Bentrovati care lettrici e lettori di Tuttoscout (abituali, sporadici o occasionali), la riconoscete quella in fotografia? Certo: è la nostra sede! L’ex-Macello Civico di Busto Arsizio. Era il 2002 quando ci entrammo per la prima volta alla ricerca di una sistemazione alternativa alla vecchia sede del Bustotre. Sì, perché il nostro Gruppo prima aveva un’altra sede o, meglio, due: una per lupetti, coccinelle e castorini in via Magenta (all’angolo con via Espinasse dove oggi è rimasto solo un grande albero che prima cresceva nel suo cortile) e una per i reparti in via Pace a fianco a Villa Comerio.
Mi raccontava un capo che, anni prima, si erano trovati le ruspe davanti alla sede già pronti per raderla al suolo. Tutti i fratellini e sorelline si presero per mano e formarono un cerchio attorno alla sede per proteggerla. Il Gruppo ottenne un po’ di tempo per trovare una sede alternativa e la risposta fu trovata poco più in là.
L’ex-Macello era abbandonato da anni, in rovina, covo di erbacce e, probabilmente, malviventi. Insomma, una cicatrice enorme in un quartiere fatto di cascine abbandonate e fabbriche dismesse. Dentro non c’era nulla: macerie, muri che mancavano, non c’era la corrente… Molto probabilmente se avessero mostrato le foto di come è oggi la sede a quei capi, quei genitori e amici che iniziarono a rimboccarsi le maniche davanti a quel “macello” si sarebbero scoraggiati pensando alla mole di lavoro da fare. Eppure, sono passati 18 anni, la nostra sede è diventata maggiorenne! Ci sono voluti tempo, fatica e denaro per realizzarla prima con grandi lavori, poi con migliorie continue, manutenzioni e pulizie, ma i segni del tempo non demordono. La nostra sede è un bene immenso che ogni scout d’Italia (ma non solo, penso) ci invidia: è uno spazio di libertà, di gioco, di riunione che ci offre possibilità precluse alla maggior parte dei gruppi scout (tant’è che abbiamo iniziato timidamente a condividerle mettendole a disposizione per pernotti e uscite). Per questo è doveroso mantenerla in buono stato fintanto che possiamo restarci: pulire i bagni, sistemare i muri e l’intonaco, curare il verde… È una ricchezza che ci viene affidata (e affittata) dal Comune verso la quale abbiamo una responsabilità che va oltre gli impegni contrattuali perché deriva dal nostro stile scout e quindi dal nostro avere cura del Creato e di ciò che abitiamo (per lasciarlo “migliore di come lo abbiamo trovato”).
Questa storia mi ricorda un po’ quella dell’Arsenale della Pace del SERMIG, per chi ci è stato e ha visto le foto della “trasformazione” da arsenale militare in rovina a casa e fabbrica di buone azioni.
Ma in questa sede ormai maggiorenne abitiamo noi, un Gruppo ormai quarant’enne che si trova a fare i conti con una “crisi di mezza età”. A quarant’anni si è ormai adulti e bisogna prendersi cura di sé in modo diverso: la vita ha già inferto delle cicatrici e dei lutti che vanno elaborati; si sente il peso delle scelte del passato e fermarsi per capire dove ci hanno portato. Chi ci hanno reso.
A confronto, la nostra sede è da poco diventata matura per aprirsi anche agli altri, agli ospiti, ad abbellire un quartiere che negli ultimi anni si è ricolorato e ripopolato. Sono sicuro che quest’ultima cosa è successa anche per merito nostro e della nostra sede sottratta al degrado. Per questo dobbiamo continuare a prendercene cura come di noi stessi.
Geco Coinvolgente