte cose riguardo questi indimenticabili 5 anni fatti anche di zaino che ti sega le spalle, pioggia giorno e notte in route, cibo in busta cucinato sul fornellino e canoa o bici difettosa, ma anche di fuochi di bivacchi unici, comunità e fratellanza. Sono stati 5 anni di coraggio, come ripetevo durante il momento del partente (un’attività organizzata da chi lascia il clan): coraggio di amare, coraggio di fare la cosa giusta, coraggio di pregare, coraggio di rialzarsi e ripartire con lo zaino in spalla sono solo alcuni esempi. Bisogna avere il coraggio, che come scout ci è richiesto, durante le nostre attività ma anche nella quotidianità . Questo mi ha insegnato la vita di clan. In questi 5 anni di clan (Brugo, Kypsele, Nadir o Zenit che sia) le emozioni sono state tante, e tutte hanno creato un lato del mio carattere contribuendo a creare il cocktail che oggi tutti conoscete come Michi. La strada percorsa assieme è stata lunga e con molte salite, ma in fondo si sa, continuo citando la lettera che scrissi: alla fine la strada verso mete lontane è solo il modo più efficace per avvicinare le persone. Lo scoutismo è un cocktail. Un cocktail composto da: essenzialità , amicizie vere e durature, freschezza, competenza, dinamicità, giovanilità, odori e profumi (nessun profumo vale l’odore di quel fuoco), fede, divertimento e CORAGGIO.
Procione Brioso
“Il Michi”