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PRONTI, PARTENZA…VIA!

Che dire? Un altro anno scout è iniziato e per essere avventuroso, oltre che meraviglioso, ha avuto certamente bisogno di cambiamenti.

E’ difficile immaginare il proprio reparto senza l’amato quarto anno, senza i piu “maturi”, i più robusti e i più esperti ma sono sicura che col nostro ricordo nel cuore riusciranno a dare il meglio in questo loro continuo percorso pieno di esperienze.

Quanti vanno via e quanti ne arrivano!

Interagire per i più piccoli è sempre una grande sfida. Ricordo quanta paura avessi al mio primo anno di non riuscire a stare con tutti ma i più grandi mi hanno accettata senza problemi. Proprio per questo, metto tutto il mio impegno nel dare ai nuovi la stessa accoglienza che è stata data a me.

Per i primini, nei limiti del possibile, il lavoro è sempre più duro e il compito di un capo o vice caposquadriglia è quello di dimostrarsi empatico e di capire quanto li si possa mettere alla prova, perchè ognuno è diverso e, con suoi pro e con suoi contro, va ammirato.

Per quanto riguarda la mia esperienza,ho cambiato squadriglia tre volte e, anche se è stato difficile capire il mio ruolo all’interno di ognuna, mi ha aiutata a non stare solo con quelle cinque o sei persone e a superare la mia timidezza per aprirmi un po’ con tutti.

Quest’anno sono vicecaposquadriglia e non so cosa aspettarmi, semplicemente vorrei fosse un anno da ricordare, come d’altronde tutti quelli che ho passato in nove anni di vita scout.

ALICE LUNARDI

-Reparto Orione-orrr

I passaggi nei Tiko

Ciao, sono Luca dei Tiko e voglio raccontare come quest’anno ho vissuto le giornate dei passaggi.

Per me quest’anno i passaggi sono iniziati una settimana prima rispetto ai miei compagni di branco perché sono stato Keo per le code nere della colonia Stella Azzurra. Questa esperienza mi è piaciuta perché mi ha riportato alla mente quando anc’io sono stato coda nera e ho conosciuto il mio Keo che mi ha poi accompagnato nei Tiko.

Per noi Tiko quest’anno la giornata dei passaggi ha portato anche dei momenti di tristezza perchè i nostri capi Akela, Bagheera, Fratel Bigio e Kaa avrebbero concluso il loro servizio come capi, mentre Mamma Raksha sarebbe passata a fare il suo servizio per i castorini.

Il sabato sera abbiamo accolto con gioia due nuovi fratellini.

Domenica sono stato triste perché hanno dovuto lasciare il branco alcune persone a cui ero affezionato, ma allo stesso tempo ero felice per loro perché avrebbero vissuto nuove avventure con il reparto.

Nel pomeriggio abbiamo assistito a un epico scontro tra il vecchio Akela e lo sfidante, al termine del quale i Tiko hanno avuto un nuovo Akela:

BENVENUTO LUCA!!!

La giornata si è conclusa con un raduno di moltissimi ex Tiko per augurare un “Buona Caccia” al nostro “vecchio” Akela Fabrizio e ringraziarlo per quanto fatto per noi nei suoi anni di servizio.

Concludo con un grande CIAO a quelli che son passati in reparto, BENVENUTI a quelli che sono entrati e un grandissimo GRAZIE a tutti i capi, vecchi e nuovi.

… e come diciamo sempre noi Tiko

NEL CUORE PER SEMPRE TIKONDEROGA!!!

Buona caccia

Luca

Conoscersi è importante

Tutti almeno una volta nella vita, abbiamo dovuto parlare di noi, delle nostre caratteristiche e del nostro comportamento; e quando lo abbiamo fatto, ci siamo in parte chiesti: “Ma io chi sono?”. Sì, insomma, non ci conosciamo a pieno perché non sempre si è chi si crede di essere.

Riguardo ciò, al campo estivo, durante la catechesi abbiamo parlato molto di noi con confronti tra i vangeli e la nostra vita o semplicemente esprimendosi in reparto.

In particolare, ricordo una sera nella quale, davanti al fuoco ed il suo intenso calore, i capi ci hanno fatto dire un nostro lato positivo ed uno negativo.

A turno ognuno ha parlato. Lì, ho conosciuto lati di persone che credevo di conoscere, che ho scoperto poi conoscevo solo la copertina del libro che noi siamo, solo l’esterno.

Poi, i capi ci hanno lasciato tutto il tempo che volevamo per parlare con qualcuno per ringraziarlo o scusarsi per qualche nostro errore, o semplicemente parlare di noi; oppure potevamo andare a dormire.

In effetti, se ci pensiamo bene tra una faccenda e l’altra non si ha mai il tempo per parlare di noi, e mai ci verrebbe in mente di farlo con chi magari non parliamo molto.

Ci siamo sparsi per il campo e si sentivano quelle sottili voci tremolante e pianti nella fredda notte di montagna.

Io ho parlato subito con la mia squadriglia, poi mano a mano ho parlato con tutto il reparto (escluse le persone che sono andate a dormire). Lì, ho scoperto DAVVERO chi sono le persone che credevo di conoscere, ed ho scoperto chi siamo: in fondo noi, siamo noi. Nessuna risposta più facile, nessuna risposta più difficile che dire “NOI”.

Ringrazio tutto il reparto per avermi in parte aiutata a conoscermi, e in particolare ringrazio i capi per organizzare sempre attività per aiutarci durante la nostra adolescenza, per parlare di noi nonostante la vergogna e la paura del giudizio altrui.

Grazie.

Giada Locarno – Reparto Orione

Aria di novità

I passaggi quest’anno li hanno fatti al parco dell’Alto Milanese, ed è stato emozionante, perchè sono arrivati tre nuovi lupetti che sono passati sotto un telo lungo.

Il giorno dopo sono passati i CDA: io ho dovuto portare una mia amica sul ponte di legno. E’ stato molto bello! L’anno prossimo tocca a me e agli altri della mia età perché quest’anno sono CDA anche io.

Ritornando ai passaggi, poi ci sono stati i passaggi dei reparti.

Dopo di questo abbiamo mangiato, giocato e alle 15.00 circa siamo andati a messa.

Al termine siamo andati a fare il quadrato con tutti gli urli, ecc, poi abbiamo mangiato le torte e alla fine siamo andati tutti a casa.

Layla Toso – Branco Albero del Dhak

Nuotata con sorpresa

Ciao io sono una zampa tenera del branco Albero del Dahk e vorrei raccontarvi quanto è bello e emozionante fare un passaggio da castorino a lupetto.

Si inizia di sera , tutta la colonia si riunisce intorno a un fuoco. I capi scelgono gli alfieri e gli dicono di andare a prendere la castorina o il castorino che dovrà passare . Dopo aver salutato i Capi e la Colonia gli alfieri seguono il capo e conducono il bambino che dovrà passare vicino ad una tenda. E così è successo a me. Sono entrata nella tenda e c’era il mio capo Roby che mi ha tolto coda e fazzolettone e poi mi ha dato un regalo da parte della colonia e un biglietto da parte del Grande Castoro Bruno. Uscita dalla tenda c’era un lungo telo azzurro che conduceva a un branco, ma io non sapevo quale sarebbe stato il mio branco ed ero un po’ spaventata. Allora sono passata sotto il lungo telo azzurro che era mosso dalle persone che lo tenevano e che mi davano coraggio. Arrivata alla fine del telo era tutto buio e c’erano due ragazze davanti a me che mi hanno portato davanti a quella che sarebbe stata la mia Akela. Qui mi hanno detto che quello era il branco dell’Albero del Dahk e io sono stata felice perché sapevo che c’erano già due bambini che conoscevo. Poi è arrivato anche un mio amico castorino come me della colonia Stella Azzurra e sono stata ancora più felice.

Albero del Dahk

Accoglienza ai passaggi

Cari lettori, siamo i fratelli Silvia e Giovanni e vogliamo raccontarvi come le code nere dei castorini sono entrati nel nostro branco, i Lupi Della Brughiera.

Di sera, verso le 9:00, i castorini erano seduti in diga. Giovanni e’ stato chiamato per primo. Riccardo e Guglielmo l’ hanno portato in una capanna, dove il Grande Castoro Bruno gli ha detto delle cose. Quando ha finito e’ andato a nuotare sotto un telo blu, poi e’ andato da un nostro C.D.A. che lo ha accompagnato poi da Bagheera.

Quando e’ entrato nel branco era emozionato, aveva paura di andare davanti a tutto il branco.

Poi invece ha iniziato a conoscere gli altri lupi e ha cominciato a giocare con loro.

Sarà sicuramente una bellissima esperienza per lui!

Il giorno dopo è venuto il momento dei passaggi C.D.A. Dopo il branco Tikonderoga è toccato a noi. Avevamo solo 3 C.D.A., ma è stato comunque bellissimo.

Il primo a passare è stato Luca, poi Matteo e infine Davide; Luca quando è passato sul ponte era molto emozionato ed è passato nel reparto Phoenix; anche Matteo è passato nello stesso reparto e persino Davide.

Quando hanno incontrato il loro nuovo capo hanno ricevuto il fazzolettone bianco che significa appena entrato.

Per loro è stata una bella esperienza e lo è stato sicuramente anche per tutto il branco, ma soprattutto lo è stato anche per noi, che l’abbiamo vissuta per la prima volta.

Silvia e Giovanni

Lupi Della Brughiera

Il mio campo scout

Cari lettori, sono Silvia del branco dei Lupi Della Brughiera e sono qui perché voglio raccontarvi la mia esperienza al mio primo campo scout da lupetta.

Siamo andati a Maccagno, siamo partiti verso la fine di Luglio e siamo tornati ai primi giorni di Agosto. Abbiamo preso il pullman e poi il treno, diciamo che ci sono state un po’ di fermate. Quando siamo arrivati pioveva e noi ci siamo divertiti a saltare nelle pozzanghere.

Abbiamo visitato la casa; era molto bella, c’era una camera per le femmine e una per i maschi, ma era bella soprattutto perché c’erano i letti a castello, dopodiché abbiamo fatto i letti. Di sera, abbiamo bevuto la camomilla, per farci dormire bene e siamo andati a letto, e così sono passati due giorni.

Giovedì, al mattino siamo andati al lago a fare il bagno; la cosa che mi è piaciuta di più è che Michele, pensando che fosse Sabrina, ha buttato giù dalla zattera per fare i tuffi una bambina tedesca e quella bambina gli avrà detto almeno cinque parolacce in tedesco.

Di pomeriggio abbiamo fatto i giochi d’ acqua, che consistevano nel portare con un cucchiaio l’ acqua in una bottiglia e la mia squadra vinceva sempre.

Di sera siamo andati a letto presto così la mattina dopo eravamo svegli.

Venerdì ci siamo alzati di buon umore; dopo esserci vestiti abbiamo costruito le case degli insetti perché i capi ci hanno detto che gli insetti sono utili. Ci siamo divisi in gruppi e abbiamo incominciato: abbiamo preso del legno, un po’ di chiodi e li abbiamo uniti e un po’ a testa li abbiamo martellati. E’ STATO BELLISSIMO AIUTARE GLI INSETTI!!!

Sabato abbiamo fatto una super colazione: uova e bacon.

Quando poi sono arrivati i nostri genitori abbiamo mostrato le specialità guadagnate durante l’anno scout (io ero fotografo) .

IO ERO MOLTO EMOZIONATA E FELICE DI ESSERE STATA AL CAMPO PIU’ BELLO DEL MONDO !!!

Silvia

Lupi Della Brughiera

Route Nazionale: Una grave dimenticanza


Esattamente due anni fa, sulle pagine di questa ormai storica rivista di Gruppo, iniziai la pubblicazione di un ciclo di articoli che faceva seguito al più importante evento associativo degli ultimi trent’anni: la Route Nazionale di San Rossore. Ero convinto – e lo sono tuttora – che un avvenimento di tale portata richiedesse un lungo tempo di digestione: paragonato, infatti, alla solita minestra dei periodici eventi di formazione previsti dall’AGESCI, questo costituiva senza dubbio un cenone di Natale (di quelli che ti stendono). Non si poteva comprimere una ricchezza tale di esperienze, novità, relazioni ed emozioni in uno striminzito momento di esaltazione; quasi che il senso del motto “Strade di coraggio. Diritti al futuro!” potesse sintetizzarsi in un “volemose bene, semo tutti scout”. Tentai, allora, un percorso di approfondimento commentando nei sei numeri di Tuttoscout dell’anno 2014/2015 altrettanti momenti vissuti in route che per me risultarono particolarmente significativi. E cosa affrontammo insieme diversi temi: l’incontro con l’altro, con la popolazione e le storie attraverso cui ci trovavamo a camminare di tappa in tappa; la semplicità del vivere scout; l’imprescindibile figura dell’A.E. che ci ricorda l’esigenza di tenere fisso lo sguardo su Cristo, in ogni circostanza; luci ed ombre della Carta del Coraggio (a proposito, verrebbe da chiedersi, a distanza di due anni: che ne è stato di tutti quei “ci impegniamo” e “chiediamo”? Sono stati spunti propulsivi per l’attività  dell’Associazione? Hanno stimolato i capitoli dei Clan/Fuoco?); la telefonata di Papa Francesco e l’invito del card. Bagnasco ad essere cristiani liberi; la spiritualità  della strada e della continua ri-Partenza. Ecco, non molto tempo fa, in un momento di sana nostalgia della strada (quella da farsi con gli scarponi ai piedi e lo zaino sulle spalle) nella mia mente si è illuminata una scena che, chissà  per quale motivo, era rimasta nascosta tra le pieghe dei ricordi e inaspettatamente ne è venuta fuori facendomi notare una grave dimenticanza della quale mi ero reso colpevole terminando il ciclo di articoli sulla RN2014 nel giugno del 2015. Dal paese di Riva Valdobbia in Valsesia ci eravamo incamminati di buon mattino verso l’Alpe Larecchio (1900m), dove avremmo trascorso la notte quel giorno. Per tutta la mattina il tempo ci fu avverso: pioggia, vento e freddo accompagnavano i nostri passi, sempre più insicuri su rocce scivolose e sentieri infangati. Verso l’ora di pranzo il cielo ci concesse una tregua e le nuvole si diradarono, ci fermammo a mangiare presso un piccolo agglomerato di case: eravamo bagnati e stanchi, il tempo per cucinare qualcosa di caldo non c’era e allora facemmo finta di accontentarci di qualche scatoletta di tonno e di altre pietanze di analoga prelibatezza. Poi, quasi giunto il tempo di ripartire, una visione: un pentolone fumante di tè caldo si muoveva verso di noi, portato da mani gentili di donna. Una mamma, con la figlia poco più che adolescente, ci invitò a tirare fuori i nostri bicchieri e ci serviva come se fossimo stati tutti suoi figli. Sul momento sentii solo un senso di profonda gratitudine: finalmente qualcosa di caldo, dopo tutto quel gelo! Solo ripensandoci oggi, a distanza di tempo, quasi mi commuovo al pensiero di quell’angelo che si era disturbato per noi. E mi accorgo di quanto sia forte e bella la carità  semplice di chi ti viene in aiuto nel momento del bisogno. Un gesto d’amore materno ricordò a tutti che la promessa di aiutare gli altri in ogni circostanza fatta in chissà  quale sperduto campo scout del passato, non è una formula vuota e scontata, essa è l’espressione di uno stile che deve caratterizzare il nostro cuore e le nostre mani, senza se e senza ma, dovunque e comunque.

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Fiutare l’alba

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“Le stelle si fanno più rade”,disse fratel Bigio fiutando il vento dell’alba “. Dove faremo la nostra tana oggi? Perchè d’ora in poi seguiremo nuove tracce”. E questa è l’ultima storia di Mowgli. Ognuno di noi, ogni fratellino e sorellina che ha cacciato nella giungla, si ricorderà che queste parole, preannunciavano il momento in cui l’uomo sarebbe tornato all’uomo poichè,come dice il saggio Kaa, “una volta liberatici della vecchia pelle non possiamo tornare di nuovo a penetrarvici. E’ la legge. Più in generale è il momento appena vissuto dal nostro Bellissimo ( B sempre maiuscola ) gruppo durante la giornata dei passaggi – festa d’apertura appena trascorsa. I castorini ( code nere ) hanno compiuto la grande nuotata e con dei nuovi bianchissimi denti da lupo si sono ritrovati davanti ad un branco di lupi guidati dal saggio lupo grigio Akela; i lupi ( consiglio di Akela ) hanno salutato i propri fratelli di tana e mentre risuonava l’augurio ” che il favore della giungla vi accompagni ) sono tornati al villaggio degli uomini e gli esploratori / guide hanno incominciato a spingere i propri passi, con zaino sulle spalle, sulla strade che li porterà ad essere uomini e donne della partenza. Addentrandoci nel cuore delle cose ,che cosa significa passaggio? Proviamo a fare un esercizio insieme, torniamo alla prima riga di questo editoriale ( suvvia se sa farlo un cucciolo non c’è d’aver paura ) e lasciando risuonare le parole pronunciate da Fratel Bigio troveremo degli indizi. Trovati? Bene! Il vento dell’alba: seguire nuove tracce indica che questo è uno dei momenti più importanti nel cammino educativo di ogni ragazzo/a che ci vengono affidati. E’ il momento del cambiamento,della scelta,del saluto gioioso a coloro che ci hanno accompagnato nel nostro cammino e dell’inizio intriso di scoperta,curiosità e nascita di legami profondi. Un momento fondamentale in cui un ruolo determinante lo gioca anche l’altro attore di questo processo: la comunità. Qui bisogna parlare di un altro elemento inscindibile quando si parla di passaggio ovvero l’apertura. Non a caso la giornata dei passaggi è accompagnata da queste due parole significative :”Festa d’apertura”. La prima sottende il clima che deve permeare questo momento mentre senza la seconda non ci potrebbe essere vera accoglienza. La parola comunità,a livello etimologico, può essere intesa in tre differenti modi cum munus (dono ), cum moenia ( tra le mura ) e communis (mettere in comune, essere con). Come noi possiamo essere vera comunità?In primo luogo, manifestando l’amore incondizionato della comunità nell’accoglienza gratuita verso il singolo: i lupi che fanno subito risuonare il richiamo di caccia per il cucciolo appena entrato poichè ” oggi il branco ha un lupo in più”, il lupo anziano che dopo aver superato la waingunga viene accolto sul ponte dal reparto e l’entrata in squadriglia seguito dagli urli, la comunità di clan che aiuta il novizio ad alleggerire lo zaino. In secondo luogo, creando una comunità viva e feconda costruendo insieme il muro. Un esempio su tutti: i luoghi. La diga dei castori, la tana dei lupi, la sede di reparto e di clan. Guidati dalla legge e dalla promessa questi luoghi mutano grazie alla comunità si plasmano, si arricchiscono, sono intrisi della storia e delle esperienze vissute. Tutto è pensato e creato dalla comunità ed è per essa. Pensateci la prossima volta che capitate in sede!Ricordiamoci che come si dice nella giungla “la tana è tua casa e rifugio, custodiscila!”. In terzo luogo, creando relazioni vive. Qui un ruolo determinante viene giocato dalla comunità educante : diga,branco,squadriglia,reparto,comunità di clan,pattuglie ecc. Gli esempi potrebbero essere infiniti ma su questo aspetto è meglio lasciarsi coinvolgere dai racconti di coloro che vivono queste esperienze. Provate a chiedere e mettervi in ascolto. Se tutti questi aspetti li abbiamo ( abbiamo fatto la spunta ce l’ho / mi manca ad ogni voce ) vuol dire che siamo in una comunità intesa in senso educativo scout aperta,accogliente,educante.

In questi giorni nuove nuove dighe si stanno costruendo, nuove prede si stanno fiutando nella giungla, nuove esperienze intrise d’avventura stanno per iniziare e nuove comunità si stanno costruendo.

A tutti noi l’augurio di riuscire a fiutare l’alba per seguire nuove tracce e creare nuove strade.

Che il favore della giungla vi accompagni.

Corvo Stravagante

A.E. – Vedrai che bello!

Siete mai stati in montagna a camminare? Ve lo chiedo perché a me capita una cosa strana e vorrei sapere se succede anche a voi…
Vedete, io non sono proprio in formissima e così mentre cammino in montagna i miei pensieri sono piuttosto cupi: mi fanno male le gambe, mi fanno male i piedi negli scarponi, mi pesa e mi da fastidio lo zaino, mi manca il fiato, il sudore che cola dalla fronte mi fa bruciare gli occhi, la maglietta si inzuppa, il sole picchia e brucia, la gola si secca… Poi quando arrivo in cima, come per magia, tutto svanisce: le fatiche, le stanchezze, le paure spariscono e lasciano posto a una grande bellezza al punto che quando ritorno a casa mi resta solo questo ricordo…
E a voi? È mai capitato?
Ho una mia teoria: la vita è complicata e noi ci stiamo dietro a malapena… Ogni momento è intessuto di mille colori: c’è fatica e spensieratezza, dolore e bellezza, preoccupazioni e gioie ma noi facciamo fatica a coglierli tutti… Così il buon Dio ci ha fatto un regalo: nel presente ci ha dato di vedere più vivi i colori della fatica perché non ci perdessimo quelle tonalità ma ha reso i colori della gioia e della bellezza più resistenti nel tempo perché potessimo gustarli per sempre.
Che dite? Sarà vero?

Don Matteo