Archivi categoria: Senza categoria

Orzowei

Branco Albero del Dhak

Vorrei parlarvi di inclusione raccontandovi di un libro che ho letto poche settimane fa.
Il libro si intitola Orzowei e parla di un ragazzo bianco che venne abbandonato da piccolo in una foresta abitata da popolazioni africane.
Una di queste popolazioni (gli Swazi) trovò il bambino e lo chiamo Orzowei che significa “il trovato”.
Orzowei crebbe tra gli Swazi venendo maltrattato e insultato per via del colore della sua pelle, troppo chiara. Fortunatamente un giorno, mentre era nel bosco, incontrò un guerriero di una popolazione nemica che non volle ucciderlo e lo portò nel suo villaggio e lo crebbe come un figlio. Orzowei in questo villaggio venne incluso dalla popolazione che non fece differenze e venne accettato pur avendo la pelle più chiara.
«Forse è uno Swazi, o un bianco, o uno del piccolo popolo. È tutti e tre, o forse nessuno dei tre. Eppure io ho visto: boscimani, negri, bianchi sono stati capaci di amarlo e di sacrificarsi per lui quando lo hanno conosciuto. Ed egli ha amato tutti. Ecco: quando ci conosciamo, anche se la nostra pelle è di un altro colore, ci amiamo.»

 
Vera Quintana

Che bello stare al Busto 3

Cari amici,

Io vorrei ringraziare tutti voi perché mi avete accolto e perché mi avete permesso di fare una lunga strada insieme.
I miei genitori mi hanno portato agli scout di Busto da Tradate e non conoscevo nessuno.
Prima sono stato accolto dal reparto e poi pian piano mi sono trovato nel clan.
Non è stato facile capire perché mi trovavo lì e tante volte ho fatto fatica a seguire, a camminare, a giocare e a fare le attività.
Però che bello quando ci riuscivo ed ero uguale a tutti voi.
Grazie perché mi avete sempre trattato come uno uguale agli altri e non speciale.
Anche quando mi sgridavate.
Poi mi sono accorto che con voi non solo stavo bene, ma che mi avete aiutato a diventare grande.
E con voi ho fatto la mia prima scelta da solo.
Quando ho scritto la lettera che volevo fare la partenza non l’ho detto alla mamma.
L’ho scelto io perché ho pensato che mi sarebbe piaciuto tanto continuare a stare con voi.
Io sono un ragazzo down e frequento un’associazione dove mi insegnano a vivere in questa società con le sue regole e le sue consuetudini.
Molto spesso mi sono accorto che le cose che faccio in associazione le avevo già viste con voi.

Ma la cosa più importante che sto imparando è che anche noi persone disabili dobbiamo impegnarci per insegnare alla società l’accoglienza del diverso, del più debole o di tutti coloro che hanno difficoltà.

Io so che sono stato aiutato tanto e vorrei quindi aiutare tutti coloro che hanno bisogno e, attraverso i miei gesti, testimoniare l’importanza di costruire un mondo accogliente.

Per questo mi piacerebbe dedicarmi al servizio con i piccoli.
Quando riesco ad aiutarli e fargli capire che è bello avere degli amici e stare insieme, mi sembra di dire il bello che ho provato io.
A volte quando sono a Messa mi sembra che questi pensieri nascano dal sentire le parole di Gesù che mi dice di aiutare gli altri.

Ecco questo è quello che volevo dirvi.Un grande grazie a tutti voi, buona strada
Eugenio

BRANCO Albero del Dhak – Una scelta di campo

Quando ho chiesto a mia figlia, che non vedevo da una settimana, che voto desse da zero a dieci al Campo Scout appena trascorso in Valcinghiana, ho trattenuto il fiato per un momento. Poi lei mi ha risposto: undici! E allora io ho continuato a respirare.
Undici! Meno male! Non che avessi dubbi sull’ottima riuscita dell’esperienza, ma quest’estate la scelta di andare al Campo Scout giungeva da una valutazione un po’ lunga e sofferta dei mesi precedenti, vista l’alternativa allettante di un altro Campo Estivo proprio nella stessa settimana, in montagna, con gli amici di scuola e del paese. Due belle proposte, ugualmente divertenti e formative.
Da genitori, però, in fondo, consideravamo la peculiare importanza del Campo Scout come chiusura di un anno di percorso pensato, studiato, organizzato su misura per ciascun ragazzo del branco.
Quindi, non senza qualche silenzioso tormento mentale, dubbi e perplessità celate da ostentata sicurezza genitoriale, abbiamo aiutato nostra figlia a fare… una scelta di Campo… della quale, poi, ci siamo trovati contenti.
Sia dalle foto che ci arrivavano dalla chat di WhatsApp e che documentavano i quotidiani momenti di gioco e sano divertimento, sia dai racconti di nostra figlia, una volta tornata a casa, ci siamo resi conto di aver fatto la scelta giusta: sicuramente una settimana che rimarrà nei suoi ricordi per la bellezza dello stare insieme, della condivisione e della natura.
Ringrazio, quindi, i responsabili del Branco che ancora una volta ci fanno sentire dei genitori fortunati.
Buon inizio di anno scout!

Una mamma e un papà
di una Lupetta dell’Albero del Dhak

Lasciare una traccia

La traccia che resta di più dopo aver frequentato il gruppo scout, é quella che rimane nel cuore. É la cosa più bella che qualcuno può possedere. Le tracce che in questi anni sono rimaste nel mio cuore sono così tante da non riuscire a elencarle. Noi Tikonderoga abbiamo fatto un albero con tutte le B.A., cioè le Buone Azioni, comprese quelle fatte durante la settimana. A noi scout queste cose vengono spontanee, ma a qualcuno pesa farle. Ad esempio: quando la mamma prepara da mangiare, diciamo: “GRAZIE MAMMA”? Questa cosa in me é rimasta grazie agli scout. La cosa che mi piace un sacco degli scout è che sono sempre disponibili, se non c’è qualcuno c’è SEMPRE qualcun altro, i capi, soprattutto, sono i miei migliori amici perché sanno ascoltare e poi ti indirizzano verso la strada giusta. Io alcune volte dico che la cosa più bella di una persona è la bocca perché è quasi sempre collegata al cuore.
-Elisa

Abitazioni arboricole

Ciao, sono Giacomo lupetto del branco Tiko… per prendere la specialità di amico della natura il mio capo Chil mi ha chiesto di fare un articolo parlando degli alberi.
Col mio branco proprio questa domenica siamo andati in un bosco e ho visto un albero sradicato così ho potuto osservare le sue radici.
Era un albero molto molto grande ed io ho potuto salirci fino alla cima… in orizzontale è più facile!
Secondo me gli alberi sono come i condomini, perché possono ospitare molti animali: tra le loro radici molti piccoli animali scavano le loro tane, nei buchi dei tronchi trovano riparo scoiattoli e picchi, infine sui loro rami gli uccelli costruiscono i loro nidi.
Un giorno mi è capitato di vedere un nido molto particolare.
L’uccello che l’aveva costruito, oltre ai rami aveva utilizzato un sacchetto di plastica e ho pensato: “Che bravo, anche gli animali riciclano, ma in modo diverso da noi!”.
Gli alberi non sono utili solo per gli animali ma anche per gli uomini.
Ci danno ossigeno, i loro frutti e con le loro foglie ci fanno ombra d’estate.
Tutti noi dobbiamo averne cura e rispettarli perché sono molto preziosi.
-Prunesti Giacomo

 

L’impatto di una buona azione

Ciao, sono Pablo e sono un lupetto del branco Albero del Dhak.
Quest’anno è arrivata una nuova bambina al mio gruppo di catechismo.
Qualche giorno prima la catechista ci aveva detto che aveva dei problemi, perciò ci aveva chiesto di essere gentili con lei.
Nonostante questo il giorno del suo arrivo nessuno le si avvicinò.
A quel punto io pensai a come si sentiva lei, perciò mi alzai e andai a sedermi vicino a lei: subito vidi che diventò più sorridente!
-Pablo Santoruvo

Bello da morire!

È un modo di dire, certo. Eppure mi colpisce perché stabilisce una correlazione diretta tra la vita e la bellezza: è come dire che la vita è in cerca di una bellezza, e che quando la trova in qualche modo si compie, si completa. Al punto che uno è disposto a dare tutto per quella bellezza.
C’è da dire, però, che quando vediamo che qualcuno “spende” la sua vita per qualcosa, nella nostra testa risuona una vocina che ci dice: ma ne vale davvero la pena?
E come uscire da questo dubbio? Come essere certi che ne valga la pena?
Ci vorrebbe una correlazione, quasi una parità: io do la vita per qualcosa o per qualcuno a patto che anche lui la dia per me…
Non so se avete già capito dove voglio arrivare… penso di sì, per cui desidero soltanto augurarvi un buon Natale:
Che possiate vedere nel Dio-con-noi
la risposta alla grande domanda
che portiamo nel cuore!
Don Matteo

Reparto Phoenix: Bellezza interiore

Credo che sia la prima volta che decido di scrivere qualcosa per questo giornalino, quindi eccomi qui. Ai giorni nostri spesso identifichiamo la bellezza con l’apparenza, a come si presenta esteriormente un oggetto, un animale o persona. Esprimersi sul concetto di bellezza significa quindi esprimere una opinione su ciò che si vede dall’esterno. Questo modo di vedere la realtà  può andar bene quando si osserva un oggetto, si apprezza la linea di una bella macchina o si osserva un bel panorama. Tutto cambia quando ci si trova di fronte una persona, ovvero ci si trova davanti ad un essere con un’anima. L’attuale contesto sociale in cui ci muoviamo esalta la bellezza fisica delle persone, molto si basa sull’immagine, un aspetto “bello” è già  di per sè un aspetto vincente, che ti permette di fare, dal punto visivo, una scelta che però ha un impatto anche sulle capacità  di una determinata “bella” persona. Quante volte abbiamo visto film in cui una segretaria viene scelta solo per la sua bellezza fisica e magari non sa nemmeno come si accende un PC, oppure quante volte vediamo in TV la bella BELEN, la showgirl di origine argentina che guadagna moltissimo anche per un semplice servizio fotografico? La bellezza di una persona è insita nell’amore e bontà che riesce a trasmettere agli altri a prescindere dell’aspetto esteriore. Senza dubbio è comunque importante avere un’immagine pulita ed onesta, aver cura della propria persona, perchè al contrario l’essere in disordine, trasandati è un evidente esempio di un carattere incostante e poco maturo. Una volta si diceva che la forma è sostanza, forse è esagerato dirlo ai giorni nostri ma è un concetto che senza dubbio ai nostri tempi ha una grande importanza, soprattutto adesso che è difficile avere punti di riferimento, soprattutto per noi ragazzi adolescenti ancora in crescita. Per questo credo che appartenere agli scout sia una grande esperienza che ci aiuta a conoscerci bene e in profondità  d’animo ma anche ci aiuta a crescere con sani principi e nel rispetto delle regole. Questa è la nostra bellezza.

Francesco Cacciagrano