Archivio mensile:ottobre 2018

REPARTO Pegaso – Una storia lunga sedici anni

Pegaso2018Due fiamme erette, che avrebbero dato vita a due reparti differenti, erano impiantate nel terreno durante l’ultimo giorno di campo estivo del reparto Andromeda annata 2002/2003. La notizia scaturì grande dissenso da parte dei’repartisti’, che mai avrebbero pensato di doversi dividere in due reparti, per di più uno composto solo da guide (Idra) e uno composto solo da esploratori (Pegaso). Non ho mai potuto conoscere il reparto Idra e non ho vissuto sulla mia pelle l’inizio del reparto Pegaso, ma solo la fine, e posso dire con certezza, dopo quattro anni passati in questo reparto, che il lavoro e la dedizione dei primi ragazzi del Pegaso hanno dato vita a un reparto degno del suo nome.
La parola “nascere” del reparto Pegaso non ha un senso solo simbolico, in quanto esso è partito da zero: non aveva materiale per le attività, per il quale ha dovuto fare parecchio autofinanziamento, non aveva una sede che si è posto come obbiettivo tramite la sua prima impresa e non aveva tradizioni, che nacquero dalla creatività degli esploratori stessi. Ad esempio, una delle tradizioni che da sempre fa parte del reparto Pegaso è quella “dell’uovo di Pasqua” che consiste nello spaccare in testa ad un ragazzo o una ragazza del primo anno un grande uovo di cioccolato.
Una delle poche cose, che il reparto Pegaso mantenne dal reparto Andromeda, furono i nomi delle quattro squadriglie maschili: Albatros, Puma, Ermellini, Lupi. Quando poi passarono le prime nove ragazze dai branchi/cerchi nacque la squadriglia delle Aquile, seguita negli anni a venire da Colibrì e Coyote. Un’altra delle cose che il Pegaso mantenne dal vecchio reparto, fu l’usanza di “Mr. Campo” che ricorreva a ogni campo estivo e che è durata fino ad ora. Con il passare del tempo ho potuto scoprire che molte cose si sono trasformate o addirittura cambiate totalmente. Andando avanti con gli anni si sono chiuse delle squadriglie e aperte delle altre, il numero di esploratori e di guide è cambiato a modo alterno, naturalmente con il passare degli anni la staff del Pegaso ha continuato a variare anch’essa e di conseguenza il clima del reparto ha subito delle mutazioni, rimanendo comunque positivo.
Ripercorrendo in prima persona la strada del Reparto Pegaso si può notare che essa è lastricata di ricordi e avventure che solo chi ha vissuto personalmente conosce e, siccome non tutti hanno potuto vivere questa esperienza così da vicino, ho deciso di informarmi per rendervi partecipi anche dei più piccoli dettagli che fanno parte di questo Reparto. La mia domanda ’il primo ricordo che ti viene in mente quando pensi al Pegaso?’ ha avuto diversi punti di vista “Ne ho tanti di ricordi ma quello che rammento di più, è del mio secondo anno. Era il mio compleanno e quando sono entrato in sede mi hanno fatto una festa a sorpresa”, “il ricordo più impresso che ho è il primo pernotto del reparto Pegaso, durante il quale abbiamo scelto l’urlo di reparto” due ricordi di due dei fondatori del Pegaso: Enrico Bellotti e Paolo Maglietta. “Non è un ricordo particolare ma un sentimento, l’emozione di sapere che eravamo più di un reparto, potevo contare su chiunque e sapevo che nonostante tutto, il reparto Pegaso era la mia famiglia” pensiero di Martina Richiusa, una delle prime ragazze ad entrare a far parte del Pegaso. Non posso darle torto, è normale che un Reparto diventi una ’seconda famiglia’ grazie alle persone che ne fanno parte, grazie alle esperienze che le legano, ai rapporti che si creano, grazie alla staff, a quei capi che ci fanno da fratelli maggiori ma anche da educatori, che “ci preparano la ’spa’ dopo l’hike con tanto di massaggi e creme” come ricorda Giorgia Broggi. Spesso molti dei ricordi che sono venuti fuori chiedendo a queste persone sono aneddoti divertenti o scherzi che possono sembrare sciocchezze ma che alla fine sono sempre ciò che si ricorda meglio come Alessandro Chiarot “Sono troppi ricordi per sceglierne soltanto uno! Campo invernale del quarto anno, vinto dalla mia squadriglia Ermellini, tema Cavalieri dello Zodiaco, abbiamo realizzato un video parodia, del primo episodio del cartone. Memorabile.” o Giorgio Lualdi “Ce ne sono tanti… ma uno ’particolare’ fu quando il mio vice rimase appeso per le mutande durante un percorso Hebert, scendendo dal quadro svedese”. “Quando ero al terzo anno di reparto, durante un pernotto, mentre i capi stavano facendo staff dopo averci messo a letto, io e la mia amica Chiara siamo ’sgattaiolate’ in bagno per chiacchierare, ma siamo rimaste chiuse dentro ed essendo le tre di notte, nessuno veniva ad aprirci. Per un attimo ho creduto che avrei dovuto dormire lì”. Questo è uno degli aneddoti divertenti di cui parlavo prima e che mi viene in mente per primo quando ripenso ai ricordi gioiosi che mi ha lasciato il mio Reparto anche se per quanto mi riguarda il Pegaso ha fatto molto di questo, in quanto non mi ha lasciato solo storie simpatiche da raccontare ma amicizie, esperienze e emozioni che porterò sempre con me.

pegaso2018
NEL FIRMAMENTO UN CAVALLO ALATO RIEVOCA TEMPI LONTANI

REPARTO PEGASO

Questo è ciò che venticinque ragazzi sedici anni fa hanno creato, durante il primo pernotto del reparto Pegaso, questo urlo fra poco non avrà più voce, ma la suo eco rimarrà nella storia, fino alla fine dei tempi.
TM

REPARTO Phoenix – Un campo da Ghostbusters!

18Ciao a tutti, sono felice di riprendere a scrivere su questo meraviglioso giornalino.
Qua ci sono sempre un sacco di notizie interessanti e mi fa sempre piacere leggerle. Spero valga la stessa cosa per voi, visto che ora vi racconterò la storia di un reclutamento di ghostbusters.
Quell’afosa giornata estiva siamo partiti verso il luogo dove ci saremmo poi accampati, un isolato bosco con un prato che lasciava spazio alle nostre tende nella sperduta città di San Domenico di Varzo. Abbiamo dovuto trovare un posto adatto per montare la nostra futura dimora per quei giorni ed, essendo che il luogo era in pendenza, abbiamo deciso di sfruttare le nostre capacità costruttive per preparare una struttura di legno capace di sostenere il peso di quattro o più persone, una cosiddetta sopraelevata. Alla fine, tra alti e bassi, siamo riusciti nel nostro intento e la giornata è proseguita tranquillamente, fino a quando… UN FANTASMA?! ODDIO! E dietro di lui abbiamo visto un signore che lo inseguiva. Ma, non riuscendoci ha chiesto aiuto a noi. Se aveva fatto bene non lo abbiamo capito da subito, ma nel corso dei giorni ci siamo allenati, divertiti ed abbiamo imparato a conoscere i fantasmi per poi acchiapparli! E, ovviamente, dovevano essere reclutati nuovi ghostbusters quindi quale modo migliore del meraviglioso e talentuoso MISTER CAMPO? Perché, come si suol dire, una sfida al giorno toglie i fantasmi di torno. Quindi abbiamo passato oltre una settimana molto attiva perché, fra prove e giochi, ci siamo stancati abbastanza. Ma non sono mancate nemmeno le sieste, che ci sono state però date dai terribili temporali che spesso incombevano su di noi. Ma questi non erano affatto momenti morti, perché ci siamo rallegrati cantando, spesso a squarciagola, e mostrando al temporale che nulla può ostacolare il nostro sorriso. Tra canzoni e risate, alla fine la tempesta è quasi sempre passata via velocemente. In fin dei conti la gioia ha vinto sulla pioggia e dopo nove giorni di campo ci siamo ritrovati in sede per tornare a casa stanchi ma felici di aver vissuto una nuova avventura. Perché la vita, scout o meno, è così: cadere sette volte, e alzarsi otto. Non arrendetevi al primo errore, ma tentate mille volte di fare ciò che non riuscite per imparare da essi e migliorare. E ora, prima di andarmene, voglio parlarvi velocemente della nostra vita, per ricordarvi che non va sprecata nè rovinata perché, in fondo, è una cosa molto rara: la maggior parte della gente, infatti, esiste e basta, non dà importanza al mondo che c’è intorno e, purtroppo, ai giorni d’oggi questo succede a causa dei telefoni, dei tablet e dei vari aggeggi elettronici. Ammetto che anche a me piace giocare e navigare su internet ma spesso stando troppo davanti a uno schermo perdi la cognizione del tempo e questo ha le sue conseguenze. Quindi cercate di limitarvi, piuttosto prendete un pallone ed uscite fuori, andate al parco o comunque andate a giocare un po’ per davvero!
Un’ultima cosa prima di finire: vorrei dedicare due parole anche a Sonia e a Baraldi, un quarto anno ed una capa entrambi davvero speciali. Vorrei ringraziarvi di tutto, perché da quando sono entrata in reparto voi mi avete sempre ascoltata e aiutata nel bisogno. Mi avete sempre fatto sorridere e mi avete insegnato un miliardo di cose e, tra alti e bassi, abbiamo vissuto un miliardo di avventure che non dimenticherò mai. E voglio ricordarvi che non è la distanza a separare le persone, ma il silenzio, quindi spero che non perderemo mai il rapporto, ci tengo davvero a voi!
Adesso vi saluto, buona strada!
Canarino Stravagante
(Carmela Scida)

Reparto Phoenix – Vita di uno scout

15Ciao a tutti, come va?
Oggi abbiamo in serbo per voi un articolo speciale, diverso dal solito e molto molto bello.
Ci abbiamo pensato verso la fine dell’anno scorso e ci abbiamo lavorato questa estate, impegnandoci.
Esatto, ho parlato al plurale. Infatti questa volta leggerete…

UN’INTERVISTA SCOUT!

È stata scelta una persona per sq e, allo stesso tempo, una persona per anno in modo da sapere i pensieri che balenano nella testa dei vari repartisti Phoenix.
(Da ricordare che tutti i dati sono riferiti all’anno scorso, eccetto l’età; inoltre le risposte saranno in un esatto ordine, ossia quello in cui li presenteremo: -)
I privilegiati sono: Alessia Zanella primo anno della sq Volpi; Francesco Cacciagrano secondo anno della sq Giaguari; Carmela Scida terzo anno della sq Tigri e Alessandro Baraldi, quarto anno della sq Cavalli.
Ma ora bando alle ciance e iniziamo!

1) Come ti chiami? E quanti anni hai?

- Mi chiamo Alessia ed ho 13 anni.
- Mi chiamo Francesco ed ho 14 anni.
- Mi chiamo Carmela ed ho 15 anni.
- Mi chiamo Alessandro ed ho 16 anni.

2) Quali hobby e passioni hai? Pratichi qualche sport?

- Suono la chitarra, il basso ed il pianoforte e pratico motocross e box.
- Mi piace guardare film e serie tv, non pratico nessuno sport.
- Suono chitarra, sassofono e piano. Pratico tchoukball, una specie di pallamano e adoro leggere e scrivere.
- Suono la chitarra ed ho una forte passione aeronautica.

3) Che cosa ti ha spinto ad iniziare il tuo percorso scout?

- Ho iniziato questo percorso grazie ad una mia amica.
- Sono venuto perché mi ha convinto il mio vicino di casa.
- Sono venuta a provare grazie a una mia amica.
- Ho provato a venire in un giorno di prova e mi è piaciuto.

4) Qual è il tuo ruolo all’interno del reparto?

- Sono una squadrigliera.
- Sono vice.
- Sono diventata capo sq nel corso dell’anno.
- Sono capo sq.

5) Cosa ti piace e non del reparto?

- Mi piace il rapporto che ho instaurato con gli altri, mentre non mi piace quando, a volte, sembra che alcune persone guardino altre con una specie di superiorità.
- Mi piacciono le attività che facciamo e, sinceramente, non vedo nulla di negativo.
- Del mio reparto mi piace il fatto che siamo una grande e bellissima famiglia, che riusciamo sempre a superare le litigate ed i bisticci e che siamo uniti come fossimo veri fratelli. Di negativo invece non vedo tantissimo, solo a volte scarsa autostima di qualcuno.
- Di bello c’è lo spirito d’iniziativa ed il coinvolgimento. La parte un po’ più negativa è che a volte le persone non sono come vorrei.

6) Cosa ti rimarrà del reparto una volta passato?

- Di sicuro le amicizie.
- La positività.
- I sorrisi delle varie persone ed i ricordi delle innumerevoli avventure passate insieme.
- La preparazione a livello tecnico e molta molta felicità che mi è stata trasmessa.

7) C’è un consiglio che vuoi dare a ogni scout del Busto 3?

- Divertitevi sempre, siate bravi scout e sorridete!
- Godetevi anche le più piccole cose.
- Non sottovalutare mai nè te stesso, nè gli altri. Sii felice e segui sempre il tuo cuore!
- Trova sempre il lato positivo in ogni piccola cosa; e ricorda sempre:
ESTOTE PARATI!

E ora che l’intervista è finita vi auguriamo di continuare serenamente il vostro percorso.
Buona strada!

Alessia Zanella
Francesco Cacciagrano
- Geco Sorprendente
Carmela Scida
- Canarino Stravagante
Alessandro Baraldi – Turaco Tenace

Branco Tikonderoga – Ubuntu

13Fino a poco tempo fa, pensavo che ubuntu fosse solamente la bevanda di cola che ogni tanto acquisto in bottega equo solidale.
Nelson Mandela diceva che se concluderemo qualcosa al mondo, sarà grazie al lavoro e alla realizzazione degli altri.
Si è uomini solo attraverso l’umanità degli altri.

Ubuntu è un’ideologia dell’Africa sub Sahariana che si focalizza sulle relazioni reciproche delle persone.
In lingua bantu è benevolenza verso il prossimo. Rispetto dell’altro: “Ubuntu ngumuntu ngabantu”, “Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo”. Sostenersi ed aiutarsi a vicenda, aumenta la coscienza dei propri diritti e dei propri doveri.
In Africa, nella dimensione religiosa, esiste un profondo legame tra tutti gli esseri umani, da cui deriva il rispetto degli antenati e la loro venerazione. Ricordo con dolcezza i tanti anziani incontrati nei villaggi a nord della capitale, di un paese africano dai frutti dolci come il miele e rossi come il sole, del rispetto che tutti avevano per loro: dal modo di chiamarli, alle attenzioni per il cibo, servito prima a loro.
…di come la notte intorno al fuoco, i loro racconti erano ascoltati dai bambini a bocca aperta, mille volte meglio della TV…
Nella sfera politica, il concetto di ubuntu è usato per spiegare l’importanza dell’essere uniti nel prendere decisioni, condividendole. Penso ancora a Nelson Mandela, a cosa è successo in Sud Africa, grazie a questa ideologia in cui lui credeva fermamente.
L’ospite dunque è sacro e tutti i bambini sono figli, nessuno deve vivere senza famiglia.

Ora lo so, io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo!
t. r.

BRANCO Tikonderoga – Scautismo esperienza di vita

Tiko2018Sono stato scout. I ricordi volano alle serate intorno al fuoco, particolarmente emozionanti, alla fatica delle camminate con lo zaino pesante che portavano spesso vesciche ai piedi, alle litigate inevitabili, alle profonde amicizie emerse in un momento di crescita spirituale e fisica, al prendere coscienza che hai grandi capacità, attraverso le costruzioni di manufatti e di un campo all’aperto, al freddo intenso ed al caldo torrido.
E molto altro ancora. Insomma la vita totale e globale che si sviluppa e cresce con te nel migliore dei modi, insieme agli altri in condivisione.
Per questo quando i miei tre figli hanno scelto di intraprendere questo percorso sono stato felice. Perché conscio del fatto che lo scautismo è un’esperienza di vita a tutto tondo, che chiunque dovrebbe provare, per cercare di diventare migliore e di essere da adulto un buon cittadino, rispettoso, collaborativo e propositivo. Attento alle problematiche sociali ed al prossimo.
Spero che i miei figli e tutti i ragazzi che sono impegnati nel nostro gruppo facciano proprie queste opportunità che lo scautismo insegna e propone, e che portino una ventata di freschezza e novità nella nostra società negli ultimi anni un po’ ripiegata su se stessa.
Luca Pedrazzini
papà di Andrea, Monica e Lorenzo

Le vacanze di branco 2018

Il 24 di giugno il branco Albero Del Dhak è partito col pullman per l’EMILIA ROMAGNA a Pavullo, dopo tre ore di viaggio a mezzogiorno siamo arrivati sopra alla collina, poi abbiamo pranzato e abbiamo fatto i letti: c’erano le stanze per ognuna delle 4 sestiglie… dopo di che i capi ci hanno detto di prendere il nostro libro preferito e di metterlo nella libreria del signor coriandoli, cosi che tutti potevamo leggere i libri degli altri mercoledì 27 alla mattina ci hanno detto di prendere lo spruzzino e il costume che avevamo portato e abbiamo fatto i giochi d’acqua.
Il giorno dopo noi CDA siamo partiti e abbiamo camminato poi abbiamo acceso un fuoco e con i rover abbiamo mangiato i marshmello e bevuto acqua e menta. Venerdì alla sera abbiamo fatto san scemo… e ci siamo divertiti tantissimo. Il giorno dopo siamo ritornati in sede col pullman… un bellissimo campo che per me è l’ultimo con il branco.

BRANCO Albero del Dhak – Una scelta di campo

Quando ho chiesto a mia figlia, che non vedevo da una settimana, che voto desse da zero a dieci al Campo Scout appena trascorso in Valcinghiana, ho trattenuto il fiato per un momento. Poi lei mi ha risposto: undici! E allora io ho continuato a respirare.
Undici! Meno male! Non che avessi dubbi sull’ottima riuscita dell’esperienza, ma quest’estate la scelta di andare al Campo Scout giungeva da una valutazione un po’ lunga e sofferta dei mesi precedenti, vista l’alternativa allettante di un altro Campo Estivo proprio nella stessa settimana, in montagna, con gli amici di scuola e del paese. Due belle proposte, ugualmente divertenti e formative.
Da genitori, però, in fondo, consideravamo la peculiare importanza del Campo Scout come chiusura di un anno di percorso pensato, studiato, organizzato su misura per ciascun ragazzo del branco.
Quindi, non senza qualche silenzioso tormento mentale, dubbi e perplessità celate da ostentata sicurezza genitoriale, abbiamo aiutato nostra figlia a fare… una scelta di Campo… della quale, poi, ci siamo trovati contenti.
Sia dalle foto che ci arrivavano dalla chat di WhatsApp e che documentavano i quotidiani momenti di gioco e sano divertimento, sia dai racconti di nostra figlia, una volta tornata a casa, ci siamo resi conto di aver fatto la scelta giusta: sicuramente una settimana che rimarrà nei suoi ricordi per la bellezza dello stare insieme, della condivisione e della natura.
Ringrazio, quindi, i responsabili del Branco che ancora una volta ci fanno sentire dei genitori fortunati.
Buon inizio di anno scout!

Una mamma e un papà
di una Lupetta dell’Albero del Dhak

Colonia Grande Alce – Un campo emozionante

Questo è stato il mio primo campo scout ed è stato meraviglioso, dormire in tenda, giocare con l’acqua TUTTO FANTASTICO!
Riccardo Magnoni

Al campo estivo mi sono divertita tanto perché abbiamo giocato, fatto tante passeggiate e ho imparato tante cose nuove.
È stato emozionante perché ho cambiato coda ed è stato il mio primo campo estivo!
Mi è piaciuto condividere momenti con gli altri castorini e stare con i capi.
Saranno ricordi felici per sempre
Gloria Paro
Alessandro Raina

Un’attività divertente

Oggi pomeriggio abbiamo fatto fare ai castorini una bellissima attività basata sugli articoli del Tuttoscout: abbiamo dato loro delle domande e hanno tirato su con le loro risposte e abbiamo sistemato l’articolo. Dove l’hai fatto? con chi eri? chi hai conosciuto? qualche personaggio? quale oggetto? hai mangiato bene?
Si sono divertiti tantissimo!
Chiara P.

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