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Colonia Grande Alce – Il mio campo scout

ttscout160 (7)ttscout160 (22)Questa estate siamo andati a Cavandone per fare il campo dei castorini della colonia Grande Alce.
Il tema era Avatar.
Lì abbiamo anche incontrato gli alieni che vivono su Pandora
E’stato bellissimo fare i lavoretti, giocare, dormire in tenda, mangiare all’aperto.
Dei lavoretti che abbiamo fatto quelli che mi sono piaciuti di più sono stati fare l’arco e giocare con le cerbottane.
Abbiamo fatto anche il bagno al lago Maggiore.
L’ultima sera abbiamo anche visto il film all’aperto di notte.
E’stata veramente una bellissima esperienza!
Giovanni Benaglia – coda nera

ttscout160 (14)ttscout160 (17)I primi giorni abbiamo dormito nella casa ed io ero nel letto a castello in alto con altri due compagni Richi e Guglielmo. Nei giorni successivi abbiamo dormito in tenda ed è stato un’esperienza bella. Poi abbiamo festeggiato il nostro compagno Giovanni che compiva gli anni. Abbiamo costruito con i nostri capi un viaggio immaginario che ci ha portati sul pianeta Pandora abitato dai Navi. Anche noi siamo diventati Avatar riconoscibili dalla faccia blu dipinta dai nostri capi. Una sera i nostri capi ci hanno fatto vedere il film Avatar direttamente sotto le stelle, ma non siamo riusciti a vederlo tutto perché si è fatto molto tardi e avevamo sonno. Per alcuni di noi questo viaggio si è concluso con il passaggio alla coda grigia oppure alla coda nera e per me ha significato tanto. È stata un’esperienza indimenticabile.
Andrea Pedrazzini – coda nera

ttscout160 (12)Mi chiamo Tommaso Tosi castoro coda nera della Colonia Grande Alce e vi scrivo per raccontarvi le cose che mi sono piaciute di più al campo estivo sul pianeta Pandora: mi è piaciuto tanto giocare con i Navi uomini blu alti 4 metri e soprattutto dormire alcune notti in tenda sotto le stelle con i miei amici e i capi… una prima volta molto divertente ed emozionante.
Tommaso Tosi – coda nera

ttscout160 (13) La cosa che mi è piaciuta di più al campo è stata di fare finta di essere un militare. Dormivo in tenda con Patrizia e avrei voluto anche Alice. Zio Malak al mattino ci svegliava in fretta. Mi è piaciuto molto il campo”
Nicolò Ottobrini – coda bianca

Al campo estivo dei castorini mi sono divertito a colorare il drago.
Riccardo Milani – coda fulva

Un campo estivo epico

ttscout160 (11)Ciao mi chiamo Chiara e sono una “lupetta” del branco Tikonderoga.
Oggi voglio raccontarvi la mia esperienza al campo estivo. Appena arrivati mangiammo, dopo abbiamo messo gli zaini nelle camere, abbiamo scelto il letto e poi abbiamo fatto la siesta. I capi ci hanno fatto vedere una tabella con scritte tutte le sestiglie, ogni giorno dovevamo fare dei lavori tipo: pulire le camere o i bagni, si prepara la tavola per la colazione, il pranzo o per la cena, dopo si ripuliva tutto.
Le attività di sera erano bellissime; una sera molto buia, fuori c’era una magica atmosfera, nel cielo brillavano le stelle e noi camminavamo con le torce in un piccolo sentiero pieno di ortiche, ma non avevamo paura perché eravamo tutti uniti. Una sera abbiamo fatto una festa, chiamata San Scemo, a questa festa abbiamo fatto un balletto, io e Matilde ballvamo invece Angelica e Sara cantavano. Quel giovedì è stato il mio giorno preferito anche se pioveva.
Un giorno avevamo fatto una gita alle cascate, c’era tanto da camminare e la terra era tutta bagnata; arrivati alle cascate ci divertivamo a bagnare i piedi che però verso la fine ci facevano male perché c’erano i sassi. Gli ultimi giorni sono stati brutti per me perché ero stata male. Ma l’ultima sera c’era un gioco speciale e come cena visto che era l’ultimo giorno abbiamo mangiato la pizza. Abbiamo fatto una battaglia, prima dovevamo preparare con le bombolette, i cartoni e la tempera una specie di casetta nella quale avevamo messo degli scudi, delle piccole bombe fatte di carta e pasta di sale e altre cose. Alla fine uno della sestiglia doveva gattonare e raggiungere una fune, finalmente un compagno dei bianchi è riuscito a tirare la fune e così la mia sestiglia ha vinto e io ero felicissima. Ci siamo divertiti, abbiamo fatto i giochi d’acqua, eravamo in costume, abbiamo giocato a palla insaponata e alla fine i bianchi sono arrivati terzi.
Che bel campo, peccato solo che era così corto, avrei voluto fosse più lungo. L’esperienza del campo è stata una cosa molto bella perché eravamo tutti insieme, allora ci vediamo tutti al prossimo campo.
Ciao a tutti
Chiara

Questo campo estivo è stato EPICO!
E’iniziato il 24 giugno ed è finito il 1° luglio (purtroppo).
Il tema era Peter Pan. A San Fedele: un bel posto.
Mi è piaciuto molto quando abbiamo vinto la “caccia al tesoro”.
Mi è piaciuta anche la catechesi dove abbiamo imparato molte cose e, alla fine, ci hanno dato una stella con scritto: “SCEGLI LA TUA STELLA” una frase molto bella.
Per chi non sapesse chi sono le “stelle” sono queste persone che hanno fatto ottime azioni.
I giochi sono stati molto belli ma il brutto è che la nostra sestiglia (bianchi) ha iniziato male, con alcuni svantaggi.
Anche l’uscita dei C.D.A. è stata bella: siamo andati in una vecchia casa di riposo.
Il giovedì abbiamo fatto sanscemo che è stato fichissimo con tutte quelle esibizioni e tanto altro.
Sanscemo è una specie di talent show, dove tu (sì proprio tu che stai leggendo il TUTTOSCOUT) ti devi registrare su un foglio che ti danno i capi e devi scrivere il tuo nome e che cosa fai. Bello, no?
Il venerdì i capi hanno letto la lettera dei C.D.A. (Una lettera che hanno scritto solo i C.D.A.) e tutti e dico TUTTI ci siamo commossi. Ma alcuni non si sono commossi.
La cosa che mi è piaciuta di più è stato sanscemo e invece la cosa che non mi è piaciuta in assoluto è stato quando dovevamo partire.
Michele Borsani

Ciao mi chiamo Sara Romano, ho 8 anni e sono nel branco Tikonderoga.
Vi parlerò del mio primo campo. Sono arrivata di pomeriggio, un po’ più tardi degli altri. Ero molto felice ma allo stesso tempo triste perché non mi ero allontanata così tanto dai miei genitori prima di allora.
Perché non iniziamo con la vera avventura? Eravamo invitati alla festa di compleanno della Regina Elisabetta, ci eravamo seduti dove i capi imitavano i personaggi bellissimi ma in quell’attimo abbiamo sentito un tintinnio. Indovinate chi era? Erano Peter Pan e Trilli, loro sono i protagonisti. Poi ci sono i loro amici! I Bimbi Sperduti e gli Indiani…
Peter ha tanti amici. I capi ci hanno fatto ascoltare una canzone che diceva: guarda la stella a destra. Quindi siamo andati a destra e c’erano delle stelle con scritto il nome di una sestiglia. Ci eravamo divertiti un sacco ed era l’ora di dormire. Io non sono riuscita a dormire la prima sera perché Akela ci ha raccontato storie paurose e io avevo sempre paura ma le mie amiche mi dicevano che era tutto finto. Passarono 4-5 giorni e arrivò il giorno più bello del campo, il giorno in cui abbiamo fatto giochi d’acqua. Abbiamo fatto un gioco bellissimo ma che faceva anche male. Dovevamo trasportare un bicchiere d’acqua senza rovesciarlo ma a volte si cadeva per terra. In pochi ci sono riusciti. Abbiamo fatto un gioco molto bello, si chiama calcio saponato. Le regole sono come quelle del calcio, solo che dovevamo stare seduti o strisciare per terra, non ci si poteva alzare. Poi abbiamo fatto un altro gioco: c’era una piscinetta con acqua e sapone e all’interno c’erano sassi e monete. Lo scopo del gioco era quello di trovare le monete.
Si avvicinava piano piano il giorno di andare via dall’isola che non c’è. Ah, dimenticavo di parlarvi del terribile Capitan Uncino e Spugna.
Ricominciamo dove eravamo rimasti. Una notte eravamo tutti riuniti e Baghera ci ha raccontato una storia che parlava di lei, ci ha detto che se ne andava, cioè andava in pensione e tutti siamo scoppiati a piangere.
Arrivò il giorno di dire addio all’isola che non c’è. Tutti eravamo ansiosi di sapere chi avesse vinto il campo. Purtroppo la mia sestiglia non ha vinto, siamo arrivati terzi. E’stata la sestiglia dei grigi ad aver vinto. Sono stati bravissimi. Prima di andare via i capi ci hanno donato una collana con scritto “scegli la tua stella”; e poi siamo volati sulla prima stella a destra.
Sara Romano

Mi chiamo India, ho partecipato a molti campi estivi. Quest’anno mi è piaciuto il tema “Peter Pan”, mi è piaciuta molto anche la storia di Mogli.
Ho provato dolore al ginocchio ma mi sono divertita ai giochi d’acqua: mele nell’acqua, il calcio saponato, la terra dove ci sporcavamo.
Abbiamo fatto anche San Scemo! mi sono divertita un sacco a me piace molto ballare.
I capi sono: Akela: il più anziano – Bagheera: la più saggia – Kaa: il serpente sibilante – Chil: la nostra “pronto soccorso” – Mamma Raksha: il capo che è anche la mia amica del cuore – Bigio: il pazzo
La vostra marachella
India

Cari amici, spero che anche voi avete vissuto un campo estivo come quello dei “Tiko”. Posso dirvi che il primo campo che ho fatto l’anno scorso è stato molto bello ma quello di quest’anno è stato ancora più bello. Il primo però è stato quello che mi ha colpito di più perché è stata la prima esperienza di questo tipo e abbiamo fatto un sacco di cose. Abbiamo fatto i giochi d’acqua, San Scemo, decorato una maglietta, fatto il bastone della pioggia, e per il gran finale siamo arrivati terzi.
Ai giochi d’acqua siamo entrati in una piscinetta a due a due, per cercare le monetine. Quando le trovavamo c’era una staffetta dove bisognava scivolare con un bicchiere d’acqua pieno, poi con l’acqua rimasta riempire la bottiglia. Poi abbiamo giocato a calcio insaponato e per finire bisognava rotolarsi nel fango e coi propri compagni che ci spruzzavano. Sono sicura che i prossimi campi saranno bellissimi ma il primo rimane sempre quello che più mi ha colpito ed emozionato.
Ciao a tutti
Chiara

Prossimamente al campo scout

Chi seguisse questa rubrica da qualche tempo saprebbe che, benché non mi possa definire un esperto, provo sempre un grande piacere nel guardare e riflettere sui prodotti della settima arte, Il che non mi risulta per nulla difficile d’Estate, periodo dell’anno durante il quale escono la maggior parte delle pellicole dell’anno.
E tanti film significa naturalmente tanti, tanti trailers. Vedere un trailer a volte è divertente quanto vedere un film, perché questi ti dona una serie di piccoli elementi che, un po’ come mattoni, possono essere assemblati dalla fantasia dallo spettatore per creare il proprio film, più o meno dissimile da quello reale.
C’è sempre stato un mattone, però, a cui la mia fantasia di spettatore ha sempre faticato a trovare una posizione consona, cioè quella frase tipica dei film d’amore che fa più o meno “Quell’Estate che non potranno mai dimenticare”.
L’Estate è sempre un periodo estremamente piacevole, ma mai mi è capitato di viverne una che davvero, per utilizzare un’altra variante della frase in questione, mi rimanesse dentro.
Insomma, che fosse davvero memorabile.
Così ho continuato a vivere la mia vita senza preoccuparmene troppo, limitandomi a bollare mentalmente quella frase come una trovata pubblicitaria particolarmente efficace ma di per sé vuota.
Almeno fino a questa particolare Estate.
Quest’anno ho vissuto molte esperienze, alcune delle quali hanno avuto un forte impatto sulla mia persona, ed una di queste è stato il fatto di aver vissuto il mio primo campo da capo scout.
Un campo non semplicissimo che, per rispettare il progetto proposto dai ragazzi durante l’impresa, è stato fatto all’estero (Svizzera, ma pur sempre un altro stato), senza cambusa e con un ricambio costante tra capi e rover/scolta di servizio per riuscire a tenere fede ai diversi impegni lavorativi.
Premesse non particolarmente incoraggianti insomma, ma che non ci hanno impedito di svolgere il campo al meglio.
Abbiamo avuto degli imprevisti, certo, come quando un’improvvisa tempesta di vento ci ha quasi strappato via le tende, o dei momenti di sconforto quando i ragazzi ci hanno fatto capire che non avevano apprezzato alcune attività, ma affrontando i primi e riflettendo sui secondi siamo riusciti a portare a termine un gran bel campo, ed io credo di aver finalmente trovato quell’Estate che mi “rimarrà dentro”.
Mi rimarrà dentro perché è in questa Estate che finalmente ho visto morire la mia paura di mettermi davvero in gioco ed ho visto nascere una voglia, e soprattutto una capacità di fare che non credevo minimamente di possedere e, chissà, forse effettivamente non possedevo prima di quest’esperienza.
Questa nuova rivelazione potrebbe fare quasi paura, soprattutto considerando che è nata da una piccola frase stereotipata inventata per vendere qualche film sentimentale. Ma in fondo il marketing per funzionare davvero deve fare leva su qualcosa di vero, ed è vero che l’amore, vuoi che sia per una persona, per uno stile di vita, o anche per un ideale è un qualcosa che, quando lo scopri, ti cambia profondamente dal dentro.

 
Tricheco birbante

Campo estivo in Svizzera 2016

OLYMPUS DIGITAL CAMERACiao a tutti amici lettori, sono Alessandro, il vostro cronista incaricato di raccontare a voi e alle generazioni future le avventure del reparto Phoenix.
Come al solito incomincerò dal principio: dopo un’agognata preparazione all’altezza di un reparto coi fiocchi, eccoci finalmente arrivati alla prova del nove: mettere in pratica quello che fino a pochi mesi fa era un’idea lontana. Era la prima volta nel reparto che facevo un campo all’estero e, se devo dirla tutta, l’idea non mi emozionava più di tanto dato che fino alla fine mi sono schierato nell’opposizione, ma mi sono dovuto ricredere.
Era un 9 Luglio di quelli afosi e soleggiati. Appena arrivato in sede venni sommerso da richieste e richieste d’aiuto fatte dagli altri repartisti che nel frattempo, come tante piccole formiche all’opera, avevano incominciato a spostare fuori tutto il materiale necessario per il campo. Dopo aver aspettato il resto del Reparto, caricammo tutto il materiale su di un pullman e partimmo verso la Svizzera. Ovviamente nulla è perfetto e, una volta superato il confine svizzero, dovemmo scendere in un parcheggio semideserto dato che il largo pullman non passava per le strette vie del centro abitato. Dopo una mezzoretta di cammino arrivammo al campo base dove dei capi ci stavano già aspettando impazientemente. La prima cosa da fare era quindi montare le tende, che sarebbero stati i nostri alloggi per il resto del campo, la nostra, con vista campo base, era però sopra la collinetta più alta quindi ogni volta che ci eravamo fatti la doccia, una volta arrivati in cima eravamo già sudati e sporchi.
Ben presto il lancio del tema ci fece intuire che la trama del campo estivo era incentrata su “Ritorno al futuro”, film leggendario che vede protagonisti Marty ed il suo inseparabile amico Doc.
Il pomeriggio passò velocemente sotto il cocente sole svizzero, anche la notte passò rapida e il giorno dopo eravamo alle prese con qualche altro gioco organizzato a giorni alterni dai capi o dalla pattuglia animazione, di cui io facevo parte. Le mie attività preferite si sono svolte nei giorni centrali del campo: uno è la progettazione e la fabbricazione della mitica DeLorean, che permise a Marty di viaggiare indietro nel tempo, che ci eravamo trascinati dalla sera prima.
Una volta costruita la macchina andava alimentata, ma non col Diesel bensì con l’uranio, che ci siamo guadagnati in una staffetta su e giù per le colline.
Ora le De Lorean erano pronte per il salto… ma non c’era un solo modello, bensì 4, quindi spettava a noi decretare la vincitrice scoppiando i palloncini attaccati nelle portiere delle macchine avversarie. Alla fine i modelli migliori si dimostrarono il nostro e quello dei Giaguari.

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Come al solito non potevano mancare i Libici. L’obbiettivo era quello di sparare dell’acqua colorata sugli avversari, ogni squadra ha abbinato un colore, alla fine una persona con un colore dominante valeva un punto per la squadra abbinata al colore.
Alla fine sembravamo delle tavolozze dipinte da Picasso!
Ovviamente il campo non fu sempre soleggiato e un giorno cadde sulle nostre teste un acquazzone che rischiava di soffiarci via le tende, alla fine con 3 picchetti per tirante riuscimmo a sconfiggere il maltempo.
Il nostro secondo nome è avventura, quindi, in occasione del sopralluogo dei dintorni Alan ci intrattenne con una sfida al medico migliore: dovevamo curare i nostri capo che si erano provocati delle fratture multiple, scomposte ed esposte ma alla fine con la nostra buona volontà riuscimmo a salvarli.
In un campo in tema anni ’50 non poteva mancare il ballo di gala, che comprendeva cena a buffet e balli più o meno stile anni ’50, insomma ci divertimmo come dei matti e andammo avanti a ballare fino a quando la fievole fiamma del braciere non si spense del tutto lasciandoci spazio per la veglia alle stelle dove riflettemmo su tutto ciò che era accaduto nel corso del campo.
Anche l’Hike passò senza difficoltà e anche se affaticati tornammo al campo base. I capi ci ritennero anche pronti per la cerimonia dei nomi totem, dove io venni battezzato: Turaco temerario.
Finalmente il campo era finito, ma una cosa ci aspettava ancora: la premiazione della squadriglia migliore del campo e con molta sorpresa la nostra squadriglia vinse il campo! Finite le premiazioni in cui alla fine mi avvolse un senso di gioia e compimento, tutti riabbracciammo i nostri cari e l’Estate che non era ancora finita!
Alessandro Baraldi
Turaco temerario

Un campo ricco di emozioni

16Come credo ognuno di noi, per me il campo estivo è un momento di grande felicità.
Ogni anno mi succede sempre la stessa cosa: guardando il calendario mi accorgo che manca pochissimo al campo e che non ho ancora preparato lo zaino.
Questo anno il campo è durato 8 giorni, ma di certo la lunghezza non mi ha spaventata. Alla partenza eravamo felicissimi e curiosi di scoprire che cosa avremmo fatto. Il tema del campo di certo intrigava… “Lo Hobbit”. Io personalmente non vedevo l’ora di incominciare ed ero al settimo cielo, ma la felicità è durata poco visto che per arrivare al campo a noi destinato c’era una salita lunghissima che sembrava non finire mai. Arrivati in cima, senza perdere tempo abbiamo montato le tende, anche se una leggera pioggerella e il freddo iniziavano a farsi sentire. Appena scesa la sera abbiamo acceso il fuoco e ci siamo tutti stretti intorno a esso. Per il gran freddo che faceva sembrava di essere al campo di Pasqua. I primi giorni sono passati velocemente ma sono stati piuttosto difficili per via del tempo. Ed è qui che arriva la parte del campo che preferisco in assoluto e sono sicura che molti mi troveranno d’accordo: l’hike.
Come ogni anno l’hike è il momento in cui la squadriglia è più legata e dove anche i più timidi si tirano fuori. E solitamente dopo questo genere di esperienze la squadriglia torna più unita di prima. Una cosa negativa dell’hike, però, è che quando ritorni sei distrutto. Ma i capi sono preparati, e quindi dopo esserci lavati e cambiati abbiamo mangiato panini con la Nutella e abbiamo fatto una serie di massaggi rilassanti. Il tempo passa, e il giorno di rientro si avvicina, fino a diventare “domani”. il giocone finale è sempre il più lungo e il più duro e con la fine del gioco tutte le mie energie se ne sono andate. Per me però, più che per altri, questo campo è stato particolarmente speciale per via della cerimonia dei totem, che è stato un momento davvero bellissimo ed indimenticabile.
Per concludere, vorrei dire che non vedo l’ora che l’anno ricominci, perché sono sicura che sarà bello come sempre!

 
Farfalla visionaria
Laura Merlo

Anche Vittoria ed io abbiamo lasciato le nostre tracce sul sentiero

11Il 26 settembre sono partita assieme a Vittoria per un campetto di 3 giorni a Viggiù, con diversi CDA di altri Gruppi Scout della Lombardia.
Quando siamo arrivate alla fermata del bus a Varese abbiamo visto fazzolettoni di tantissimi colori: era stranissimo vedere fazzolettoni tutti diversi, ma allo stesso modo era anche bellissimo. Quando il bus ci ha portato a Viggiù mi sono accorta che c’era tantissimo verde a differenza della nostra città. Appena arrivati a destinazione, dopo una camminata a piedi con lo zainone sulle spalle, abbiamo fatto un giro di nomi per presentarci. Subito dopo aver sistemato gli zaini ci è stato detto dove potevamo giocare: un bellissimo bosco che circondava la casa scout che ci ospitava. Dopo un po’ di siesta abbiamo fatto un gioco: il primo tenendo un capo di filo lanciava un gomitolo ad un altro CDA che raccontava i suoi gusti e i suoi hobbies. Poi abbiamo pranzato con le cose che ognuno aveva portato da casa per tutti: stuzzichini salati portati dai maschi e splendide torte e muffin portate dalle femmine. Dopo un po’ di siesta ecco la chiamata e ci viene spiegato che in quel bosco vivevano dei geni (plurale di genio) che si sono presentati giocando al gatto e al topo.

Il secondo giorno i capi ci hanno svegliato e abbiamo fatto colazione e ci siamo vestiti. Poi abbiamo fatto un grande cerchio e dei personaggi hanno fatto una scenetta che parlava delle materie scolastiche. Abbiamo fatto un gioco e discusso su cosa cambieremmo noi della scuola e quali materie avremmo scelto tra ginnastica, lingue, storia, arte e musica. Dopo pranzo siamo andati in paese a conoscere le suore, gli anziani e i partigiani del posto.

Il terzo giorno abbiamo fatto colazione con fatica perché sapevamo che dovevamo lasciarci. Anche la preparazione dello zaino è andata per le lunghe. Il resto della mattina abbiamo giocato e dopo pranzo siamo andati a Messa, ma non in chiesa… immersi nella natura.

Questa esperienza mi ha fatto capire che per vivere bene bisogna essere amici di tutti e stare in armonia con la natura.

 
Giulia Baraldi
CDA Lupi della Brughiera

Il mio ultimo campo

Vorrei parlarvi del mio ultimo campo esivo nei Tikonderoga a Cuvignone. ovviamente speciale, MAGICO
Ero appena atterrata, dopo un lungo viaggio di ritorno da New York, e, tempo di salutare la mia famiglia e pranzare, ero in macchina di Hati (Stefania) per partire verso il campo estivo… in aereo avevo dormito un po’ ma ero ancora stanca per via del fuso orario però ero troppo felice ed emozionata: stavo andando al mio ultimo campo estivo e me lo volevo godere al massimo. Ero triste, molto triste: “Perché tutto deve finire?” mi chiedevo poi però capii che non è finito proprio niente perché il bene che ho voluto fino ad ora ai miei capi, al branco ed ai rover non sparirà mai, anzi, non li dimenticherò mai perché sono tra le poche persone che mi hanno accettato per quello che sono veramente e grazie a loro ora sono Sofia e non mi vergogno di esserlo, ma tutti cresciamo e dobbiamo continuare il nostro cammino.
La prima notte ho dormito poco, non mi aspettavo ciò che poteva accadere in questo campo, ma una cosa era certa: mi sarei impegnata al massimo per rendere felici i miei sestiglieri e per provare a vincere il campo o almeno a non arrivare ultima… A volte ci sono stati momenti in cui mi sono abbattuta per paura di non essere abbastanza, per paura di sbagliare qualcosa, ma poi con un respiro profondo tutto rincominciava e vedere i miei amici intorno a me che ridevano e scherzavano mi ridava la forza per alzarmi e dirmi: “okay, basta lagne! Sbaglierai? E vabbè capita, è normale!
Il giorno dopo il mio arrivo io, Margherita, Martina e Chiara eravamo già a provare per San Scemo e penso che tutto il branco sapeva la coreografia e la canzone (GDFR Florida) a memoria da talmente tante volte l’abbiamo provata. E poi il balletto C.D.A., ormai tradizione nei Tiko, ci abbiamo messo un po’ ma almeno alla fine una sottospecie di balletto C.D.A. è venuto fuori, un balletto un po’ strano, ma almeno qualcosa abbiamo fatto…
La sera dopo, l’ultima sera, noi C.D.A. siamo partiti e l’intenzione era quella di arrivare in cima alla montagna insieme ai rover (purtroppo Rama non è potuto venire perché non stava molto bene ma ci tenevamo che venisse con noi), la scolta, Akela e Fratel Bigio e stare lì a dormire e, dopo aver camminato di notte per un bel bel po’, arrivammo in un posto con un paronama magnifico e incredibile in cielo si vedevano delle stelle più che fantastiche e poi tutte le montagne illuminate dalle case e dai lampioni. Dopo aver osservato per un po’ il panorama tirammo fuori dagli zaini il cibo e iniziammo a mangiare, ridere e scherzare, era abbastanza tardi… tutto d’un tratto il cielo si ricoprì velocemente di nuovole ed iniziò il temporale. I capi ci dissero di mettere i k-way e sdraiarsi per terra molto velocemente mentre i rover cercavano con un telo impermeabile di ripararci dalla pioggia… dopo un po’ ci mettemmo gli zaini in spalla per tornare indietro poiché si era fatto troppo tardi e non smetteva di piovere e quindi ci incamminammo verso la casa in cui tutto il branco dormiva da molto tempo. Appena arrivati nella strada principale smise di piovere ma ormai era troppo tardi per tornare indietro e costruire qualcosa per ripararci durante la notte e allora andammo verso la casa, provate a immaginare la scena: un gruppo di C.D.A. in giro verso le 4:00 di notte con la musica, mangiando biscotti… è stato bellissimo, anche se avevamo paura dei cinghiali… Appena arrivati cercammo di fare meno rumore possibile perché era tardissimo ma ad un certo punto arrivò baghi a salutarci, abbiamo acceso il camino per scaldarci e poi abbiamo bevuto il tè caldo.
Dopo mezz’ora abbiamo preparato il sacco a pelo e alcuni di noi e i rover hanno dormito nel salone e, dopo aver chiaccherato un po’, ci siamo addormentati un po’ tardi. Il mattino dopo ci siamo svegliati verso le 8.30 con molta fatica. Era l’ultima mattina e i genitori ci stavano venendo a prendere ed era il momento… di conoscere la classifica! Non siamo arrivati né primi né ultimi però… quinti, e va bene così dopo aver passato tutto l’anno per ultimi ci basta e avanza essere così perché ci siamo divertiti, abbiamo fatto fatica, ci siamo aiutati e siamo riusciti ad essere una sestglia compatta e di questo sono molto orgogliosa…
Mi dispiace lasciare il branco ma sono curiosa di fare nuove avventure, conoscere nuove persone che mi staranno accanto per 4 anni ma non dimenticherò mai i Tikonderoga…
vorrei chiedere scusa ai rover/scolta se a volte ho esagerato e sono andata oltre;
vorrei chiedere scusa ai capi se a volte non ho ascoltato o ho fatto di testa mia;
vorrei chiedere scusa al branco, i miei amici, se a volte non sono stata corretta con voi e magari vi ho trattato male;
vorrei dire grazie ai miei genitori che mi hanno insegnato a sorridere nonostante tutto e a tutti e che mi hanno supportato in tutto;
vorrei dire grazie ai capi perché mi sono sempre stati accanto anche come amici e non solo come capi e che mi hanno supportato e sopportato per 4 anni;
vorrei dire grazie ai rover/scolta che mi hanno fatto imparare molto e anche divertire;
grazie a tutti quelli che mi conoscono, che mi danno degli strani soprannomi, che mi fanno ridere, che mi abbabracciano quando mi vedono e che mi aiutano a crescere;
grazie a te che stai leggendo questo aricolo che sto scrivendo con il cuore anche se forse dovrei andare a dormire;
GRAZIE B.P. Perché senza di te tutto questo non poteva succedere ed io non sarei la Sofia che sono ora, perché per me lo scoutismo è un posto magico dove ognuno può essere se stesso senza vergognarsi…
Lo ammetto ho paura di cosa potrà succedere, ho paura del dopo, di dopo quel ponte… ma è ora di andare avanti per il proprio cammino…
NEL CUORE PER SEMPRE TIKONDEROGA! (ma proprio per sempre)

 

Sofia Pendin
Rondine Tenera

Pensieri da Castoro sul Campo Estivo trascorso alla Ricerca di Nemo

campo castori Nemo“Il campo estivo sembra che duri pochissimo, 4 o 5 ore… non ti accorgi del tempo che passa… e in un attimo è finitoSebastiano (Coda Nera) al fratellino Giovanni (Cucciolo alla prima esperienza di Campo Estivo)

Cari scout ho fatto un campo estivo bellissimo. Mi sono piaciute molto le attività notturne perché di solito vado a letto presto e mi son divertito anche facendo il découpage.
Infatti noi code nere abbiamo realizzato un bellissimo découpage per ringraziare la cambusa. Abbiamo ritagliato pesci e conchiglie, navi e timoni e li abbiamo incollati su dei vassoi di legno.
È stato il nostro ricorso di questo campo scout ambientato nella barriera corallina anche se eravamo sulle colline parmensi. Sebastiano
Al campo scout mi è piaciuto il parco giochi sopra la collinetta. C’erano delle corde così non ci facevamo male, c’era lo scivolo e l’altalena. Era bello perché era in mezzo alla natura e c’era un crocifisso. Mi piaceva giocare con tutti i cuccioli come me e le code nere come mio fratello.
Mi ricordo un gioco: bisognava spostare dei quadretti con sopra figura o numeri o lettere. Il quadretto dietro passava davanti e ci si spostava solo sopra questi quadretti senza metter il piede 07per terra altrimenti si ricominciava da capo!
Il campo era ambientato nell’oceano e con un gioco abbiamo pescato dei pesci di spugna con una calamita.
Giovanni

Questa estate sono andata al campo estivo, il posto si trovava in collina.
C’erano i capi scout, io e i miei amici e anche gli aiuto capo.
Siamo stati coinvolti in tante attività, ad esempio il primo giorno abbiamo fatto il cambio code, il secondo giorno abbiamo incontrato… la mamma di Nemo, Coral.
Di sera siamo andati in una distesa d’erba e abbiamo incontrato i pesci lanterna.
Un giorno invece, quando erano stati organizzati i giochi d’acqua, la cosa che mi è piaciuta di più è stato salire su una piccola collina, c’era un telo di plastica dove siamo scivolati giù… Abbiamo riso un sacco…
Poi mi è piaciuto molto anche un percorso avventura soprattutto quando ho camminato su una corda a testa in giù…
07-2Poi mi sono divertita tanto quando abbiamo fatto la camminata nel bosco e ci siamo fermati in un posto dove c’erano dei cagnolini coi quali abbiamo giocato un po’; poi, ripreso il cammino, ci siamo fermati per mangiare insieme.
Il campo estivo è stata l’esperienza più bella di questa estate e ringrazio tutti gli organizzatori che l’hanno pensata… Me ne ricorderò sempre, Vera Quintana

Vera ti è piaciuto?”
Ho passato i giorni più belli della mia vita

Mamma mi sei mancata tanto… ma è stato divertentissimo
Samuele

Generazione X: Una nuova corsa

Tutti i lettori sono pregati di rimanere seduti e di non sporgere né gambe né braccia fuori dal carrello fino alla fine della corsa. La parte che avete già affrontato potrà esservi sembrata difficile, ma vi assicuriamo che non avete ancora visto nulla.
No cari lettori non temete, non siete stati magicamente trasportati sulla giostra di un parco tematico. State semplicemente facendo esperienza dell’unica cosa esistente con più alti e bassi di un ottovolante: la vita.
Una differenza fondamentale, però, è che se sulla giostra proviamo tutti le stesse sensazioni durante le stesse parti del tracciato con la vita, invece, ognuno è indipendente. Quello che per alcuni è una curva inaspettata e spaventosa, per altri è invece un tranquillissimo rettilineo e a sua volta il rettilineo può portare ad una salita verso qualcosa di più proficuo, o precipitare verso una realtà molto spaventosa.
Eppure, ci sono alcuni momenti della vita che diverse persone vivono alla stessa maniera, e credo che quello in cui ci troviamo proprio ora tutti noi scout sia uno di questi. Certo ci sono comunque i vari modi in cui affrontiamo gli avvenimenti che ci capitano in casa, a scuola, al lavoro o con gli amici ma tutti noi, dal punto di vista scout, siamo ora in trepidante preparazione del campo estivo.
Ed io non posso fare a meno di immaginarmi questa situazione come quando l’ottovolante si incanala in una di quelle salite altissime dove il carrello dev’essere trainato verso l’alto da una catena che scatta ad ogni metro.
Un altro giorno è passato CLANG
Preparare il viaggio CLANG
Preparare il materiale CLANG
Fare lo zaino CLANG
E, dopo tutta questa preparazione, l’inevitabile discesa.
Non una discesa semplice o spensierata, ma una di quelle belle, di quelle che ti riempiono di emozioni contrastanti e che ti costringe a scoprire te stesso, e quali sono i tuoi limiti.
Personalmente, quest’anno spero di riuscire a sfruttare proprio quest’ultimo aspetto. Affrontare finalmente i miei limiti e le mie insicurezze, per poter far vivere a tutti il miglior campo estivo possibile.
E spero, in cuor mio, che la stessa cosa possa valere anche per voi.
Fine della corsa… per quest’anno.
Rincomincia un altro anno.
Tutti i lettori sono pregati di rimanere seduti e di non sporgere né gambe né braccia fuori dal carrello fino alla fine della corsa. La parte che avete già affrontato potrà esservi sembrata difficile, ma vi assicuriamo che non avete ancora visto nulla.

 

Tricheco Birbante

Ma quanti campi da cambusieri ci siamo persi?

Un mezzogiorno qualsiasi, arriva un messaggio. Mi si chiede di andare a fare da cambusiere al campo Pegaso… per il giorno seguente! Armi e bagagli, non c’è tempo da perdere, via verso un’esperienza di servizio un po’ alternativa!
Sono rimasto in cambusa per un paio di giorni soltanto, col fido Guss, compagno di mille avventure, al mio fianco. Ora, che cosa ho tratto da questa breve (ma intensa) esperienza da cambusiere? Innanzitutto, il servizio è sporcarsi le mani – e non solo – con la gioia di farlo, anche lavorando dietro le quinte, e quindi posso affermare che sia stata una delle più belle esperienze di servizio nella mia “carriera” da rover.

E qui arriviamo al perché del titolo: quanti campi da cambusieri ci siamo persi? I rover e le scolte che si occupano della cambusa ad un campo sono abbastanza una rarità. Perché non proporre questo tipo di servizio? Trovo che ricoprire questo ruolo possa essere un’ottima esperienza da portare nel proprio bagaglio, utile a conoscere un aspetto fondamentale di un campo, a mio avviso troppo spesso sottovalutato o delegato ad altri (spessi ai genitori…). La mia esortazione quindi è: proponetevi come cambusieri, vi assicuro che quando ci avrete provato anche voi non potrete fare a meno di chiedervi: “ma quanti campi da cambusieri ci siamo persi?”

Tricheco Critico  (Lollo)