EDITORIALE – La città dell’uomo

Il mondo, di questi tempi, pare a tutti decisamente caotico. Crisi internazionali, crisi domestiche, crisi di governo e chi più ne ha più ne metta. Una situazione non semplicissima, dalla quale è anche tutto sommato comprensibile che si voglia fuggire. Questo sentimento trova un grande alleato in quella tendenza della mente umana a far cadere, quasi come se fingesse di farlo per sbaglio, i periodi meno belli delle nostre vite nel dimenticatoio. In questo modo, quando capita di leggere un libro o vedere un film che tratta di argomenti e problematiche contemporanei, pur essendo stato creato dieci, venti, trent’anni fa, ci stupiamo e, talvolta, finiamo col sorprenderci e chiederci quanto geniale e lungimirante dovesse essere stato il suo autore.
La verità è però spesso più complessa. Anche solo guardando un testo semplice ma a tutti noi familiare come quello di “Scouting for boys” troviamo riferimenti a crisi economiche, disoccupazione, guerre combattute per denaro e riarmo nucleare. Sembra quasi che la canzone sia stata scritta stamattina, eppure quelle che descrive sono in realtà tutte tristi situazioni con le quali l’umanità ha a che fare ad intervalli ciclici fin dal 1945 e, per alcune, fin dal tardo ’1800.
Ma questa riflessione può funzionare anche in modo positivo: è facile trovare in ogni media ideali e valori che hanno resistito al test del tempo, grazie alla loro bontà od utilità. Uno di questi appare nella stessa strofa dove stanno tutte le problematiche sopra elencate ma, a differenza di queste, è una realtà con un po’ più di tempo alle spalle, antica quanto l’uomo stesso: il bisogno di stare assieme al prossimo.
Mi riferisco al termine “città dell’uomo”, che non è un vero luogo fisico quanto piuttosto la realtà costituita dall’insieme di più persone che condividono degli ideali ed un obiettivo e che, nel luogo dove questi ideali vengono seguiti ed insegnati si trova come a casa.
Una di queste tante, piccole città fatte di amicizia e collaborazione potrebbe essere il nostro Macello, già occasionalmente chiamato “la città degli scout”. Un’altra ancora, una specie di città nella città, potrebbe essere questo stesso giornalino che tenete tra le vostre mani.
Certamente gli scopi e le possibilità del nostro Tuttoscout sono ridotti rispetto a ciò che l’associazione nella sua interezza può ed è in grado di fare, ma comunque anche noi della redazione non facciamo altro che cercare di fornire a tutti un mezzo che possa avvicinare le persone e farle comunicare tra loro, attraverso i diversi articoli. Ed una delle cose più belle è che le persone a parlare ed a condividere le loro opinioni non sono tanto i capi, quanto i ragazzi.
Unici veri depositari del modo in cui questa città riuscirà, o meno, ad espandersi.

Tricheco birbante