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CDA – Dammi 3 parole: sogni, coraggio e competenze
Sono Gabriele, cda del branco Tikonderoga. Oggi siamo a Milano, con i tre branchi del Busto3, noi cda. Mi è toccata questa incredibile sciagura di scrivere l’articolo per il “Tutto Scout”, e così, io, Jarno, Luca e Davide, siamo qui sul treno a ripensare alla mitica giornata di oggi.
Ebbene sì, sognare è coraggioso! Ci hanno detto oggi i nostri Kaa, Akela e Chil.
Ed è vero!. Dalla stazione di Milano Porta Garibaldi, a piedi abbiamo raggiunto la metropolitana, vedendo tante cose, tra cui un palazzo pieno di piante, progettato tanti anni fa, dal sogno di alcune persone a cui era stato detto che il peso di tutte quelle piante avrebbe fatto cadere i balconi, e invece tutto è perfettamente al suo posto.
Tra un treno e l’altro, siamo arrivati in piazza del Duomo. Sapete che si possono adottare le guglie di questa chiesa? Questo significa portare avanti un sogno di tanta gente, donando dei soldi per la manutenzione di questa bellissima chiesa, costruita tanti secoli fa dal popolo milanese.
In galleria, con un mega cerchio, abbiamo tutti insieme schiacciato le…
E a piedi abbiamo raggiunto la Scala e la piazza dei Mercanti, dove i nostri fratelli scout durante l’ultima guerra mondiale, nascondevano messaggi tra le colonne, per aiutare a salvare le persone perseguitate dal regime. Quanto coraggio! Jarno dice di non vergognarsi di ciò che si è e di quello che si pensa.
Abbiamo visto poi la chiesa di Sant’Ambrogio e mangiato tutti insieme nell’oratorio. E tutti tutti, maschi e femmine abbiamo fatto una mega partita di calcio. A piedi siamo andati al Castello dove con spade di carta ed elmi fatti da noi, è uscita fuori una buffa battaglia. E poi tutti sul treno verso casa!
Buona caccia!
Gabriele Martinato
CDA – Gita a Milano
Il giorno 04/03/2018 siamo andati a Milano con i cda del nostro branco (Albero del Dhak) e i cda degli altri due branchi (Tikonderoga e Brughiera) a visitare dei munumenti antichi.
Per primo siamo andati a visitare il DUOMO DI MILANO, il secondo luogo è stata la Piazza vicino al Duomo, il terzo è stato il palazzo costruito da
un architetto che ha impiegato anni a
realizzarlo perche è fatto quasi tutto di piante.
Successivamente siamo andati alla GALLERIA VITTORIO EMANUELE e abbiamo schiacciato le pallle del TORO.
Poi siamo andati in una chiesa dove le
suore di clausura un tempo stavano dietro un cancelletto per ascoltare la messa senza stare a contatto con la gente comune.
E l’ultimo posto in cui siamo stati è stato il castello SFORZESCO. una volta visitato abbiamo fatto un gioco.
Questo consisteva nel dividerci in due squadre e fare delle armi per difenderci dai nemici che erano le persone dell’altra squadra.
È stata una giornata che non dimenticheremo mai per tutto quello che abbiamo vissuto. (anche il viaggio).
Silvia e Angelica
CDA – Un’uscita monumentale
Ciao mi chiamo Layla e sono uno dei cda del branco Albero del Dhak.
Nel weekend del 4/5 di marzo abbiamo fatto un’uscita CDA.
Sabato siamo andati all’ospedale di Busto Arsizio in pediatria per giocare con 3 bambine: Giulia, Beatrice, Denise.
È stato bello… abbiamo giocato con loro e abbiamo disegnato. Verso le 17:00 siamo andati a messa.
Il giorno dopo cioè domenica ci siamo ritrovati alla stazione nord di Busto Arsizio con altri due branchi.
Il branco dei tikonderoga e i lupi della brughiera e siamo andati a Milano… a vedere il DUOMO.
Poi abbiamo preso la metropolitana… dopo aver camminato un po’ siamo arrivati in un oratorio dove abbiamo mangiato, poi abbiamo giocato a calcetto e alcune femmine giocavano a calcio coi maschi. Dopo la siesta abbiamo camminato un pochino ancora e abbiamo visitato il CASTELLO SFORZESCO. Poi abbiamo parlato dei sogni nel senso che avere un sogno significa avere coraggio e che prima o poi quei sogni si realizzano. Dopo di che abbiamo giocato a battaglia, costruendo con giornali e scotch delle armi e dei cappelli di carta, poi siamo tornati in treno a Busto Arsizio dove c’erano i nostri genitori. Abbiamo fatto chiusura e siamo andati a casa.
Due giornate emozionanti che ci hanno lasciato dei magnifici ricordi.
Mi piacerebbe rivivere un’altra volta queste emozioni.
Layla Toso
Esperienza milanese per i cda 2018
Domenica 4/03/2018 ho avuto il piacere di partecipare ad una trasferta fuori porta molto interessante ed anche divertente! Era una giornata molto fredda in quanto il giorno prima aveva nevicato ma noi CDA del gruppo scout “Busto 3” non sentivamo il gelo nonostante le nostre uniformi… eravamo entusiasti di partire solo noi “grandi” alla scoperta di Milano!
Siamo partiti dalle FMN alle ore 8.30 e dopo 45 minuti di treno siamo arrivati alla stazione di Cadorna. Da lì abbiamo preso la metropolitana, direzione Duomo. Quando siamo risaliti dalla metropolitana, vedere davanti a me questa grandiosa Cattedrale mi ha fatto emozionare; sembravamo tutti dei nanetti! I nostri capi scout ci hanno scattato molte foto con lo sfondo del Duomo! Incontrare gli altri gruppi CDA mi ha fatto molto piacere perché ho fatto nuove amicizie e mi ha fatto sentire parte di una grande comunità!
Siamo andati in giro per il centro di Milano ed anche in Galleria Vittorio Emanuele II dove abbiamo fatto un gioco molto divertente: dovevamo schiacciare con il piede “le palle del toro” perché dicono porti fortuna… speriamo!
Quando abbiamo ripreso il treno per ritornare a Busto Arsizio, alle 17.00, ho pensato che mi ero proprio divertita ed avevo scoperto un altro modo di visitare Milano: insieme a tanti buoni nuovi e vecchi amici CDA!
Ramoni Margherita
CDA – Esperienza indimenticabile all’ospedale di Busto Arsizio
Sabato 03/03/2018 Akela ci ha organizzato un pomeriggio diverso dal solito che mi resterà per sempre nel cuore! Ha riunito il gruppetto dei CDA e ci ha detto di trovarci di fronte il Ps dell’ospedale di Busto Arsizio. Una volta tutti riuniti, ci siamo incamminati verso il reparto pediatrico dove erano ricoverati molti bambini ammalati.
Il nostro compito, come ci aveva detto, era quello di intrattenerli, di far loro compagnia in modo divertente e spensierato. Dovevamo farli divertire per far dimenticare loro il motivo per cui si trovassero in ospedale…
Abbiamo incontrato tre bimbe più piccole di noi, molto carine e desiderose di giocare per dimenticare le loro malattie! Ci hanno fatto entrare nella saletta tutta colorata dedicata ai giochi ed attorno ad un tavolo abbiamo cominciato a disegnare con le bambine e ad intrattenerle! Guardare i loro visi gioiosi mi ha reso molto felice in quanto avevo compiuto una bella azione! A dire la verità, siamo stati anche un po’ rumorosi e Akela ci ha pure rimproverati ma non siamo sempre riusciti a tenere il tono della voce bassa, purtroppo!
Alle 17.00 ci siamo recati nella Chiesa dell’opedale per assistere alla Santa Messa ed alle 18.00 i nostri genitori sono venuti a prenderci per portarci a casa. Mentre ero in macchina con il mio papà ripensavo a quell’esperienza molto bella ed indimenticabile: avevo fatto sorridere delle bambine che non stavano bene…
Scegli il bene
Ciao! Sono Giacomo, lupetto del branco Tikonderoga. Sono abbastanza piccolo e non so che cos’è il bene, ma so una cosa: esiste il pianto felice, il pianto di tristezza, il pianto di dolore e il pianto di rabbia. Questo me lo ha insegnato Mowgli, il mio amico della giungla, l’amico dei lupi.
Nel racconto che abbiamo ascoltato oggi al pernotto, gli abitanti del villaggio credevano a magie e sciocchezze, dette loro da Buldeo, il cacciatore del villaggio. E Buldeo non voleva bene a Mowgli, ne aveva paura. Era tanto avido. Il suo comportamento non mi è piaciuto e secondo me non faceva bene, detto fra noi, non era neppure tanto furbo!
Ora vi saluto, vado a leggere di mille avventure su un libro che ho trovato nella biblioteca della nostra sede.
Buona caccia, fratellini!
Giacomo
Un incontro speciale
Ciao a tutti, sono Gabriele Russo, un lupetto del branco Albero del Dhak.
Vi voglio parlare di un nuovo gruppo di amici.
Durante il nostro ultimo pernotto a Villa Cortese abbiamo avuto il piacere di incontrare l’associazione “CAMMINIAMO INSIEME”.
Sono ragazzi molto speciali!
Ci siamo seduti tutti in terra e loro hanno cantato canzoni per noi poi abbiamo ballato con i nostri nuovi amici.
Mi sono divertito tanto con loro.
È stato bellissimo!
Gabriele Russo
Pernotto del cambio delle code
Ciao, sono Riccardo e durante il pernotto, finalmente, ho ricevuto la coda grigia e il nuovo verbo. È stato molto emozionante! I capi erano fuori sulla collina che mi aspettavano e per arrivare da loro c’era una strada con i lumini accesi perché era notte. Non vedo l’ora del prossimo cambio code!
Riccardo Magnoni, 6 anni.
Del pernotto mi è piaciuto il cambio code, anche se mi sono annoiato al momento del cambio perché non accendevano la luce. Mi è piaciuto anche dormire tutti insieme e fare poi colazione.
Nicolò Ottobrini, 6 anni
Mi chiamo Giacomo e sono un castorino della Grande Alce. Mi è piaciuto molto andare a questo pernotto e mi sono piaciute tanto le altre maschere di carnevale, è stato molto eccitante. Mi è piaciuto il cambio code, ora sono una coda grigia, anche se mi stavo addormentando perché ero l’ultimo e faceva molto freddo.
Giacomo Volpi, 7 anni
Questo pernotto è stato bello perché abbiamo ballato, mangiato, cambiato coda e i piccoli, cioè i cuccioli, il fazzolettone. Abbiamo cambiato anche il verbo e abbiamo giocato al mimo. Sono rimasto sveglio quasi tutta la notte con Guglielmo ed Alice a controllare tutti i bambini perché avevo paura che non dormivano. Questo è stato il pernotto più bello di sempre.
Markos Venegoni, 7 anni
Sono Guglielmo, volevo dirvi che dell’ultimo pernotto a Dormelletto mi è piaciuto molto lo spettacolo del circo dove mio papà faceva il presentatore e Lore faceva le magie fantastiche. E poi mi sono divertito tanto in camera con i miei amici: ci siamo addormentati tardi facendo impazzire Alice.
Guglielmo Tosi, 6 anni
Il 17 febbraio ho fatto un pernotto importante perché c’è stato il cambio code.
Quando era già buio sono andato sulla collina ed ho trovato Alice e Patrizia, per terra c’erano le candele accese. Era molto bello!
Loro mi hanno detto tante cose belle e mi hanno dato la coda grigia ed il verbo con il simbolo della diga dei castori.
Sono contento di essere un castorino perché ho tanti amici e viviamo tante belle avventure.
Cristian Restuccia, 6 anni
Ciao, mi chiamo Gloria ho 8 anni e sabato 24 febbraio è stato il mio primo giorno con i castorini.
E’stato bellissimo perché ho conosciuto nuovi amici e i miei capi sono stati gentili con me. Abbiamo
anche festeggiato il mio compleanno! Domenica invece siamo stati insieme tutto il giorno, anche a mangiare e per la messa. Faceva tanto freddo ma io mi sono divertita tanto e non vedo l’ora di rivedere i castorini e i miei capi!
Gloria Paro, 8 anni
Ciao sono Federico e sono un castorino della colonia Grande Alce. Volevo raccontarvi del mio primo fantastico pernotto. Siamo stati in una bella casa scout ed eravamo tutti mascherati, abbiamo fatto il circo ed abbiamo mangiato tante cose buone. poi abbiamo preparato i sacchi a pelo per dormire e ci siamo messi l’uniforme scout. Siamo andati fuori per fare la promessa e abbiamo fatto il giuramento davanti ai nostri capi scout, ho preso il fazzolettone blu e la coda.
Poi abbiamo dormito tutti insieme. È bellissimo essere un castorino!
Federico Russo, 6 anni
Sono arrivato di sera e c’era una grande festa. Nella festa abbiamo giocato scherzato e ci siamo divertiti e poi ci siamo preparati per il cambio coda. Mi hanno chiamato per prendere il totem e accompagnare le persone. Poi è arrivato il mio turno per il cambio coda e sono andato là con tutta la strada piena di luci e il grande Castoro mi ha detto una cosa segreta e ho preso la coda marrone. Ora mi devo impegnare a Fare.
Riccardo Milani, 7 anni
Il Pernotto super speciale del cambio code.
Siamo andati a Dormelletto con gli scout e i primi ad arrivare primi eravamo io e Gu. E la mamma ha pulito e noi stavamo giocando e poi sono arrivati gli altri. Poi i genitori sono andati via e noi stavamo chiamando e siamo andati dentro la casa e siamo stati a guardare lo spettacolo della mascherina e poi abbiamo mangiato e poi siamo andati a nanna. Mi sono divertito tanto.
Tommaso Di Viesti, 7 anni
Ciao sono Lorelai e questo è stato il mio primo pernotto ed anche il mio primo cambio code. Mi è piaciuto il pernotto e la festa di carnevale, grazie capi! Bacetti.
Lorelai Nugnes, 6 anni
Ciao, mi chiamo Victoria e mi è piaciuto molto dormire con voi castorini al pernotto, anche se avevo la febbre non volevo tornare a casa. Ciao castorini, ciao capi. Baci baci
EDITORIALE – Saper distinguere (discernimento)
La scelta è un elemento costantemente presente nella vita di ogni Scout a partire dalla branca L/C. Dalla Promessa di un lupetto/coccinella al progetto del Capo c’è un filo conduttore che ci porta a scegliere una pista, un sentiero, una strada o un percorso. Per definizione, la scelta comporta sempre una decisione e questa non può compiersi senza la capacità di distinguere; per i dotti, medici e sapienti la parola esatta è… Discernimento (ebbene sì, non significa “slogatura della mandibola”…)!
Raccontare il discernimento in due parole non è semplicemente possibile né lo scopo di questo editoriale. Tuttavia è possibile indicarne due elementi chiave, tratti da uno degli ultimi incontri di branca R/S in Zona Ticino Olona, nel quale Don Stefano Cucchetti (dal quale mi trovo sempre a pescare concetti a piene mani) ha di fatto semplificato la vita su questo tema spirituale piuttosto complesso, come del resto già avvenuto in passato in occasione della Route nazionale R/S 2014.
Il primo elemento da ricordare è che la capacità di distinguere non è mai una scelta che coinvolge solo la persona che… discerne; comporta sempre il confronto tra il pensiero di chi deve operare una scelta e l’opinione, il messaggio, l’esperienza delle persone con cui è in relazione: la scelta squisitamente personale, soprattutto se derivante da un “accumulo” che ci porta ad arrancare faticosamente (stanchezza, stress) per concludere con un “…Adesso basta: reset! D’ora in avanti farò così…” non è mai discernimento. Anzi, ne è l’esatto opposto: la capacità di distinguere è figlia della capacità di ascoltare, la separazione netta tout-cours tra la situazione che ci opprime e il percorso futuro implica, invece, una chiusura. Solo un confronto aperto, sincero e onesto con le persone con cui siamo in relazione, compresi noi stessi (chi si è allenato da tempo nell’arte del saper distinguere riesce a fare questa disamina perfino da solo, ma si tratta di maestri del discernimento, tendenzialmente oltre la portata dello Scout medio) e questo ci porta al secondo punto: la capacità di ascoltarsi.
Per ascoltare la propria voce in totale onestà e a dispetto di tutto, ci vuole una considerevole dose di coraggio. Un esempio, riportatoci da Don Stefano, vale più di mille parole. In buona sostanza, a una ragazza attiva in parrocchia e in oratorio, convinta credente, viene chiesto di suonare la chitarra alla Messa del sabato sera perché se non suona lei nessun altro potrà farlo. La ragazza è fortemente combattuta tra il senso del dovere e l’accumularsi di oneri e impegni che già gravano su di lei. Confidatasi col suo Padre spirituale, il disagio che prova sembra estendersi alla preghiera (alla quale da un po’ riesce a dedicare sempre meno tempo e con maggior fatica), alla relazione con sua madre (le cui richieste in casa sembrano sempre maggiori e pressanti), alla mancanza di supporto da parte del Padre (il cui esempio ai suoi occhi, però, è sempre stato del Cristiano “modello”, tanto da non essere messo in discussione). Alla domanda che pone dubbi sulla sua scelta di Fede risponde sempre difendendo a spada tratta la propria Cristianità sulla quale non mostra di avere alcun dubbio. Tagliando corto sull’evoluzione del dialogo tra i due, saltando direttamente all’epilogo e semplificando molto, emerge una Fede auto-imposta, figlia di un’accettazione di quanto propostole senza mai darsi il beneficio del dubbio e, probabilmente, della paura di scoprire una risposta che la portasse su una strada diversa da quella che sta seguendo, ovvero una scelta senza distinzione. Il vero credente si pone sempre dei dubbi per poter verificare, nel puro senso del termine, la propria fede. Quando chiedevano a Sant’Agostino se fosse meglio che un uomo fosse santo oppure intelligente, egli propendeva sempre per l’uomo intelligente: “…chi è intelligente davvero, santo ci diventa per forza”.
E noi scout? Abbiamo la fortuna di seguire un cammino che ci porta, nella nostra scelta, a metterci in relazione con i nostri pari, i nostri fratelli più giovani e i nostri capi in modo da guidare con piena cognizione di causa la nostra canoa. Buttarsi con coraggio in quest’avventura, gettando come sempre il cuore oltre l’ostacolo, è semplicemente quanto ci viene richiesto.
Giacomo Verneau