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Crescere

Tutti cresciamo, in ogni momento.
Per esempio, quando entri a scuola per la prima volta sei timido. Poi pian piano, crescendo, impari a conoscere i tuoi compagni e sei sempre meno timido.
Crescendo impari sempre più cose, e queste cose ci aiutano a crescere di più.
Diventare grandi è imparare tante cose e impegnarsi non solo a fare quello che più amiamo. Quindi tutti noi piccoli e grandi, dobbiamo impegnarci a crescere e diventare più bravi in qualcosa.

-Alessandro Volpi

I cambiamenti del futuro

Io non ho mai pensato veramente al crescere ma per me è questo: Secondo me quando io crescerò io cambierò, intendo dire che non sarò la stessa di oggi: cambierò di statura, di gusti, di comportamento e soprattutto di emozioni e magari un giorno sarò felice e un altro triste.
Crescere non vuol dire essere popolari ed essere uno dei migliori, solo perché l’amico o l’amica si vuole comportare da stupido\a ma vuol dire prepararsi per il futuro, quindi non pensare che sia tutto facile nella vita perché non è così: bisogna impegnarsi e darsi da fare, ma anche divertirsi.
Ora quando siamo bambini non pensiamo a tuti i compiti e i problemi che un adulto affronta, ma un giorno toccherà a noi fare tutti i lavori e ci sentiremo stanchi di farli e ci sarà qualcuno che si arrenderà e diventerà povero e chiederà l’elemosina. Ma da grande si potrà conoscere la vita, le persone, i posti dove non si è mai stati. Si potranno fare cose magnifiche col cuore, l’armonia, e la famiglia. La vita può essere bella quanto avere delle avventure belle e brutte. Il crescere magnificamente in armonia e felicità con la propria famiglia è una cosa stupenda anche se la famiglia non è la tua. Quando si cresce nel proprio cammino con sé si deve sempre portare la fiducia, la gioia, essere altruisti, essere umili, avere amicizia, avere cura in se stessi, aiutare gli altri, ascoltare, aprire bene gli occhi e per finire avere tanto amore da condividere. Io ho capito che crescerò. Come non lo so ma farò del mio meglio.

-Alice Fazio

Cosa sono i passaggi?

Ciao sono Leonardo un lupetto dei Tikonderoga e vorrei raccontare la cerimonia dei passaggi dei castorini ai Tikonderoga e dei lupi anziani in reparto.
Inizio a raccontare dei passaggi dei castorini nel mio branco.
Il passaggio avviene al buio perché i castorini non devono vedere il branco a cui sono destinati.
Noi lupi ci mettiamo a semi-cerchio alla fine del tunnel, ed accogliamo i castorini destinati al nostro branco.
Il nuovo cucciolo viene accompagnato dal capo sestiglia davanti ai capi che gli danno l’accettazione cioè il fazzolettone bianco, gli si dà il benvenuto ed entra a far parte del branco.
E’un momento emozionante in cui ti rendi conto di essere più grande e responsabile, per me che è già un anno che sono nei Tiko. Al contrario dei castorini il passaggio dei C. d. a, cioè i lupi anziani, avviene di giorno.
Viene costruito un ponte con nodi scout e pali di legno, per permettere ai C. d. a di passare dal branco al reparto.
Il passaggio dei lupetti al reparto è molto simile a quello dei castorini nei lupetti.
Questi momenti sono fondamentali per il percorso scout di ognuno, i passaggi all’ottavo anno di età per i castorini e, il dodicesimo anno per il reparto.
È questo il percorso che io sto facendo e mi fa sentire speciale.

Leonardo Branda

La pace

Dio ha mandato sulla terra suo Figlio, Gesù, per insegnare agli uomini a scegliere il bene.
Noi uomini siamo liberi di scegliere tra il bene e il male.
Ad esempio, se vediamo una persona per strada in difficoltà, possiamo decidere se aiutarla oppure no.
Possiamo anche aiutare la mamma nei lavori domestici, invece di continuare a giuocare.
Allora io proverò a scegliere il bene, come ci ha insegnato Gesù.

Alessandro Volpi

La strada verso il bene

Ho deciso di scrivervi come la scelta di seguire il bene sia sempre la migliore.
Proprio la mattina di Natale, andrò a distribuire il pranzo a persone meno fortunate di me.
Credo che questa mia scelta sia un buon inizio di cammino verso il bene.
Scegliere il bene è proprio il contrario di comportarsi male. Basta anche un solo gesto d’amore, per cominciare. Se una persona piange, io la consolerei, non la prenderei in giro, come vedo fare da tanti.
Proprio così, vi racconto di quella volta che ero a scuola e stavo giocando a basket con delle mie amiche. Ad un certo punto, due di loro hanno cominciato a litigare, discutere e poi a piangere.
Ummm, cosa avrei potuto fare io?
Ho provato a consolarle, prima una e poi l’altra. Sì, perché si sono allontanate l’una dall’altra.
Alla prima ho raccontato una barzelletta e l’ho fatta sorridere, ma la seconda, arrabbiata, ha lanciato un sassolino verso di noi e stava per andar via.
Corsole dietro, sono riuscita a calmarla e… la pace tornò tra noi!
Se avessimo preso la via del male, non ci saremmo più parlate.
Quindi spero abbiate capito che per me fare del bene porta alla felicità.

Alice Fazio

Il mio ultimo campo

Vorrei parlarvi del mio ultimo campo esivo nei Tikonderoga a Cuvignone. ovviamente speciale, MAGICO
Ero appena atterrata, dopo un lungo viaggio di ritorno da New York, e, tempo di salutare la mia famiglia e pranzare, ero in macchina di Hati (Stefania) per partire verso il campo estivo… in aereo avevo dormito un po’ ma ero ancora stanca per via del fuso orario però ero troppo felice ed emozionata: stavo andando al mio ultimo campo estivo e me lo volevo godere al massimo. Ero triste, molto triste: “Perché tutto deve finire?” mi chiedevo poi però capii che non è finito proprio niente perché il bene che ho voluto fino ad ora ai miei capi, al branco ed ai rover non sparirà mai, anzi, non li dimenticherò mai perché sono tra le poche persone che mi hanno accettato per quello che sono veramente e grazie a loro ora sono Sofia e non mi vergogno di esserlo, ma tutti cresciamo e dobbiamo continuare il nostro cammino.
La prima notte ho dormito poco, non mi aspettavo ciò che poteva accadere in questo campo, ma una cosa era certa: mi sarei impegnata al massimo per rendere felici i miei sestiglieri e per provare a vincere il campo o almeno a non arrivare ultima… A volte ci sono stati momenti in cui mi sono abbattuta per paura di non essere abbastanza, per paura di sbagliare qualcosa, ma poi con un respiro profondo tutto rincominciava e vedere i miei amici intorno a me che ridevano e scherzavano mi ridava la forza per alzarmi e dirmi: “okay, basta lagne! Sbaglierai? E vabbè capita, è normale!
Il giorno dopo il mio arrivo io, Margherita, Martina e Chiara eravamo già a provare per San Scemo e penso che tutto il branco sapeva la coreografia e la canzone (GDFR Florida) a memoria da talmente tante volte l’abbiamo provata. E poi il balletto C.D.A., ormai tradizione nei Tiko, ci abbiamo messo un po’ ma almeno alla fine una sottospecie di balletto C.D.A. è venuto fuori, un balletto un po’ strano, ma almeno qualcosa abbiamo fatto…
La sera dopo, l’ultima sera, noi C.D.A. siamo partiti e l’intenzione era quella di arrivare in cima alla montagna insieme ai rover (purtroppo Rama non è potuto venire perché non stava molto bene ma ci tenevamo che venisse con noi), la scolta, Akela e Fratel Bigio e stare lì a dormire e, dopo aver camminato di notte per un bel bel po’, arrivammo in un posto con un paronama magnifico e incredibile in cielo si vedevano delle stelle più che fantastiche e poi tutte le montagne illuminate dalle case e dai lampioni. Dopo aver osservato per un po’ il panorama tirammo fuori dagli zaini il cibo e iniziammo a mangiare, ridere e scherzare, era abbastanza tardi… tutto d’un tratto il cielo si ricoprì velocemente di nuovole ed iniziò il temporale. I capi ci dissero di mettere i k-way e sdraiarsi per terra molto velocemente mentre i rover cercavano con un telo impermeabile di ripararci dalla pioggia… dopo un po’ ci mettemmo gli zaini in spalla per tornare indietro poiché si era fatto troppo tardi e non smetteva di piovere e quindi ci incamminammo verso la casa in cui tutto il branco dormiva da molto tempo. Appena arrivati nella strada principale smise di piovere ma ormai era troppo tardi per tornare indietro e costruire qualcosa per ripararci durante la notte e allora andammo verso la casa, provate a immaginare la scena: un gruppo di C.D.A. in giro verso le 4:00 di notte con la musica, mangiando biscotti… è stato bellissimo, anche se avevamo paura dei cinghiali… Appena arrivati cercammo di fare meno rumore possibile perché era tardissimo ma ad un certo punto arrivò baghi a salutarci, abbiamo acceso il camino per scaldarci e poi abbiamo bevuto il tè caldo.
Dopo mezz’ora abbiamo preparato il sacco a pelo e alcuni di noi e i rover hanno dormito nel salone e, dopo aver chiaccherato un po’, ci siamo addormentati un po’ tardi. Il mattino dopo ci siamo svegliati verso le 8.30 con molta fatica. Era l’ultima mattina e i genitori ci stavano venendo a prendere ed era il momento… di conoscere la classifica! Non siamo arrivati né primi né ultimi però… quinti, e va bene così dopo aver passato tutto l’anno per ultimi ci basta e avanza essere così perché ci siamo divertiti, abbiamo fatto fatica, ci siamo aiutati e siamo riusciti ad essere una sestglia compatta e di questo sono molto orgogliosa…
Mi dispiace lasciare il branco ma sono curiosa di fare nuove avventure, conoscere nuove persone che mi staranno accanto per 4 anni ma non dimenticherò mai i Tikonderoga…
vorrei chiedere scusa ai rover/scolta se a volte ho esagerato e sono andata oltre;
vorrei chiedere scusa ai capi se a volte non ho ascoltato o ho fatto di testa mia;
vorrei chiedere scusa al branco, i miei amici, se a volte non sono stata corretta con voi e magari vi ho trattato male;
vorrei dire grazie ai miei genitori che mi hanno insegnato a sorridere nonostante tutto e a tutti e che mi hanno supportato in tutto;
vorrei dire grazie ai capi perché mi sono sempre stati accanto anche come amici e non solo come capi e che mi hanno supportato e sopportato per 4 anni;
vorrei dire grazie ai rover/scolta che mi hanno fatto imparare molto e anche divertire;
grazie a tutti quelli che mi conoscono, che mi danno degli strani soprannomi, che mi fanno ridere, che mi abbabracciano quando mi vedono e che mi aiutano a crescere;
grazie a te che stai leggendo questo aricolo che sto scrivendo con il cuore anche se forse dovrei andare a dormire;
GRAZIE B.P. Perché senza di te tutto questo non poteva succedere ed io non sarei la Sofia che sono ora, perché per me lo scoutismo è un posto magico dove ognuno può essere se stesso senza vergognarsi…
Lo ammetto ho paura di cosa potrà succedere, ho paura del dopo, di dopo quel ponte… ma è ora di andare avanti per il proprio cammino…
NEL CUORE PER SEMPRE TIKONDEROGA! (ma proprio per sempre)

 

Sofia Pendin
Rondine Tenera

Un anno da lupetta per Alessia

Il lupo di AlessiaCiao,
mi chiamo Alessia ed è da un anno che pratico lo scautismo. Sono nel branco Tikonderoga e mi diverto tanto con i miei compagni. Nei Tiko facciamo tanti bei giochi come il buldogg, che consiste nel prendere in braccio i compagni, oppure palla scout. All’inizio avevo paura che non mi accettassero, perché loro formavano un gruppo più compatto, invece… con l’aiuto dei miei compagni, sono diventata una vera lupetta. La mia attività preferita è pernottare in tutti i posti possibili ed immaginabili. Il mio preferito è stato quello a Dormelletto.

Ciao
Zanella Alessia

Un anno da scout vissuto da lupetto

Lupo della legge Lorenzo dei Tiko a rapporto: ho iniziato tre anni fa come piccolo castoro per volere dei miei genitori ed oggi, che sono lupetto da quasi un anno, mi sento ancora più entusiasta del primo giorno: e adesso vi racconto il perché. Intanto non ho mai trovato un posto dove, nel rispetto di regole ben precise, si vive con grande libertà: ad esempio ho imparato che quando Akela ci chiama dobbiamo correre tutti velocemente per formare il cerchio, ma una volta li tutti insieme, ognuno può esprimere la propria opinione condividendola con gli altri.
Durante un pernotto invernale ho anche imparato che è meglio non svegliarsi troppo presto e chiaccherare con l’amico vicino. Io l’ho fatto e Want-olla mi ha mandato fuori con le calze bagnate in pigiama a camminare sulla neve. Vi giuro che la prossima volta, anche se mi sveglio prima, non disturberò più nessuno… lezione imparata, grazie Want-olla!
In questi miei primi nove mesi da lupetto, ho capito che, nonostante il nostro branco sia numerosissimo (siamo più di 40 bambini!), ciascuno di noi è fondamentale per tutti gli altri: se infatti uno solo di noi interrompe la catena telefonica con la quale abbiamo la responsabilità di avvisare un altro lupo per l’attività del weekend successivo, si rischia di lasciare tutti gli altri a casa danneggiando l’attività del branco. Ringrazio tutti i miei capi per come mi hanno accolto: Akela tanto severo nel far rispettare le regole, quanto buono se le esegui, Bagheera, Chil, Ikki, O-o amorevoli e coccolose come una brava mamma: Kaa, Fratel Bigio, Rama e Jakala per come ci incoraggiano durante le varie attività.
Ed infine non posso dimenticare il nostro mitico Baloo dal quale ho imparato che l’amore verso gli altri significa anche saper sopportare i difetti altrui. Un esempio su tutti il fatto che nonostante Akela sia un tifoso del Torino, io, cuore bianconero, gli voglio bene lo stesso.
Bye bye a tutti i Tiko e… forza Juve!
Lorenzo Tosi

Un anno da scout vissuto da genitore

Un altro anno da scout vissuto da genitore sta per finire, e per me è il quarto.
E se è vero che, da un lato il tempo vola, dall’altro restano indelebili i ricordi, di cui anche questo anno ne è pieno.
Due su tutti: per primo l’emozione provata in quella serata piovosa di fine settembre durante il passaggio di Lorenzo dai “mitici” castorini ai Tiko. In famiglia se ne parlava già dall’estate con Lorenzo, combattuto come noi tra l’entusiasmo di vivere questo cambiamento, e la paura di lasciare per sempre il “fantastico mondo dei castori” condiviso intensamente per due anni con il fratellino Tommaso: dunque un doppio distacco con io e Federica a chiederci “chissà come la vivranno i due fratellini”?

Le nostre preoccupazioni sono state fugate in un attimo. Lorenzo si è inserito nei Tiko alla grande, e Tommaso si è responsabilizzato di più senza il fratello maggiore con il risultato finale che oggi entrambi sono ancora più maturati e convinti nel proseguire le loro attività scoutistiche.
L’altro momento che ricordo con grande piacere è stata l’organizzazione a gennaio della “cena medioevale” per raccogliere i fondi necessari per poter realizzare al meglio la trasferta dei nostri bambini ad Ostia e Roma di marzo. Ma al di là del piacere di condividere con gli altri genitori ed i capi l’organizzazione dell’evento, volevo sottolineare lo spirito di solidarietà interno che si vive in queste occasioni, dove si ricorre ad opere di autofinanziamento a supporto delle varie attività il cui principio ispiratore è quello di “cavarsela da sé e tra sé”, donando poi ciò che avanza anche agli altri. Ritengo questa un’esperienza di grande crescita sia a livello personale che sociale.
Infine concludo ringraziando, penso a nome di tutti i genitori, i nostri “angeli capi”, che di generazione in generazione ci ripropongono, attualizzandolo all’epoca in cui si vive, quello stile di vita tipico degli scout, fatto e permeato da principi fondamentali quali la solidarietà, la condivisione, la fiducia nell’altro, il rispetto dell’ambiente, la carità. Io posso garantire tutto ciò perché sono stato lupetto 40 anni fa: era un’altro mondo ma quegli “angeli” di allora sono gli stessi di oggi con un nome diverso.
Grazie di cuore

 
Emanuele

Che cos’è la misericordia?

La misericordia è un sentimento di comprensione. Per esempio: mia sorella voleva i miei elastici ed io invece di arrabbiarmi l’ho compresa ed ho capito che anche lei ne aveva bisogno, oppure i ladri che vanno a rubare nelle case ma non per piacere ma per problemi economici. Se a me entrassero i ladri in casa mia non gli aprirei la porta, ma li comprenderei perché credo che sia l’ultima cosa che vorrebbero fare, il rubare. Ed anche i profughi, che vorrebbero rimanere nel loro paese ma non possono ed io sento dire da molte persone: “che se ne stiano a casa loro” però non possono ed intanto ci sono mamme e bambini che vengono con dei gommoni, ed ovviamente anche papà, che muoiono. Se pensassimo di essere noi quelle persone che muoiono nel mare attraverso tante peripezie per venire qui a salvarsi e sono senza cibo e senza niente…
SECONDO ME LA MISERICORDIA È IL CONTRARIO DELL’INVIDIA; IO PENSO PRIMA DI CRITICARE GLI ALTRI: “SE IO FOSSI NEI LORO PANNI COME MI SENTIREI?”.
Chiara Fazio