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Anche ricordarsi è avere cura

Santino Brustia 1949Scorrono ad uno ad uno i nomi degli amici nella mente, dei compagni di strada di un tempo, 70 anni fa, in cui il roverismo lombardo compiva una delle più ambiziose imprese scout. Santino Brustia sta sfogliando il libro che racconta la storia della Freccia Rossa della Bontà, il Raid Milano-Oslo con cui una trentina di Rover dell’ASCI portarono il messaggio di pace dei bimbi mutilati in giro per mezza Europa. Santino ricorda i nomi e i volti dei vivi e dei morti; i suoi occhi si bagnano di lacrime sia sulle brutte notizie di chi non c’è più che davanti alla speranza di poter rincontrare i suoi amici.
In un attimo capita una foto di Baden, don Andrea Ghetti, assistente ecclesiastico del Clan La Rocchetta (ASCI Milano 1) e la voce si spezza: “Lui li prendeva tutti con sé, neri e rossi”.
Infatti, il padre di Santino, un ferroviere che negli anni della guerra aderì alla Repubblica di Salò, volle che suo figlio partecipasse a tutti i costi a quella spedizione di riappacificazione. A fianco a lui ci sarebbe stato anche Duccio, scacciato da scuola durante il Ventennio perché figlio di un ebreo.
Alle sue spalle è appesa una foto di lui in uniforme davanti al Guzzino da 65cc con cui compì il viaggio: in testa una giovane chioma e sul telaio i gagliardetti delle città attraversate.
“Gli altri erano figli di professionisti, gente con l’aziendina, che non sapevano neanche dove avevano le calze – ironizza Santino ricordando alcuni di quelli che avevano fatto meno fatica a pagare la quota di partecipazione alla spedizione – e io ero il più veloce a montare la tenda.”

Santino BrustiaSono passati più di sei anni da quando il Clan Zenit scrisse il libro di cui sopra nel corso del Capitolo Nazionale del 2014. Da allora il lavoro di “ricordo” e salvaguardia di quella storia non si è fermato: tante serate di presentazione, una seconda edizione… e poco fa ancora un incontro con Santino che è stato “ritrovato” solo quest’anno. Perché? Come mai questo lavoro, nato tanti anni fa e che aveva più che degnamente raggiunto il suo obiettivo, viene ancora portato avanti?
Perché quando si è artefici di qualcosa ne si è anche responsabili. Sia un’amicizia, un figlio, un oggetto, un pensiero o, nel nostro caso, un ricordo. Siamo responsabili dei ricordi che teniamo in vita, delle storie che albergano nel nostro cuore. Anche i ricordi di Santino ora fanno parte di questo impegno di cui siamo portatori e di cui dobbiamo avere cura.
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Un campo estivo molto speciale… di 70anni fa!

06Era all’incirca metà luglio che mentre correvo per le strade della Slovenia ricevetti una telefonata:
“Ciao Giacomo, sono Andrea! Ho una proposta per te: conosci la storia della Freccia Rossa della bontà?”
Rispondo io: “Scusami Andrea, mi sento particolarmente ignorante in materia! Di cosa stiamo parlando?!”
Andrea: “Benissimo! Il primo weekend di agosto dovresti andare insieme ad altri due scout alle celebrazioni del quarto” World Rover Moot “tenutosi nel 1949 a Skjak (impronunciabile al tempo!), in Novergia!”
Io: “Benissimo! Ma che c’azzeccano le due cose insieme?”

Da questo primordiale dialogo nacque un’esperienza che oggi non posso non raccontare, come scout in primis e come persona capace di emozionarsi.
Ammetto: la telefonata non mi ha aiutato a capire le cose ma, come ogni proposta che arriva dal mondo scout, ha aggiunto entusiasmo e un pizzico di decisa frenesia alla mia vita.
Ho iniziato quindi un’affannosa documentazione inerente alla storia della “Freccia Rossa della bontà” e a quello che è successo durante il World Rover Moot del 1949.
Sono fortunato. Federica, che viaggerà con me, ha seguito i lavori delle due edizioni del libro “La Freccia Rossa – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa”.
“Cavolo!” ho pensato, “mi è andata proprio bene! Esiste un libro ben fatto che provvederò a divorare quanto prima! Ma riguardo al Rover Moot?”

Ecco che qui capisco ancora una volta che le esperienze scout sono qualcosa di avvincente ed entusiasmante. Mai e poi mai avrei potuto pensare che a viaggiare con me e Federica si sarebbe accomodato un certo Cesare, uno degli scout che prese parte al Freccia Rossa della bontà e che nel 1949 arrivò con i suoi coetanei rover proprio al rover moot di Skjak!

Non è un sogno. Non è fantascienza. È l’ennesima sorpresa che esperienze e storie anche molto lontane dal mio vissuto prendano in realtà una piega ed una significatività ben diversa.
Di colpo mi sento incredibilmente legato a Federica e a Cesare, quasi come ci conoscessimo da una vita. Quasi come i nostri anni di differenza non esistano. La passione nelle nostre vene, quelle voci simpatiche e allegre, quel comun parlare mi fanno dire dopo ogni telefonata che lo scoutismo riesce ad avere una trasversalità generazionale che è qualcosa di unico e meraviglioso.
Ma non è unidirezionale. Dal basso dei miei 29 anni percepisco quello che in realtà è uno scambio di esperienze, un incrocio dannatamente bello di storie per le quali ho l’enorme fortuna di esserne un po’ testimone.
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Il rover moot è sicuramente una delle attività scout più interessante e particolare, visti i suoi connotati internazionali e la possibilità di incontrarsi con persone di altri Paesi.
Consapevoli di questo, la cittadina di Skjak (Norvegia) ha voluto riunirsi il primo weekend di agosto per festeggiare l’evento che probabilmente cambiò la sua stessa storia: il World Rover Moot del 1949.
Il 3 agosto ci accingiamo a partecipare alle celebrazioni dei 70 anni dal World Rover Moot.
Sono le undici e la piazza è un brulicare di persone, alcuni in abiti tradizionali norvegesi, qualche famiglia e molti curiosi probabilmente ignari della storia.
Oystein, il direttore del museo scout di Oslo accompagna me, Federica e Cesare in piazza. L’aria è frizzante, particolare, curiosa! Intento come sono a fare foto per documentare l’evento noto invece che sono proprio i presenti ad essere incuriositi dalle nostre ordinate uniformi azzurre.
Ma Cosa facciamo noi in questo luogo?
Studiare la storia ha dell’incredibile e a volte rivela avvenimenti il cui solo racconto lascia a bocca aperta e fa riflettere.
Federica infatti doveva presentare e consegnare alla cittadinanza il racconto appassionato e a tratti impensabile della “Freccia Rossa della bontà”, una vera e propria impresa scout.
La presenza di Cesare ha invece arricchito ancor di più la giornata visto che lui nel 1949 fu un diretto testimone degli eventi narrati nel libro e di quello che fu poi il Rover Moot a Skjak.
Entrare in quella piccola piazza tra la folla di curiosi è stato come fare un tuffo nelle emozioni e nei ricordi di Cesare con la curiosità che sicuramente sta venendo ad ognuno di noi.
Cominciano i vari discorsi delle persone del luogo la cui comprensione ci è abbastanza preclusa: nessuno di noi mastica il norvegese!
Sotto un sole decisamente caldo Cesare, procede emozionato ma sicuro alla scopertura del piccolo monumento dedicato al rover moot. Tra i suoni forti delle cornamuse che si liberano nell’aria, emerge da sotto al telo questa struttura in ferro che sostiene un mondo con una piccola targa a ricordo dell’evento. La gioia è tanta e le emozioni si liberano ancor di più quando Cesare si volge all’opera e la celebra togliendosi il cappellone scout. Un vero saluto, una vera gioia.
Federica, più tardi, racconta ai presenti la storia della Freccia Rossa e tangibili sono le emozioni che emergono dalla narrazione e che delinea tutti i connotati di un qualcosa di bello e unico.
È bello anche perché, a curare questo lavoro ci sono stati dei ragazzi del clan “Zenit” del Busto Arsizio 3 e che Federica ricorda nei passaggi del suo racconto.
Tornando alla storia, un gruppo di rover, a bordo dei propri Guzzini che attraversano l’intera Europa distrutta dalla guerra per incontrare le autorità o delle rappresentanze e sensibilizzarli sul tema dei mutilatini.
Più Federica procede con il racconto e più mi rendo conto di cosa dovesse voler dire attraversare l’Europa in quelle condizioni. Ripenso a come, alla base di quell’impresa ci fossero dei valori e delle testimonianze uniche, vere. Di fatto mi rendo conto di come, nonostante passino gli anni, lo scoutismo è una palestra di valori e di ideali che ti segna per la vita e che insegna a metterti in gioco continuamente!
Mi rendo conto di come, nel momento stesso in cui stavamo raccontando una storia a me lontana ma dai connotati straordinari, stavamo in realtà scrivendo il nuovo capitolo di una storia tutt’altro che finita. Cosa potrebbe accadere ora? Che effetto potrà esserci nella comunità locale?
Lo scoutismo in fin dei conti è un punto d’inizio con un filo che si snoda e dal quale si stacca ogni tanto un nuovo filo e poi un altro ancora. Ma da questi ultimi partono ad un certo punto altri fili e altri invece vengono a incrociarsi! Insomma, ne emerge una profonda rete in cui ogni filo è una storia che si sviluppa e dal quale nuove esperienze prendono forma! Un intreccio incredibile di idee, valori, persone! Una storia che noi stessi nelle nostre realtà stiamo contribuendo a costruire, oggi, come quest’oggi noi a contatto con la lontana ma quantomai “vicina” comunità di Skjak!

È bel05lo pensare come quattro vite così distanti tra loro, sia per le età che per le esperienze possano trovarsi accomunate da un unico spirito e un unico fuoco che arde: lo scoutismo. Credo che la magia più bella sia proprio quella capacità e quella consapevolezza che ognuno di noi, al rientro nelle proprie case sa che la propria vita si è arricchita di qualcosa di nuovo e bello.
La storia della Freccia Rossa della bontà è ora una bellissima pagina di storia legata ad un’impresa fuori dal comune per il tempo e sfociata poi a quei felici eventi del World Scout Moot. Ciò che testimonia è che come ben sappiamo, l’IM-POSSIBILE non è altro che una sfida a farlo diventare POSSIBILE per ogni buon scout.
Quello che accadrà domani? Impossibile saperlo, fantastico immaginarlo, incredibilmente bello realizzarlo!

Buona strada.
Giacomo Traversari,
capo scout di Treviso

Una 2a edizione per il libro del Clan Zenit sulla Freccia Rossa del ’49

FrecciaRossa2In prossima uscita la seconda edizione
rivista ed ampliata !!

Promozione prevendita fino al 31 ottobre 2017

La Freccia Rossa
1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa

 a cura di Federica Frattini e del clan “Zenit” Busto Arsizio 3 Agesci

fr2prezzi promozione:

1 copia € 18
3 copie € 50
5 copie € 75
per altre quantità contatta l’editore

spedizione:

compresa nel prezzo, con Poste Italiane (tariffa “piego di libro”) per gli ordini di una copia, con corriere BRT (24h) per ordini di 3 o più copie

Il 9 ottobre di due anni fa veniva presentato in anteprima il libro a Palazzo Marino, sede prestigiosa del Comune di Milano.

Accogliendo le tante richieste che ci sono pervenute siamo lieti di comunicarvi che sta per uscire la seconda edizione, rivista ed ampliata di ben 24 pagine di ulteriori testimonianze raccolte.

Ai tanti che ci seguono è dedicata questa prevendita a prezzo scontato.

prenota qui la\e tua\e copia\e
SEGUI LA PAGINA DEL LIBRO FACEBOOK @frecciarossascout
CARATTERISTICHE:
Curatore:
Federica Frattini
Titolo:
La Freccia Rossa. 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa
Formato: cm 22×22, rilegatura in brossura con alette
Pagine: 240
ISBN:
978-88-98639-63-2
Grafica:
Piero Gavinelli
Stampa:
Tipografia Piave
Prezzo di copertina:
€ 22 (iva incl.)
Tipografia Piave Srl
p.za Giorgio Piloni, 11
32100 – Belluno
www.tipografiapiave.it
0437.940184
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La Freccia Rossa all’Università Cattolica

Freccia Rossa cartolinaLa storia della Freccia Rossa della Bontà, l’impresa scout del 1949 raccontata dal Clan Zenit insieme a Federica Fratini, è arrivata anche all’Università Cattolica del Sacro Cuore.
È
stata la professoressa Carla Ghizzoni ad invitare, giovedì 12 maggio, Ilaria Scandroglio ed Enrico Gussoni all’interno di una lezione del corso di Storia delle Istituzioni Educative. Gli ex scolta e rover anziani dello Zenit hanno agganciato il loro intervento alla lezione sulla disputa educativa e politica tra la Chiesa Cattolica e il regime fascista culminata nei “fatti del ’31”. Partendo da un doveroso accenno all’attività dello scoutismo clandestino tra il 1926 e 1945 e un riferimento all’attività di soccorso e aiuto a rifugiati e perseguitati politici dell’OSCAR, si è introdotto il discorso della nascita del roverismo italiano e della vocazione al servizio tipica di questa branca.

Da lì all’incontro con Don Gnocchi, una figura che gli allievi delle materie pedagogiche rincontreranno nel proseguo dei loro studi, il salto è guidato dalle condizioni della Milano dell’epoca, in cui “il sindaco Greppi indisse una colletta tra i più agiati per pagare i vaccini contro la tubercolosi” e dove “c’erano bambini che morivano di poliomielite”.

Con un accenno alla scoutismo “Malgrado Tutto” e all’attuale impegno di AGESCI nell’accogliere la disabilità, si è quindi arrivati all’impresa vera e propria: mentre le immagini scorrevano sul proiettore si ripercorreva la strada e gli incontri compiuti da quei rovers e dai loro tre capi, coraggiosi in primis ad accettare e proporre questa sfida educativa.

Non si è trascurato di menzionare l’appoggio istituzionale ed ecclesiastico al “Raid Milano-Oslo”, ne i suoi significati più profondi. Al di la dell’impresa avventurosa e “sportiva”, infatti, centrale rimane la meta del “Moot della riappacificazione”, l’incontro che per primo dopo la guerra riunì rover da tutto il mondo, e la connessa visione pacifica e profetica di un’Europa unita in pace e solidarietà.

LogoRNOvviamente, parlando a giovani coetanei di coloro che quest’impresa l’hanno vissuta e di cloro che l’hanno poi raccontata nel volume “La Freccia Rossa – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa” non si è potuto dimenticare di menzionare il significato presente di questa impresa e l’ottica di “diritti al futuro” con cui si è deciso di raccontarla durante il Capitolo e Route Nazionale 2014: il fatto che questi ragazzi non aspettarono di essere “adulti” per essere cittadini, ma si misero in gioco appena possibile per un obbiettivo grande.

L’intervento, come il libro, ha destato stupore e interesse tra gli studenti e i complimenti della professoressa Ghizzoni per la “ricerca storica svolta fuori dell’ambito universitario […] analizzando tutti i tipi di fonti: iconografiche, stampate e orali…”

La prossima occasione per raccontare della Freccia Rossa sarà a Marnate il 2 luglio, nella sera di una due giorni che unirà scoutismo e volontariato presso la Casa di Alice.

Successo indimenticabile per la presentazione de “La Freccia Rossa” sull’impresa degli scout per Don Gnocchi

Il libro "La Freccia Rossa"
Il libro “La Freccia Rossa”

Si è concluso un viaggio, in quella Milano da cui partì 66 anni fa, nel pomeriggio di venerdì 9 ottobre nella prestigiosa Sala Alessi di Palazzo Marino. Si è concluso in quella Milano da cui partì, il 17 luglio 1949 in direzione Skjåk, oltre Oslo. Era il viaggio de “La Freccia Rossa della Bontà”, l’impresa dei rover-scouts lombardi in favore dei mutilatini di Don Gnocchi e, osando guardare più lontano, per un messaggio di pace e amore da lanciare per oltre 8000 km sulle strade impolverate di un’Europa ancora devastata dalla guerra.
L’impresa, all’epoca, fu un successo clamoroso, salutato da illustri quali il Sindaco di Milano  Greppi, presidente del neonato Consiglio Europeo Paul-Henri Spaak e innumerevoli altri personaggi di stato e rappresentanti internazionali.
Ma l’impresa salutata poco fa è ben più recente: si tratta della presentazione di un volume che, finalmente, può raccontare quella storia tanto importante, oggi come allora, con la giusta dignità.

La Sala Alessi gremita
La Sala Alessi gremita

L’opera “La Freccia Rossa – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa” nasce da più di un anno e mezzo di lavoro da parte dei rover e delle scolte del “Clan Zenit”, Gruppo AGESCi Busto Arsizio 3, in occasione del Capitolo Nazionale che ha mosso decine di miliaia di loro coetanei in centinaia di lodeoli iniziative di coraggio e servizio su tutto il territorio italiano.
Questi ragazzi e ragazze tra i 17 e i 21 anni hanno voluto indagare sulla storia dei loro “fratelli maggiori” e, con l’aiuto di Federica Frattini e Andrea Padoin, scout da una vita, hanno raccolto più di sei ore di interviste, decine di fotografie inedite e altrettante pagine di giornali e riviste dell’epoca ora raccolte in questo libro.
Un libro che non vuole solo guardare al passato, ma mostrare questo esempio, “non di eroi – come dice Federica – ma di ragazzi normali che ebbero il coraggio di osare”, soprattutto ai giovani di oggi, che vivono in un’Europa non certo rasa al suolo dai bombardamenti, ma pur sempre scossa da bisogni, spesso sommersi.

I giovani di ieri e oggi
I giovani di ieri e oggi

Presenti, nella sala gremita, molti interessati, sia scout che non, davanti ai relatori. Moderati da Marco Tarquinio, direttore del quotidiano Avvenire, hanno dato il loro contributo all’evento mons. Angelo Bazzari, presidente della Fondazione don Gnocchi, con un intervento sul tema della solidarietà, il dott. Andrea Fanzago, vice presidente del Consiglio Comunale di Milano, che ha parlato delle istituzioni all’interno della società civile, mons. Luca Bressan, Vicario episcopale per la Cultura, la Carità, la Missione e l’Azione Sociale della Diocesi di Milano, espressosi sul tema “Radicati nelle fede”, Roberto Polleri, esperto di Moto Guzzi e pedagogista, che ha prodotto una riflessione sul valore pedagogico dell’impresa, Enrico ed Erica, rappresentanti degli autori, che hanno raccontato la storia e le motivazioni dietro a questa pubblicazione, i curatori Federica Frattini e Andrea Padoin che hanno voluto ricordare il “significato” del libro stesso. Presenti anche rappresentanti di Agesci Zona Milano, organizzatore dell’evento, Zona Ticino-Olona e regionali.
Ma, più importanti di tutti, in prima fila, vi erano alcuni dei testimoni viventi di quel Raid Milano-Oslo, di quel viaggio che, in un certo senso, si è ora concluso, ma che, forse, è appena ripartito verso una nuova meta.
Ulteriori informazioni all’indirizzo qui

“LA FRECCIA ROSSA – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa”
del Clan “Zenit” AGESCI Busto Arsizio 3,
a cura di Federica Frattini
Presentazione di Federica Mogherini – Vice Presidente della Commissione Europea
Patrocinio di WOSM – Regione Europa
Edizioni TIPI, Belluno, 2015
Formato: 22,5 x 22,5 cm, 216 pagine
Prezzo di copertina: 22,00 euro
Cod ISBN: 978-88-98639-31-1
Uscita: 9 ottobre 2015
E’ possibile prenotare il libro qui