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REPARTO Pegaso – Una storia lunga sedici anni

Pegaso2018Due fiamme erette, che avrebbero dato vita a due reparti differenti, erano impiantate nel terreno durante l’ultimo giorno di campo estivo del reparto Andromeda annata 2002/2003. La notizia scaturì grande dissenso da parte dei’repartisti’, che mai avrebbero pensato di doversi dividere in due reparti, per di più uno composto solo da guide (Idra) e uno composto solo da esploratori (Pegaso). Non ho mai potuto conoscere il reparto Idra e non ho vissuto sulla mia pelle l’inizio del reparto Pegaso, ma solo la fine, e posso dire con certezza, dopo quattro anni passati in questo reparto, che il lavoro e la dedizione dei primi ragazzi del Pegaso hanno dato vita a un reparto degno del suo nome.
La parola “nascere” del reparto Pegaso non ha un senso solo simbolico, in quanto esso è partito da zero: non aveva materiale per le attività, per il quale ha dovuto fare parecchio autofinanziamento, non aveva una sede che si è posto come obbiettivo tramite la sua prima impresa e non aveva tradizioni, che nacquero dalla creatività degli esploratori stessi. Ad esempio, una delle tradizioni che da sempre fa parte del reparto Pegaso è quella “dell’uovo di Pasqua” che consiste nello spaccare in testa ad un ragazzo o una ragazza del primo anno un grande uovo di cioccolato.
Una delle poche cose, che il reparto Pegaso mantenne dal reparto Andromeda, furono i nomi delle quattro squadriglie maschili: Albatros, Puma, Ermellini, Lupi. Quando poi passarono le prime nove ragazze dai branchi/cerchi nacque la squadriglia delle Aquile, seguita negli anni a venire da Colibrì e Coyote. Un’altra delle cose che il Pegaso mantenne dal vecchio reparto, fu l’usanza di “Mr. Campo” che ricorreva a ogni campo estivo e che è durata fino ad ora. Con il passare del tempo ho potuto scoprire che molte cose si sono trasformate o addirittura cambiate totalmente. Andando avanti con gli anni si sono chiuse delle squadriglie e aperte delle altre, il numero di esploratori e di guide è cambiato a modo alterno, naturalmente con il passare degli anni la staff del Pegaso ha continuato a variare anch’essa e di conseguenza il clima del reparto ha subito delle mutazioni, rimanendo comunque positivo.
Ripercorrendo in prima persona la strada del Reparto Pegaso si può notare che essa è lastricata di ricordi e avventure che solo chi ha vissuto personalmente conosce e, siccome non tutti hanno potuto vivere questa esperienza così da vicino, ho deciso di informarmi per rendervi partecipi anche dei più piccoli dettagli che fanno parte di questo Reparto. La mia domanda ’il primo ricordo che ti viene in mente quando pensi al Pegaso?’ ha avuto diversi punti di vista “Ne ho tanti di ricordi ma quello che rammento di più, è del mio secondo anno. Era il mio compleanno e quando sono entrato in sede mi hanno fatto una festa a sorpresa”, “il ricordo più impresso che ho è il primo pernotto del reparto Pegaso, durante il quale abbiamo scelto l’urlo di reparto” due ricordi di due dei fondatori del Pegaso: Enrico Bellotti e Paolo Maglietta. “Non è un ricordo particolare ma un sentimento, l’emozione di sapere che eravamo più di un reparto, potevo contare su chiunque e sapevo che nonostante tutto, il reparto Pegaso era la mia famiglia” pensiero di Martina Richiusa, una delle prime ragazze ad entrare a far parte del Pegaso. Non posso darle torto, è normale che un Reparto diventi una ’seconda famiglia’ grazie alle persone che ne fanno parte, grazie alle esperienze che le legano, ai rapporti che si creano, grazie alla staff, a quei capi che ci fanno da fratelli maggiori ma anche da educatori, che “ci preparano la ’spa’ dopo l’hike con tanto di massaggi e creme” come ricorda Giorgia Broggi. Spesso molti dei ricordi che sono venuti fuori chiedendo a queste persone sono aneddoti divertenti o scherzi che possono sembrare sciocchezze ma che alla fine sono sempre ciò che si ricorda meglio come Alessandro Chiarot “Sono troppi ricordi per sceglierne soltanto uno! Campo invernale del quarto anno, vinto dalla mia squadriglia Ermellini, tema Cavalieri dello Zodiaco, abbiamo realizzato un video parodia, del primo episodio del cartone. Memorabile.” o Giorgio Lualdi “Ce ne sono tanti… ma uno ’particolare’ fu quando il mio vice rimase appeso per le mutande durante un percorso Hebert, scendendo dal quadro svedese”. “Quando ero al terzo anno di reparto, durante un pernotto, mentre i capi stavano facendo staff dopo averci messo a letto, io e la mia amica Chiara siamo ’sgattaiolate’ in bagno per chiacchierare, ma siamo rimaste chiuse dentro ed essendo le tre di notte, nessuno veniva ad aprirci. Per un attimo ho creduto che avrei dovuto dormire lì”. Questo è uno degli aneddoti divertenti di cui parlavo prima e che mi viene in mente per primo quando ripenso ai ricordi gioiosi che mi ha lasciato il mio Reparto anche se per quanto mi riguarda il Pegaso ha fatto molto di questo, in quanto non mi ha lasciato solo storie simpatiche da raccontare ma amicizie, esperienze e emozioni che porterò sempre con me.

pegaso2018
NEL FIRMAMENTO UN CAVALLO ALATO RIEVOCA TEMPI LONTANI

REPARTO PEGASO

Questo è ciò che venticinque ragazzi sedici anni fa hanno creato, durante il primo pernotto del reparto Pegaso, questo urlo fra poco non avrà più voce, ma la suo eco rimarrà nella storia, fino alla fine dei tempi.
TM

Le scelte di oggi per una SEDE che cambia

Ciao Bustotre,
si, lo sappiamo, abbiamo saltato qualche numero della rubrica di Clan, ma anche i migliori cadono specialmente quando le cose da fare sono tante.
Siamo qui oggi non solo per sperare di rimediare a questa mancanza, ma anche e soprattutto per informarvi, arricchirvi, rendervi partecipi, di ciò che sta accadendo alla nostra bella casa, il Macello!
In uno degli ultimi articoli abbiamo parlato del contratto di affitto e di come siamo legati economicamente e legalmente al Comune per l’usufrutto di questo spazio. E’arrivato il momento di affrontare un nuovo tema: le utenze.
Per i più piccoli, le utenze rappresentano i soldi che spendiamo per mantenere la sede calda, per poter accendere le luci e per poterci lavare le mani e bere in sede, si parla quindi di Gas, Elettricità e Acqua.
Il tema è molto vasto e complesso ma cercheremo di riassumerlo.
Iniziamo dall’Oro blu quest’ultimo, infatti, al momento non è a carico nostro, ma dell’AGESP anche se è in corso la voltura dei contratti.
Per quanto riguarda l’elettricità la situazione è molto più complessa. L’impianto è infatti in fase di partizione, ovvero si sta cercando di capire, con il Comune, quali zone siano a carico nostro e quali no (ad esempio le luci perimetrali accese tutta la notte tutti i giorni, sono per ragioni di sicurezza degli spazi dedicati al Tribunale, non per esigenza nostra), inoltre andrà progettata la messa a norma degli impianti.
Arriviamo ora al fulcro dell’articolo, il tema sul quale ci sono state più novità ultimamente: il gas, e partiamo dall’inizio.
Fino a qualche mese fa l’unica fonte di riscaldamento di tutta la sede era una vecchia centrale “termonucleare” (non lo è davvero ma lo sembra) situata sul retro, inoltre il gas veniva distribuito per scaldare anche le altre zone del Macello. Si è però realizzato che non fosse una situazione ottimale, così il riscaldamento è stato confinato solo al corridoio principale (quello dei branchi per intenderci), cucinare è diventato impossibile se non con i fornelloni, ed il salone ha raggiunto le temperature della Siberia invernale: urgeva una soluzione.
Qualche mese fa la nostra Co. Ca. (Comunità Capi) ha così iniziato i lavori per mettere a norma l’impianto del gas della cucina e del salone, lavori finanziati dal bando sedi sicure dell’AGESCI Lombardia (grazie agli ingressi dell’8xMille) e ultimati nel mese di Gennaio.
È così che da circa 4 mesi abbiamo nuovamente una cucina funzionante e un salone riscaldato, ma la centrale “termonucleare” che abbiamo menzionato prima?
Beh, quella parte del riscaldamento è per ora a carico del Comune con il quale stiamo cercando delle soluzioni, infatti, non molto tempo fa l’AGESP ha posizionato dei contabilizzatori per verificare quanti metri cubi di gas effettivamente consumiamo, dato necessario alla risoluzione della trattativa.
Caro Busto3, tutto ciò che potevamo dirvi riguardo le ultime novità della nostra sede è stato detto, ci rimane però ancora un punto da trattare: la consapevolezza. Sta infatti a noi avere cura non solo degli spazi ma anche di ciò che facciamo, ad esempio: chiudere la porta con il riscaldamento acceso aiuta ad abbattere i costi che potrebbero diventare molto alti, fare bene la raccolta differenziata evita di prendere multe (oltre a dispensare il Clan dall’infilarsi nei bidoni per spostare i rifiuti sbagliati), pulire bene dopo le cene e non lasciare cibo sparso per la sede elimina la presenza di topi e il relativo costo per tenerli lontani, la sede è nostra e siamo noi i primi a doverne avere cura!

Grillo Cangiante,
Ippopotamo Vorace, Lepre Loquace