“Accogliere con gioia”. Quando mi è stato presentato il tema di questo tuttoscout mi si sono prospettate due idee: o mandare alla redazione la mia lettera della partenza (opportunamente riadattata per non farla sembrare proprio una copiatura…) o scrivere un articolo inerente all’argomento ma senza partenza.
Ho scelto invece di spiegare perché secondo me “accogliere con gioia” è stato un po’ il motivo per cui sono finita a prendere la partenza.
Sono stata accolta con gioia dai miei genitori, che mi hanno fatto conoscere questa splendida avventura che è lo scautismo e che sempre con la stessa gioia del primo momento hanno perseverato nella convinzione che fosse il tipo di educazione di cui avevo bisogno.
Mi hanno poi accolto i miei vecchi lupi così come ero, con il mio carattere, le mie insicurezze e i miei difetti. Con gioia mi hanno accompagnato negli anni del branco, sapendo che in quel momento stavano facendo giocare una bambina, ma che quella stessa bambina poi sarebbe diventata grande.
E così i miei capi reparto, poi i miei capi clan: mi hanno accolta così come ero, senza la pretesa di plasmarmi ma con la voglia di fare di me non solo una brava persona ma anche una buona cittadina. E questa è una cosa che riempie di gioia me.
Mi hanno accolto con gioia tutte le persone che ho incontrato sul mio cammino, da quelle che ho visto per magari solo qualche uscita a quelle con cui condivido anni di avventure e amicizie.
Accogliere con gioia nell’amicizia e tra pari non è scontato, o quantomeno non è scontata la gioia.
Forse lo dico perché mi è stato inculcato sin da piccola (“il lupetto vive con gioia e lealtà” o “sorridono e cantano anche nelle difficoltà”), ma credo che in realtà sia il modo più autentico con
cui vivere le relazioni, ci piacciano o non ci piacciano.
E così -per tornare da dove sono partita- l’accogliere con gioia è stato un modo per vivere il mio cammino di partenza.
Per chi non lo sapesse o è rimasto indietro, la partenza prevede tre scelte: politica, di servizio e di fede.
Probabilmente sembrano abbastanza scontate, ma anche qui il segreto è stato scegliere accogliendo con gioia quello che sarebbe venuto.
Non nascondo che il cammino verso lo scegliere è stato costellato da dubbi e anche momenti di sconforto, ma adesso mi rendo conto davvero che se si è convinti delle scelte fatte significa che si è accolto il rischio e con gioia si è accettato quello che sarebbe arrivato. Posso umilmente dire che io ho fatto così (certo qualche incertezza l’ho ancora, ma è normale).
Quella che forse mi ha messo più in crisi è stata la scelta di servizio. Ho guardato a Dio per sapere cosa fare, e dal suo esempio ho capito che volere il bene del prossimo è sempre la scelta giusta e che per fare questo nel mio caso dovevo diventare da educanda educatrice.
In questo senso ho accolto con gioia questa sfida, perché nonostante i dubbi credo che la gioia che sapranno darmi i ragazzi sarà quella che mi insegnerà a farli crescere.
Come ho anche concluso la lettera della partenza -e qui sì che la cito!- suggerisco a tutti coloro che non conoscono la gioia dell’accogliere, di credere. Credete in voi stessi e fidatevi di chi vi sta accanto. Solo così potrete diventare prossimo per gli altri, perché sarete in grado di accoglierlo con gioia.
Anna Balossi
Gazzella Loquace