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Capitolo 1

Cari lettori, non siamo certo scrittori, ma ci piace ugualmente fare dei Capitoli. Ci sono però alcune sostanziali differenze: il Capitolo di un Clan è un percorso finalizzato ad informarsi riguardo uno specifico tema che approfondiamo, dal quale traiamo delle conclusioni e agiamo di conseguenza mediante una soluzione concreta.
In una giornata (si potrebbe gridare al miracolo dato i consueti tempi di decisione) quello che abbiamo fatto è stato selezionare i possibili argomenti trattabili grazie ad una attività della pattuglia “Menate”, ovvero la componente del Clan che si occupa di organizzare le attività e i giochi.
Il risultato di questa scrematura è stata “Politica: informiamoci e conosciamola”, un tema molto vasto, troppo forse. Vi chiederete: come avranno fatto i nostri eroi?
Ognuna delle pattuglie già esistenti ha sviluppato per il resto del clan un’attività sul tema affidatogli e che ha scelto tra: Etica e Politica, Costituzione e Organi, Politica e Religione, Partiti e Politica Locale.
Nelle successive riunioni tramite vari strumenti (scenette, quiz, giochi di movimento ecc…) le pattuglie hanno arricchito il bagaglio culturale di ogni membro del clan, anche in vista delle allora imminenti elezioni comunali.
Dopo la fase dell’Informazione siamo passati a quella della Deduzione: infatti il giorno della festa di chiusura abbiamo tirato le somme con un’interminabile discussione (i tempi mastodontici sono tornati). Attraverso l’analisi del nostro rapporto con tutto ciò che concerne la politica ed il costante tenersi informati sulle sue quotidiane e mutevoli dinamiche, abbiamo capito che il problema non era la semplice “mancanza di voglia” (che brutta parola, come direbbe Don Matteo) che attanaglia ogni adolescente, ma che esso era da ricercarsi più a fondo. Tale ostacolo potrebbe essere la mancanza di interesse? O l’insufficienza di strumenti adatti? Oppure la quotidianità piena e frenetica? NO! Non è questo il punto! Il vero e primo freno alla volontà di informarsi non è nessuna di queste cose, perché un elemento le genera più a fondo: la mancanza di un forte senso di appartenenza. Esso è la scintilla che genera l’interesse, che ti spinge a trovare gli strumenti giusti e che trova un posto nella tua quotidianità.
Perciò abbiamo concretizzato la fase di Azione prendendoci un impegno riguardante ciò che ci accomuna tutti e verso il quale sentiamo un forte senso di appartenenza: lo Scautismo e il nostro gruppo. È per questo che vi annunciamo l’apertura di una nuova rubrica sul Tuttoscout interamente gestita dal Clan Kypsele che parlerà sia di attualità generale sia di temi Scout vicini a noi.
Il capitolo 1 lo state leggendo in questo istante, gli altri stanno arrivando.
To Be Continued…

 
Grillo Cangiante
Canguro Amletico

Costruire ponti

Per chi si fosse perso la puntata precedente eccone un breve riassunto: il Noviziato, quest’anno, ha deciso di impostare la sua impresa sulla propria e altrui sensibilizzazione al tema dell’immigrazione che, in questo periodo, è quanto mai vicino alla nostra realtà. Nella prima fase del nostro progetto abbiamo “studiato” il fenomeno, testato la nostra ignoranza in merito e anche quella delle persone che ci circondano, toccato con mano la realtà dei migranti: li abbiamo incontrati, conosciuti e capiti. I limiti della lingua non li hanno fermati, hanno raccontato con coraggio la loro storia: la difficoltà del viaggio, il dolore nell’allontanarsi da casa, ma anche la speranza che fosse in serbo per loro un futuro migliore. Perché, penso di parlare a nome di tutto il noviziato, è questo che più di ogni cosa ci ha colpiti: la voglia di riscatto e la gratitudine verso il Paese che li ha accolti. Accoglienza è stata la parola chiave che ha dato una nuova direzione al nostro progetto: volevamo portare al Gruppo una testimonianza della nostra esperienza per far riflettere sul tema e dare, purtroppo solo idealmente, una casa a queste persone. Insomma, fare qualcosa di concreto.

L’occasione ci fu data quando abbiamo appreso che ora il Gruppo aveva bisogno di una nuova cappelletta, dal momento che quella realizzata in precedenza era stata smantellata. Carichi di buoni propositi e idee niente male ci siamo divisi i compiti e abbiamo cominciato i lavori. Come ogni impresa che si rispetti ci sono stati diversi imprevisti e contrattempi, l’entusiasmo è venuto meno, ma è proprio in quei momenti che è stato necessario stringere i denti e portare a termine i nostri progetti. E così abbiamo fatto. All’alba del 20 settembre i lavori si sono conclusi. Il risultato è, obiettivamente, ottimo.

L’ambiente ha un messaggio chiaro: rappresenta il viaggio per mare che ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini affrontano sfidando la sorte, le orme sulla sabbia portano alla croce; la sofferenza che il viaggio comporta è accomunata alla passione di Cristo. Cercavamo una frase che potesse chiarire a tutti il messaggio della cappelletta e Papa Francesco ci è venuto in aiuto. Si era, infatti, appena tenuta l’udienza degli scout in piazza dal papa. Il messaggio che ha lanciato a milioni di scout era di unione, fratellanza, accoglienza. «Fare ponti, fare ponti, in una società dove c’è l’abitudine di fare muri.» L’augurio che ci facciamo è che chiunque possa entrarci per raccogliersi, rilassarsi, pregare e riflettere.

Ogni giorno siamo bombardati da servizi dei tg, testate giornalistiche che riportano cifre esorbitanti ma non ci soffermiamo sul valore umano di quei numeri, forse perché è più comodo fermarsi a questi, evitare che la nostra tranquillità venga perturbata anche solo dal pensiero della sofferenza che vi sta dietro, delle tragedie che si consumano ogni giorno. Chiudiamo semplicemente gli occhi. Noi con questa impresa abbiamo provato ad aprirli: speriamo che chiunque entri nella cappelletta provi a fare altrettanto.

Elena Banda