Sono stato scout. I ricordi volano alle serate intorno al fuoco, particolarmente emozionanti, alla fatica delle camminate con lo zaino pesante che portavano spesso vesciche ai piedi, alle litigate inevitabili, alle profonde amicizie emerse in un momento di crescita spirituale e fisica, al prendere coscienza che hai grandi capacità, attraverso le costruzioni di manufatti e di un campo all’aperto, al freddo intenso ed al caldo torrido.
E molto altro ancora. Insomma la vita totale e globale che si sviluppa e cresce con te nel migliore dei modi, insieme agli altri in condivisione.
Per questo quando i miei tre figli hanno scelto di intraprendere questo percorso sono stato felice. Perché conscio del fatto che lo scautismo è un’esperienza di vita a tutto tondo, che chiunque dovrebbe provare, per cercare di diventare migliore e di essere da adulto un buon cittadino, rispettoso, collaborativo e propositivo. Attento alle problematiche sociali ed al prossimo.
Spero che i miei figli e tutti i ragazzi che sono impegnati nel nostro gruppo facciano proprie queste opportunità che lo scautismo insegna e propone, e che portino una ventata di freschezza e novità nella nostra società negli ultimi anni un po’ ripiegata su se stessa.
Luca Pedrazzini
papà di Andrea, Monica e Lorenzo
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Cronache dal campo
Le vacanze di branco 2018
Il 24 di giugno il branco Albero Del Dhak è partito col pullman per l’EMILIA ROMAGNA a Pavullo, dopo tre ore di viaggio a mezzogiorno siamo arrivati sopra alla collina, poi abbiamo pranzato e abbiamo fatto i letti: c’erano le stanze per ognuna delle 4 sestiglie… dopo di che i capi ci hanno detto di prendere il nostro libro preferito e di metterlo nella libreria del signor coriandoli, cosi che tutti potevamo leggere i libri degli altri mercoledì 27 alla mattina ci hanno detto di prendere lo spruzzino e il costume che avevamo portato e abbiamo fatto i giochi d’acqua.
Il giorno dopo noi CDA siamo partiti e abbiamo camminato poi abbiamo acceso un fuoco e con i rover abbiamo mangiato i marshmello e bevuto acqua e menta. Venerdì alla sera abbiamo fatto san scemo… e ci siamo divertiti tantissimo. Il giorno dopo siamo ritornati in sede col pullman… un bellissimo campo che per me è l’ultimo con il branco.
Colonia Grande Alce – Un campo emozionante
Questo è stato il mio primo campo scout ed è stato meraviglioso, dormire in tenda, giocare con l’acqua TUTTO FANTASTICO!
Riccardo Magnoni
Al campo estivo mi sono divertita tanto perché abbiamo giocato, fatto tante passeggiate e ho imparato tante cose nuove.
È stato emozionante perché ho cambiato coda ed è stato il mio primo campo estivo!
Mi è piaciuto condividere momenti con gli altri castorini e stare con i capi.
Saranno ricordi felici per sempre
Gloria Paro
Alessandro Raina
Un’attività divertente
Oggi pomeriggio abbiamo fatto fare ai castorini una bellissima attività basata sugli articoli del Tuttoscout: abbiamo dato loro delle domande e hanno tirato su con le loro risposte e abbiamo sistemato l’articolo. Dove l’hai fatto? con chi eri? chi hai conosciuto? qualche personaggio? quale oggetto? hai mangiato bene?
Si sono divertiti tantissimo!
Chiara P.
EDITORIALE – L’Uomo torna all’Uomo!
“L’Uomo torna all’Uomo!
Grida la notizia per tutta la giungla!
Chi fu nostro fratello ora se ne va.
Ascolta tu, popolo della giungla:
Chi potrà trattenerlo?”
“Le stelle si fanno più rare”, disse Fratel Bigio, fiutando il vento dell’alba. “Dove faremo la nostra tana oggi? Perché d’ora in poi seguiremo nuove tracce”.
Eh sì, quante volte queste ultime parole piene e cariche di dolcezza e gioia hanno accompagnato le ultime zampate nella giungla di innumerevoli fratellini e sorelline che, ormai ben oltre il color del tasso, si sarebbero apprestati da lì a poco ad avviarsi verso il villaggio degli uomini mentre da lontano si udiva risuonare l’ultimo buona caccia; quante volte queste parole sono risuonate nel cuore di vecchi lupi, nel cuore della notte, al pensiero che quell’ultima frase sottintendeva la conclusione annuale, ciclica e ripetitiva, di un cammino di un’intera comunità fatto di gioco, crescita, condivisione. Quante volte al pensiero di quelle parole ci è venuta in mente l’infinita saggezza della giungla che ci ricorda come ci sia un tempo per ogni cosa o, per dirla alla Kaa “una volta liberatici della vecchia pelle non possiamo tornare di nuovo a penetrarvi. È la legge”. Ed è così che arriva il momento del cambiamento, del rinnovamento, del fiutare nuove prede mentre si guardano indietro i profondi e polverosi solchi che si sono lasciati nella giungla.
Oggi tocca a me scrivere queste ultime righe, sul glorioso e storico giornalino di gruppo, ripensando al cammino fatto da quando, lupetto, varcai la porta della vecchia sede di via Magenta fino ad essere chiamato dalla Comunità Capi a ricoprire il ruolo di capogruppo. Quindi, mi perdonerete se userò queste poche righe per fare qualche ringraziamento sparso.
Se guardo indietro il mio cammino da educando ci sarebbero un sacco di cose da raccontare ma penso che siano tre i momenti fondamentali per ognuno: LA promessa, l’odore di quel fuoco ed il momento della partenza. Grazie, in primo luogo, a chi mi ha fatto avvicinare per la prima volta allo scautismo e a tutti coloro che con il proprio esempio mi hanno fatto crescere. In secondo luogo, da adulto chiamato capo alias, ex Bagheera, ex Hathi, ex Akela grazie ad ogni compagno di tana con cui ho condiviso lunghe e faticose cacce. A tutti voi gozzo pieno e sonno profondo! Ricordatevi che la relazione educativa si basa sul donarsi incondizionatamente senza se e senza ma. Da Capogruppo a termine mandato vorrei rivolgermi a tutta la fantastica e meravigliosa comunità capi. Cara Co. Ca. quante ne abbiamo vissute, quante serate e nottate a progettare, a confrontarsi, a gettare il cuore oltre l’ostacolo per i ragazzi che ci sono affidati. Grazie per essere stata luogo vivo e vero di cambiamento, grazie per ogni parola, sguardo ed attenzione che hai saputo mettere in ogni circostanza consapevole che la strada si apre solo camminando e che a volte arrivare in cima ad un sentiero può risultare difficile poiché il sentiero è impervio, scosceso, pieno di insidie ma una volta arrivati in cima si aprono panorami inaspettati e si sposta l’orizzonte sempre più avanti. A voi tutti il coraggio e la consapevolezza di essere veri testimoni, adulti consapevoli e responsabili per i ragazzi che ci sono affidati. Ricordati cara Co. Ca. che vali molto (alias siamo fighi) ogni tanto ricordatelo. Non avrei potuto svolgere il mio servizio senza di voi. I capigruppo sapranno custodire la Co. Ca. ed averne cura. Che il favore della giungla vi accompagni! Grazie a tutti coloro che in questi anni hanno svolto e continuano a svolgere un lavoro prezioso, quotidiano a sostegno del gruppo. Grazie a tutte le persone del gruppo genitori che ho avuto l’onore di incontrare durante questi anni. Grazie di aver concesso al gruppo la vostra fiducia.
“Buona Caccia sulla nuova pista, o Signore della Giungla! Ricorda che Bagheera ti ha voluto bene”… “l’uomo torna all’uomo”.
Corvo stravagante
Sono laboriosi ed economi
Qual’é per te la città dell’uomo?
Nella città infelice è sempre buio, non vedo niente, il volto delle persone che amo, gli amici, le stelle; nella città infelice in realtà c’è tanta luce, ma è come quando sei su un palco e ti sparano i fari negli occhi, sei accecato, potresti vedere ma i fari ti impediscono di guardare intorno.
Nella città felice le persone chiudono gli occhi, e chiedono a Gesù di essere la loro luce, di guadare la vita con il suo sguardo. E poi pensano a chi non può mai vedere perché è cieco, e gli tendono la mano per aiutarlo a camminare.
Nella città infelice non si dice niente, non si può parlare, non si può dire quello che si ha nel cuore, non si può chiedere quello che serve per vivere; tutta la città infelice è un’enorme discarica delle parole cattive, brutte, offensive, volgari, inutili.
Nella città felice la parola è per rispondere a Colui che ci chiama, a Chi si confida con noi, all’Amore che ci ha insegnato a parlare, per rispondere alle parole di Gesù. Gli abitanti della città felice pensano anche alle persone che non possono parlare, e cercano di comunicare con loro.
Nella città infelice non si sente niente, non si può ascoltare chi ti chiama, chi ti vuole bene, chi ti parla, c’è un baccano talmente confuso, c’è una musica a volume così alto che per parlare all’amico vicino devi gridare.
Nella città felice tutti ascoltano perché abitano nel silenzio dove parla lo Spirito di Dio, tutti sanno che per essere discepoli di Gesù e seguirlo bisogna ascoltare qualcuno che parla di Lui. Chi fa così si ricorda degli abitanti della città felice che non possono sentire, e prova a stare almeno vicino a loro.
Tu dove scegli di abitare, qual’é per te la città dell’uomo?
Un ringraziamento speciale a
S.E.R. m. M.E. D
don Claudio
Spunto di riflessione (da un genitore)
Parecchi di voi avranno visto alla domenica delle palme (che il gruppo ha festeggiato al sacromonte di Orta) l’auto incastrata sul muretto del parcheggio. per chi non l’avesse vista dico brevemente che per una manovra errata una coppia di ragazzi è rimasta bloccata con l’auto a cavallo di un muretto: l’auto era appoggiata sulla strada con le ruote anteriori (quelle di trazione) a penzoloni dal muretto e le ruote posteriori leggermente sollevate.
Ovviamente sono passate diverse persone: chi sorridendo, chi scuotendo la testa, chi chiedendo di spostarsi perché doveva passare (faccina con gli occhi sgranati! ) e anche un gruppo di voi che si è offerto di sollevare l’auto a mano (Apprezzato l’impegno ma un po’ troppo pericoloso!).
Ad un certo punto un papà scout si è fermato ed ha iniziato a pensare a varie soluzioni, ma la moglie lo ha guardato e ha detto: “dobbiamo muoverci altrimenti perdiamo il pullman!”; lui con molta serenità ha risposto “il pullman aspetterà… noi mica siamo scout solo a parole! ”, e come potete immaginare da quel momento sono iniziate a uscire idee, cric, corde di traino e soprattutto è iniziata la ricerca in tutto il parcheggio di sassi da mettere sotto le ruote per sollevare l’auto.
Dopo aver investito un po’ di tempo, di impegno e di forze l’auto è stata “liberata” senza danni.
A questo punto i proprietari quasi commossi hanno chiesto come potevano sdebitarsi e il super papà risponde: “pensavo ad una cena, per tutti da Cannavacciuolo, ma in fondo credo sia sufficiente che voi vi prendiate l’impegno di aiutare una persona in difficoltà qualora la incontraste! ”.
Volevo condividere questo episodio con voi perché mi ha lasciato diversi spunti su cui riflettere:
Sono uno scout (o anche un genitore scout ecc – i principi dovrebbero essere gli stessi) solo a parole?
C’è qualcosa anche di piccolo che posso fare insieme agli altri per gli altri?
…E infine… grazie a Christian, il super papà (credo del Busto 1) e agli altri che hanno collaborato o che volevano collaborare.
Katia
Il secolo scout a Busto Arsizio “La schiera bella, vigorosa e promettente…”
Buongiorno a tutti,
mi presento: sono stato scout (ma scout in realtà lo si è sempre, come diceva Lord Kitchener) nel Busto Arsizio 1°, quando ancora si chiamava ASCI. L’esperienza come capo in AGESCI, soprattutto in branca RS, risale agli anni ’80; successivamente divenni capo gruppo, nonché co-fondatore del Legnano 9. Con il nuovo millennio cessai le attività, ma non la passione per il movimento scout.
Ma vengo al dunque, ed il motivo per cui voglio scrivere sui giornalini scout di Busto Arsizio (anche io lavorai alla redazione de “Lo Zaino” una trentina di anni fa) è la promozione del libro sul centenario scout a Busto Arsizio che, come sapete, è stato pubblicato nello scorso ottobre.
Immagino che ne avrete sentito parlare, specie nella serata ai Molini Marzoli il 27 ottobre scorso. Vi sono state altre presentazioni nel marzo 2018: all’Università Popolare e a “BoragnoLibri”.
Ma l’idea, oggi, è di raggiungere maggiormente i gruppi scout, per far capire attraverso questo libro non solo la nostra storia, ma anche i nostri valori scout, vissuti per un secolo nella nostra Busto.
Premetto che non faccio tutto questo per guadagno (non guadagno assolutamente nulla da questo lavoro), il libro l’ho scritto unicamente per “volontariato”, e la sua stesura, estesa nell’arco di 12 anni (sì! dodici!) ha richiesto, oltre alla lettura di molti libri, anche l’intervista a diversi scout bustesi, di ogni generazione (dai novantenni in giù.) e la visita in diversi archivi, cartacei e digitali, da qui, sino a Milano (Fondazione “Ghetti”, Biblioteca Capitolare, Associazione Alpini, ecc.).
PERCHÉ TUTTO QUESTO?
Voglio chiarire subito che non è il “libro del Busto Primo”: ovvio che del Busto 1 se ne parli di più, poichè ha 100 anni, ed il “secondogenito” (Busto 3) ne ha solo 38! Più giovani ancora gli altri due gruppi (Busto 5 e Busto 33). E’ quindi il libro di tutti gli scout e le guide di Busto, di ogni epoca!
COME VENDERLO? Credo che i migliori alleati per questo progetto siano: le cene sociali… e… la collaborazione dei genitori scout, ma anche dei rover/ scolte.
Se ne avrete qualcuna, da qui all’apertura del nuovo anno, può essere l’occasione.
Credo che, in sostanza, il libro non vuole essere (ed io spero non lo sia!) una cronaca noiosa di fatti accaduti; certo è anche un cronaca (non noiosa però !), ma vuole essere anche un modo per diffondere i valori scout che hanno caratterizzato i nostri gruppi per oltre un secolo: si parla anche, neanche troppo indirettamente, di SPIRITO DI SERVIZIO, IMPEGNO SOCIALE, SPIRITUALITÀ (sbaglio o questi sono i contenuti del Patto Associativo?) e non mancano note divertenti («la guida e lo scout sorridono e cantano anche nelle difficoltà» recita la Legge).
QUINDI…
Perché acquistarlo?
Perché è “il” libro che parla di noi!
Ma di quali gruppi scout?
Di tutti, e di tutto il secolo: CNGEI, ASCI, AGI, MASCI, AGESCI (Busto 1, 3 e 5) e FEDERSCOUT (compatibilmente con la loro storia più o meno lunga)
Ma ci interessa ciò che accaduto prima di noi?
Sì, perché già allora dei ragazzi, nostri predecessori, svolgevano del servizio a favore di qualcuno! Volete conoscerlo? Leggetelo!
Erano accadute cose banali in questo secolo?
Tutt’altro. I nostri fratelli scout hanno affrontato, nell’ordine: l’anticlericalismo, la Grande Guerra, la dittatura, la 2^ Guerra Mondiale, la clandestinità e le difficoltà economiche della rinascita…
È adatto a tutti? Lupetti, cocci, guide, esploratori?
Non proprio, è da grandi; sicuramente per rover, scolte, novizi, capi, A.E., ma sicuramente anche per i genitori associativi. E un “domani” anche i piccoli di oggi lo capiranno.
100 anni fa nascevano i Giovani Esploratori Cattolici di Busto Arsizio, e noi “deriviamo” tutti quanti da quei ragazzi del 1917!
Questo articolo vuole fare appello:
ai genitori, affinché comprendano i valori del Movimento frequentato dai figli, e si convincano che vale la pena… acquistarlo (credo proprio che il rapporto qualità prezzo sia molto favorevole!);
ai rover, alle scolte e novizi/e, perché il tema della loro branca è “IL SERVIZIO”;
ai Capi… già provati da mille impegni, … lascio solo il compito del… “passa parola”! (so, per esperienza, che tirerete un sospiro di sollievo).
GRAZIE PER L’ATTENZIONE!
Marco Torretta