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Un’apertura speciale

Il12pegaso 1° ottobre verso le 15:00 io ed il mio reparto ci siamo ritrovati in sede pronti per la Festa d’Apertura, prima della quale dovevamo costruire l’issa. Così ci siamo divisi in due gruppi: uno faceva l’issa e l’altro puliva la sede. Dopo aver pulito e costruito abbiamo mangiato ed i capi ci hanno dato siesta e io con la mia curiosità sono andata a vedere i passaggi dei castorini.

Dopo che sono finiti i loro passaggi i capi hanno chiamato ed è iniziato il bivacco: il tema era “Inside out”. Il momento più bello è stato quando abbiamo cantato e ballato. Anche se stavolta hanno vinto i maschi. Dopo il bivacco abbiamo fatto il gioco per la creazione delle nuove squadriglie dove io sono stata spostata nelle riaperte Colibrì. Dopo il quarto anno ci ha svelato che regalo ci ha fatto: un pezzo di parete dipinto di lavagna per poterci scrivere sopra.

È stato un momento molto emozionante. Finalmente abbiamo dormito e il giorno dopo la giornata è iniziata con l’issa seguita subito dopo dai passaggi dei lupetti al reparto, è stato un momento molto speciale perché è bello vedere persone nuove nel reparto. Dopo i loro passaggi è stato il turno del nostro quarto anno. La giornata si è conclusa con la messa, l’ammaina e un grande “voga”. Quest’apertura è stata molto bella e speciale!
Civetta perseverante
Klaudia Prela
Reparto Pegaso, Colibrì

Passaggi 2016

È la terza volta consecutiva che scrivo nel libro d’oro!
Per diventare scrittori, ricordatevi di dimenticarvi il libro d’oro di reparto a casa per un periodo e… gratuitamente lo diventerete!

– E’arrivata!
– Che cos’è arrivata?
– Come che cosa, la domenica dei passaggi!
– È vero ci sono i passaggi, chissà se vedremo piangere qualcuno…

Stranamente quest’anno non ho visto piangere tanta gente però ho visto sorridere e commuoversi per la gioia e la felicità di tutti coloro che sono passati.
Non so dirvi precisamente sabato che cosa il reparto abbia fatto… so solo che è costruito il ponte per fare passare i lupetti e gli esploratori. Sono arrivato nell’esatto momento dei cambiamenti delle squadriglie e quindi ad una velocità incredibile mi sono messo subito la camicia e sono corso verso la squadriglia, la squadriglia cavalli!

pontePhoenix
Il sabato sera non abbiamo fatto tante cose faticose, ma abbiamo salutato per bene chi passava e i capi che sarebbero andati via o avrebbero cambiato reparto. Quelli del quarto anno hanno fatto per il reparto un regalo per far sì che ci ricordassimo di loro in futuro. Minuz e Alan hanno fatto insieme un moschettone con attaccato un foglio con una frase:
“Il nodo ben fatto è quello che resisterà ad ogni sforzo e che potrà venire disfatto quando lo si desidera”
Invece Pedra ha fatto un castello di carte dove ogni carta ha il nome di ognuno di noi come dire che noi sosteniamo qualcuno e nello stesso tempo siamo sostenuti da qualcuno.
Alessietto (che tristemente ci lascia) ha dato a ognuno di noi una spilla con un aquilone, simbolo di libertà e speranza. Invece noi e tutto il reparto abbiamo regalato ai passanti una maglietta con l’hit dell’anno: “PIZZA!”
Invece ad Alessietto abbiamo regalato un diario con attaccati dei bigliettini su cui ognuno di noi ha scritto qualcosa.
Dopo una lunga sosta di abbracci e discorsi si va a nanna!
Domenica alle 7 e 20 ci alziamo e andiamo subito a riparare il ponte. Anche se poco prima dei passaggi è crollato…
Dopo la riparazione c’è stato l’issa bandiera e quindi… subito a metterci le camicie. Dopo l’issa sono iniziati i passaggi e tre maschi e due femmine si sono inseriti nel nostro “gruppo”.
Dopo i lunghissimi passaggi dei lupetti ci sono stati quelli degli esploratori e qui siì che abbiamo salutato i nostri quarto anno.
Tutto ciò è durato quattro ore e dopo questi lunghissimi passaggi abbiamo mangiato e subito a fare la siesta. Dopo due ore di libertà è iniziata la Santa Messa durante la quale conosciamo i nuovi preti che ci accompagneranno durante tutto l’anno.
Al termine della funzione e dell’intervento del Sindaco che è venuto a congratularsi con noi c’è stata la chiusura e l’ammaina.
Ecco… è finito tutto e anche quest’anno comincia e io, quarto anno insieme al mio caro reparto Phoenix, farò nuove scoperte e nuove avventure.
Opossum Misterioso

Come portare avanti un’idea

CampoPasquaPegaso163Per chi non sa cosa sia, l’impresa di reparto è un obbiettivo, qualcosa che l’intero reparto s’impegna a realizzare entro, solitamente, la fine dell’anno. Ebbene l’anno scorso, nel momento in cui solitamente ognuno propone le proprie idee, io proposi una cosa che suonava non poco strana per gli altri: fare un campo, possibilmente estivo, all’estero. Ora, detto così non suona difficile: cosa ci vuole, basta trovare un posto fuori dall’Italia ed è fatta.
Tuttavia non è così semplice e l’anno scorso, anche se l’idea era stata presentata abbastanza bene, non passò. Non venne però messa da parte.
Così all’inizio di quest’anno abbiamo ripreso in mano il progetto. La prima meta proposta è stata la Germania, poi la Francia e la Spagna ma ogni campo, o per il costo o per il viaggio, non andava bene.

CampoPasquaPegaso162
Alla fine abbiamo optato per un luogo più vicino, ovvero la Svizzera, e non per il campo estivo ma per quello di Pasqua. Il luogo trovato sembrava davvero bello, grande e non costava nemmeno tanto e, sebbene all’inizio pensassi che non sarebbe stato un vero e proprio campo all’estero, durante le ricerche e soprattutto i primi contatti con la proprietaria del posto, notai alcune differenze come ad esempio la valuta diversa: non c’è l’euro ma il franco e ci abbiamo messo un po’ a capire alcuni costi aggiuntivi. Ci sono stati diversi episodi divertenti. Almeno, ora li consideriamo divertenti. Come quando la proprietaria non rispondeva alle mail per settimane o quando, verso la fine, ha provato a mandare il contratto, senza successo, dato che aveva messo il mio nome ma l’indirizzo di un’altra persona.

CampoPasquaPegaso161
Finalmente, dopo alcuni mesi di preparazione nel complesso andati bene, si arriva al giorno della partenza, nel quale mi sono chiesta “sarà andato tutto bene?”. Ebbene si! Il posto è anche il paesino intorno erano davvero belli e tranquilli. Abbiamo passato tre giorni stupendi e, miracolosamente, senza pioggia. Sebbene questa non fosse l’idea iniziale, è stata un’esperienza davvero fantastica che consiglierei a tutti.

 
Donnola Fidata

Contro il rammollimento della branca E/G

Negli ultimi tempi assistiamo di continuo ad un fenomeno particolare: pochi vogliono essere ciò che sono.
Anche gli scout sembrano presi dall’assurda voglia di vivere nel futuro o rimpiangere il periodo passato, dimenticandosi così di vivere la realtà nell’istante presente. Quando ero in servizio in branca L/C un folto gruppo di lupetti portava il fazzolettone “alla reparto” (sarebbe a dire: nodino impercettibile e cementificato sul fondo, cosicché se mi trovo senza corde in un’emergenza e mi serve qualcosa per legare posso escludere di utilizzare il mio fazzolettone); nulla di nuovo, ai miei tempi si diceva “alla Orione” perché gli esploratori di quel reparto lo portavano così. Senonché una domenica mattina, mentre assistevo un lupetto nella complicata operazione di ritiro del sacco a pelo, mi si fa avanti un tosto lupo della legge che mi fa: “Hathi, guarda, io rifaccio il sacco a pelo alla reparto”. Lo guardo dubbioso: come sarebbe rifare il sacco a pelo “alla reparto”? Scopro allora che tutti gli esploratori e le guide, a detta del lupetto, semplicemente buttano il sacco a pelo nella sacca e lo pressano sino a che questa possa chiudersi. Ho sempre pensato alla interazione tra branche come ad un bene (lo abbiamo sperimentato anche lo scorso B.-P. Day con un’attività interbranca): per i ragazzi del reparto è un’occasione, un piccolo servizio, poter giocare con i fratellini e sorelline più piccoli e d’altra parte la branca L/C esiste in quanto fase preparatoria al reparto (lo dice B.-P. nel Manuale dei Lupetti: «Tutti i ragazzi hanno la possibilità di apprendere come diventare Esploratori entrando dapprima negli Scouts, proprio come nei tempi antichi gli Scudieri imparavano a divenire cavalieri. E così anche i piccoli Esploratori, i “Lupetti”, come i paggi di una volta che si preparavano per divenire Scudieri, possono imparare come divenire Esploratori quando ne avranno l’età»).
Certo, il presupposto per un felice incontro è che i grandi sappiano essere d’esempio, ed è esattamente per questo che svolgo ora il mio servizio in branca E/G. Sarà che ho cambiato da poco, ma ogni tanto ho qualche problema di identità: oscillo tra Hathi e Carlo Maria.
Mi sembrava di essere tornato nella Giungla quando il Con. Ca. (per i non addetti: il Consiglio Capi è, salvo eccezioni, costituito dai capi reparto e da tutti i capi squadriglia) si è visto pervadere da un vivace entusiasmo per la scelta del tema del campo invernale. Il tema è il filo conduttore del campo, grazie al quale è possibile passare uno specifico messaggio e ambientare le diverse attività; negli ultimi tempi quasi sempre si cede a film e cartoni animati molto simpatici e i capi non ci badano molto perché, tutto sommato, “basta che ci sia un tema per le scenette di lancio dei vari giochi”.
Da troppo tempo, insomma, il tema è sinonimo, anche in reparto, di “ambiente fantastico” all’interno del quale, appunto, ambientare le diverse attività.
C’è un problema: “l’ambientazione” è un elemento tipico del metodo L/C. Per carità: il Consiglio Supremo dell’Agesci non avrà nulla da ridire se utilizziamo strumenti di altre branche, la cosa non ci è vietata da nessuno. Come spesso accade, però, sconvolgere l’ordine creato ha delle conseguenze non banali: un uso massiccio, non controllato, dello strumento “ambientazione” in branca E/G conduce alla lupettizzazione. E così noi avremo lupetti che, coerentemente, aspirano a divenire esploratori ed esploratori che, accidenti, vogliono tornare lupetti! Lo stadio avanzato (cui, mi pare, siamo già giunti) comporta che quando si parlerà di “Up!” o di “Madagascar”, i ragazzi sfoggeranno capacità argomentative invidiabili per sostenere che l’uno è meglio dell’altro; quando si parlerà, invece, di impresa (che è rischio, avventura, sogno, progettazione, fatica…) un silenzio religioso avvolgerà il cerchio di reparto e il monito sibilante del vecchio Kaa si farà di nuovo sentire: “Quando abbiamo mutato la pelle, non possiamo rientrarci di nuovo”.
Carlo Maria