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Hanno lasciato una traccia

dianaGiuseppe Diana nasce a Casal di Principe da una famiglia di proprietari terrieri.
Nel 1968 entra in seminario, vi frequenta la scuola media e il liceo classico. Poi intraprende gli studi teologici nel seminario di Posillipo. Qui si licenzia in Teologia biblica e poi laurea in Filosofia alla Federico II.
Nel 1978 entra nell’Associazione Guide e Scouts Cattolici Italiani dove fa il caporeparto.
Nel 1982 è ordinato sacerdote. Diventa Assistente ecclesiastico del Gruppo Scout di Aversa e successivamente Assistente del settore Foulards Bianchi.
Dal 19 settembre 1989 era parroco della parrocchia di San Nicola di Bari in Casal di Principe.
Insegnava anche materie letterarie presso il liceo legalmente riconosciuto del seminario Francesco Caracciolo, nonché religione cattolica presso l’I.T.I.S. Alessandro Volta di Aversa.
Don Giuseppe Diana fu ucciso dalla camorra il 19 marzo 1994 nella sua chiesa, mentre si accingeva a celebrare Messa.
La sua morte non è stata solo la scomparsa di una persona vitale, di un capo scout energico, di un insegnante generoso, di un testimone d’impegno civile: uccidere un prete, nella sua chiesa mentre si accingeva a celebrare Messa è diventato l’emblema della vita, della fede, del culto violati nella loro sacralità. È stato il simbolo dell’apice cui può giungere la barbarie camorrista sui nostri territori. Il messaggio, l’impegno e il sacrificio di don Giuseppe Diana non possono essere dimenticati.
Uno dei suoi testamenti spirituali è il documento contro la camorra “Per Amore del mio popolo” scritto nel 1991 insieme ai sacerdoti della Forania di Casal di Principe: un messaggio di rara intensità e, purtroppo, di grande attualità.
Non dimenticare don Giuseppe Diana significa non solo ricordarlo per quello che era, ma soprattutto testimoniare quotidianamente il suo messaggio d’impegno civile, di lotta alla criminalità organizzata, di costruzione di giustizia sociale nelle comunità locali, d’amore per la propria terra.