Orzowei

Branco Albero del Dhak

Vorrei parlarvi di inclusione raccontandovi di un libro che ho letto poche settimane fa.
Il libro si intitola Orzowei e parla di un ragazzo bianco che venne abbandonato da piccolo in una foresta abitata da popolazioni africane.
Una di queste popolazioni (gli Swazi) trovò il bambino e lo chiamo Orzowei che significa “il trovato”.
Orzowei crebbe tra gli Swazi venendo maltrattato e insultato per via del colore della sua pelle, troppo chiara. Fortunatamente un giorno, mentre era nel bosco, incontrò un guerriero di una popolazione nemica che non volle ucciderlo e lo portò nel suo villaggio e lo crebbe come un figlio. Orzowei in questo villaggio venne incluso dalla popolazione che non fece differenze e venne accettato pur avendo la pelle più chiara.
«Forse è uno Swazi, o un bianco, o uno del piccolo popolo. È tutti e tre, o forse nessuno dei tre. Eppure io ho visto: boscimani, negri, bianchi sono stati capaci di amarlo e di sacrificarsi per lui quando lo hanno conosciuto. Ed egli ha amato tutti. Ecco: quando ci conosciamo, anche se la nostra pelle è di un altro colore, ci amiamo.»

 
Vera Quintana