Ciao a tutti, sono Benedetta, una scolta del clan Zenit e questo è il mio primo anno di servizio nella Colonia Stella Azzurra. Per chi non lo sapesse o non se lo ricordasse i componenti di una colonia sono dei bambini che con una canzoncina di apertura si trasformano idealmente in castorini e creano, tenendosi per mano, una diga piena d’acqua.
Io, che non ho mai fatto parte di una colonia perché sono entrata al terzo anno di reparto, inizialmente non sapevo cosa fosse, proprio come i nuovi arrivati che devono scoprire un mondo mai visto.
Una delle cose che più mi piace è il fatto che i castori riescono a distaccarsi dalla realtà, per esempio quando nelle scenette, pur sapendo che sotto il travestimento c’è una Sara, un Valter o un Robi, lo considerano come un vero e proprio personaggio.
Un’altra cosa che mi affascina è vedere l’espressione dei castorini durante la lettura di uno de “I racconti degli amici del bosco”, infatti essi sono talmente coinvolti e catturati dalla storia che rimangono ad ascoltare quello che il capo sta narrando con un’aria di stupore, di ammirazione, in certi momenti di ironia. Dopo il racconto si è soliti chiedere qual è stata la cosa che li ha più colpiti: sono diverse le une dalle altre e spesso citano anche esperienze che loro stessi hanno vissuto in prima persona, raccontando di come si sono comportati o comunque di come hanno risolto la situazione.
Apprezzo molto la spontaneità dei bambini, la loro capacità di dire quello che pensano, di essere amici di tutti, di fare bene ogni cosa e sebbene abbiano interessi e caratteristiche molto differenti tra loro, hanno sempre la voglia di fare le cose insieme!
L’anno passato insieme a questa meravigliosa famiglia è quasi giunto al termine, resta solo il campo estivo. Posso certamente dire che mi trovo molto bene e che in un certo senso mi sento un po’ tornata bambina, in quanto quando, per esempio, prepariamo le attività siamo tenuti a pensare come bambini. Diciamo che quasi dobbiamo agire come fece William Blake quando scrisse The Song of Innocence, il quale nelle sue poesie descrive con gli occhi di un bambino.
Concludo con una frase di Luis Sepulveda: «I miei sogni sono irrinunciabili, sono ostinati, testardi e resistenti». Perciò non smettiamo mai di sognare e immaginare, proviamo a portare nel nostro quotidiano qualcosa di castorese.
Benedetta
Libellula lunatica