Archivi tag: Moot

Un campo estivo molto speciale… di 70anni fa!

06Era all’incirca metà luglio che mentre correvo per le strade della Slovenia ricevetti una telefonata:
“Ciao Giacomo, sono Andrea! Ho una proposta per te: conosci la storia della Freccia Rossa della bontà?”
Rispondo io: “Scusami Andrea, mi sento particolarmente ignorante in materia! Di cosa stiamo parlando?!”
Andrea: “Benissimo! Il primo weekend di agosto dovresti andare insieme ad altri due scout alle celebrazioni del quarto” World Rover Moot “tenutosi nel 1949 a Skjak (impronunciabile al tempo!), in Novergia!”
Io: “Benissimo! Ma che c’azzeccano le due cose insieme?”

Da questo primordiale dialogo nacque un’esperienza che oggi non posso non raccontare, come scout in primis e come persona capace di emozionarsi.
Ammetto: la telefonata non mi ha aiutato a capire le cose ma, come ogni proposta che arriva dal mondo scout, ha aggiunto entusiasmo e un pizzico di decisa frenesia alla mia vita.
Ho iniziato quindi un’affannosa documentazione inerente alla storia della “Freccia Rossa della bontà” e a quello che è successo durante il World Rover Moot del 1949.
Sono fortunato. Federica, che viaggerà con me, ha seguito i lavori delle due edizioni del libro “La Freccia Rossa – 1949: diario di un’impresa scout attraverso l’Europa”.
“Cavolo!” ho pensato, “mi è andata proprio bene! Esiste un libro ben fatto che provvederò a divorare quanto prima! Ma riguardo al Rover Moot?”

Ecco che qui capisco ancora una volta che le esperienze scout sono qualcosa di avvincente ed entusiasmante. Mai e poi mai avrei potuto pensare che a viaggiare con me e Federica si sarebbe accomodato un certo Cesare, uno degli scout che prese parte al Freccia Rossa della bontà e che nel 1949 arrivò con i suoi coetanei rover proprio al rover moot di Skjak!

Non è un sogno. Non è fantascienza. È l’ennesima sorpresa che esperienze e storie anche molto lontane dal mio vissuto prendano in realtà una piega ed una significatività ben diversa.
Di colpo mi sento incredibilmente legato a Federica e a Cesare, quasi come ci conoscessimo da una vita. Quasi come i nostri anni di differenza non esistano. La passione nelle nostre vene, quelle voci simpatiche e allegre, quel comun parlare mi fanno dire dopo ogni telefonata che lo scoutismo riesce ad avere una trasversalità generazionale che è qualcosa di unico e meraviglioso.
Ma non è unidirezionale. Dal basso dei miei 29 anni percepisco quello che in realtà è uno scambio di esperienze, un incrocio dannatamente bello di storie per le quali ho l’enorme fortuna di esserne un po’ testimone.
04
Il rover moot è sicuramente una delle attività scout più interessante e particolare, visti i suoi connotati internazionali e la possibilità di incontrarsi con persone di altri Paesi.
Consapevoli di questo, la cittadina di Skjak (Norvegia) ha voluto riunirsi il primo weekend di agosto per festeggiare l’evento che probabilmente cambiò la sua stessa storia: il World Rover Moot del 1949.
Il 3 agosto ci accingiamo a partecipare alle celebrazioni dei 70 anni dal World Rover Moot.
Sono le undici e la piazza è un brulicare di persone, alcuni in abiti tradizionali norvegesi, qualche famiglia e molti curiosi probabilmente ignari della storia.
Oystein, il direttore del museo scout di Oslo accompagna me, Federica e Cesare in piazza. L’aria è frizzante, particolare, curiosa! Intento come sono a fare foto per documentare l’evento noto invece che sono proprio i presenti ad essere incuriositi dalle nostre ordinate uniformi azzurre.
Ma Cosa facciamo noi in questo luogo?
Studiare la storia ha dell’incredibile e a volte rivela avvenimenti il cui solo racconto lascia a bocca aperta e fa riflettere.
Federica infatti doveva presentare e consegnare alla cittadinanza il racconto appassionato e a tratti impensabile della “Freccia Rossa della bontà”, una vera e propria impresa scout.
La presenza di Cesare ha invece arricchito ancor di più la giornata visto che lui nel 1949 fu un diretto testimone degli eventi narrati nel libro e di quello che fu poi il Rover Moot a Skjak.
Entrare in quella piccola piazza tra la folla di curiosi è stato come fare un tuffo nelle emozioni e nei ricordi di Cesare con la curiosità che sicuramente sta venendo ad ognuno di noi.
Cominciano i vari discorsi delle persone del luogo la cui comprensione ci è abbastanza preclusa: nessuno di noi mastica il norvegese!
Sotto un sole decisamente caldo Cesare, procede emozionato ma sicuro alla scopertura del piccolo monumento dedicato al rover moot. Tra i suoni forti delle cornamuse che si liberano nell’aria, emerge da sotto al telo questa struttura in ferro che sostiene un mondo con una piccola targa a ricordo dell’evento. La gioia è tanta e le emozioni si liberano ancor di più quando Cesare si volge all’opera e la celebra togliendosi il cappellone scout. Un vero saluto, una vera gioia.
Federica, più tardi, racconta ai presenti la storia della Freccia Rossa e tangibili sono le emozioni che emergono dalla narrazione e che delinea tutti i connotati di un qualcosa di bello e unico.
È bello anche perché, a curare questo lavoro ci sono stati dei ragazzi del clan “Zenit” del Busto Arsizio 3 e che Federica ricorda nei passaggi del suo racconto.
Tornando alla storia, un gruppo di rover, a bordo dei propri Guzzini che attraversano l’intera Europa distrutta dalla guerra per incontrare le autorità o delle rappresentanze e sensibilizzarli sul tema dei mutilatini.
Più Federica procede con il racconto e più mi rendo conto di cosa dovesse voler dire attraversare l’Europa in quelle condizioni. Ripenso a come, alla base di quell’impresa ci fossero dei valori e delle testimonianze uniche, vere. Di fatto mi rendo conto di come, nonostante passino gli anni, lo scoutismo è una palestra di valori e di ideali che ti segna per la vita e che insegna a metterti in gioco continuamente!
Mi rendo conto di come, nel momento stesso in cui stavamo raccontando una storia a me lontana ma dai connotati straordinari, stavamo in realtà scrivendo il nuovo capitolo di una storia tutt’altro che finita. Cosa potrebbe accadere ora? Che effetto potrà esserci nella comunità locale?
Lo scoutismo in fin dei conti è un punto d’inizio con un filo che si snoda e dal quale si stacca ogni tanto un nuovo filo e poi un altro ancora. Ma da questi ultimi partono ad un certo punto altri fili e altri invece vengono a incrociarsi! Insomma, ne emerge una profonda rete in cui ogni filo è una storia che si sviluppa e dal quale nuove esperienze prendono forma! Un intreccio incredibile di idee, valori, persone! Una storia che noi stessi nelle nostre realtà stiamo contribuendo a costruire, oggi, come quest’oggi noi a contatto con la lontana ma quantomai “vicina” comunità di Skjak!

È bel05lo pensare come quattro vite così distanti tra loro, sia per le età che per le esperienze possano trovarsi accomunate da un unico spirito e un unico fuoco che arde: lo scoutismo. Credo che la magia più bella sia proprio quella capacità e quella consapevolezza che ognuno di noi, al rientro nelle proprie case sa che la propria vita si è arricchita di qualcosa di nuovo e bello.
La storia della Freccia Rossa della bontà è ora una bellissima pagina di storia legata ad un’impresa fuori dal comune per il tempo e sfociata poi a quei felici eventi del World Scout Moot. Ciò che testimonia è che come ben sappiamo, l’IM-POSSIBILE non è altro che una sfida a farlo diventare POSSIBILE per ogni buon scout.
Quello che accadrà domani? Impossibile saperlo, fantastico immaginarlo, incredibilmente bello realizzarlo!

Buona strada.
Giacomo Traversari,
capo scout di Treviso