Come si diventa un buon capo? Come si capisce se ciò che si sta insegnando ai ragazzi è assolutamente corretto e se le decisioni che si prendono diano i risultati migliori?
Forse è l’esperienza, forse bisogna leggere libri e ascoltare coloro che sono più esperti… forse il modo migliore per capire queste cose, e quindi differenziare un insegnamento corretto da uno sbagliato, è il confronto. Crediamo che il confronto sia lo strumento più adatto per interagire meglio con gli altri. Attraverso il dialogo e l’esperienza comunitaria noi possiamo crescere come persone responsabili, in grado sia di dare, sia di ricevere valori e sani principi.
Dopo aver preso la partenza oltre a tutte le varie componenti che un partente dovrebbe avere, egli sa che è all’inizio di un nuovo cammino, ha già gettato le fondamenta, ma l’edificio è ancora da costruire; e quale strumento migliore possediamo, se non il dialogo? Infatti una recente ricerca ha dimostrato che il più importante elemento che ha permesso all’uomo di sviluppare in modo così sorprendente le proprie capacità mentali e di migliorare le proprie conoscenze è riconducibile alla crescente interazione tra le persone.
È necessario perciò un confronto con i capi per capire, tramite le loro esperienze, quali scelte potrebbero essere le migliori; è indispensabile anche dialogare con i ragazzi per apprendere se dal loro punto di vista siamo dei buoni testimoni dei valori scout; è importante infine effettuare un cammino personale di fede, per poi condividerne l’esperienza con gli altri.
Condividere le proprie idee e pensieri non è facile; qualcuno potrebbe aver paura che quello che si sta per dire sia sbagliato o che per una parola di troppo si possa ricorrere all’ira o allo sdegno di chi ascolta. Bisogna eliminare questi pensieri dalla propria testa e parlare con gli altri senza paura, cominciando magari con le persone con cui ci si trova meglio, per poi riuscire ad aprirsi anche con gli altri. Magari anche quel ragazzo, sì, quello sempre seduto dall’altra parte del cerchio con cui al massimo abbiamo scambiato un timido ciao, anche lui, magari, potrebbero avere molto da dirci e da darci. Basta saper guardare le persone nel profondo, e non solo in superficie.
Bisogna superare la barriera della paura di non farcela, del timore di essere criticati perché troppo rigidi o perché troppo permissivi e riuscire ad essere semplicemente… noi stessi.
Ammettere in primo luogo le nostre imperfezioni, i nostri possibili errori e, di conseguenza, renderci conto che quando gli altri sbagliano non devono essere giudicati e basta, ma guidati a comprendere in che modo superare gli ostacoli e andare avanti.
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