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Una nuova era…

Una nuova era…
Heilà eccomi
Vi starete chiedendo il perché di questo titolo un po’ insolito…
Iniziamo.
Una nuova era è simbolo di novità, speranza, gioia, felicità ma anche paura, timore e tanta ansia.
Una nuova era è un momento dove si decide cosa fare per il futuro.
Una nuova era è anche dare origine al bene facendo dei bei gesti aiutando i più piccoli aiutando la comunità…
Il noviziato è lieto di presentarvi qui ora mentre stai leggendo il nome del noviziato…
Ed è… (rullo di tamburi…)
Noviziato Mohloding
Cioè una nuova era e l’origine del bene
Ah mi sono scordata in che lingua è in sotho del sud.
Niente spero vi piaccia.
Vi saluto.
-Civetta perseverante

Il noviziato: l’anno della scelta

Il Noviziato, come è noto, è un anno di passaggio tra il reparto ed il clan. Quest’anno è stato introdotto proprio per permettere all’adolescente di riflettere e decidere se la scelta scout, che è stata fatta in primo luogo dai suoi genitori quando era bambino, può essere fatta da lui in prima persona quando è ormai un adulto.
Certo, è vero che anche il lupetto/coccinella e l’esploratore/guida fanno la promessa, ma la consapevolezza di un bambino di 8 anni o di un ragazzo di 12 non è certo quella di un diciassettenne che chiede di unirsi al clan. I nostri capi ci hanno spiegato che tutte le attività che svolgeremo quest’anno sono finalizzate a farci capire se il percorso scout è adatto a noi oppure no. Infatti a Novembre una delle nostre prime attività è stata un incontro con Don Claudio e insieme abbiamo parlato della famiglia. Ognuno di noi ha espresso le sue riflessioni facendo riferimento alla esperienza personale ed il Don ci ha aiutato a capire in profondità il senso di questa struttura sociale così importante nella vita di ogni uomo. In un altro pernotto invece abbiamo riflettuto sul rapporto uomo-donna insieme ai nostri capi.
Questi argomenti possono sembrare un po’ noiosi ma io credo che invece sia fondamentale prenderci alla nostra età del tempo per riflettere su cose che alla fine determineranno la nostra felicità futura perché la famiglia e l’amore sono essenziali nella vita di ognuno. Ma che c’entra questo con la scelta scout? Io ritengo che un ragazzo non vada semplicemente agli scout ma sia uno scout e che quindi la vita faccia parte degli scout e gli scout facciano parte della vita.
Se quindi a Maggio decideremo di unirci al clan non staremo semplicemente decidendo come trascorrere i nostri sabati e le nostre domeniche ma staremo anche scegliendo quali uomini e quali donne vogliamo essere. Tutta la vita degli uomini, visto che siamo dotati di libero arbitrio, è infatti una continua successione di scelte ed è intuitivo che tra il male e il bene è meglio il bene. Sinceramente credo che essere uno scout sia un bene perché da quando sono scout sono più felice rispetto a prima e ciò che ci rende felici deve per forza coincidere con il bene.

Giacomo Droghetti
Valerio Filippi

Costruire ponti

Per chi si fosse perso la puntata precedente eccone un breve riassunto: il Noviziato, quest’anno, ha deciso di impostare la sua impresa sulla propria e altrui sensibilizzazione al tema dell’immigrazione che, in questo periodo, è quanto mai vicino alla nostra realtà. Nella prima fase del nostro progetto abbiamo “studiato” il fenomeno, testato la nostra ignoranza in merito e anche quella delle persone che ci circondano, toccato con mano la realtà dei migranti: li abbiamo incontrati, conosciuti e capiti. I limiti della lingua non li hanno fermati, hanno raccontato con coraggio la loro storia: la difficoltà del viaggio, il dolore nell’allontanarsi da casa, ma anche la speranza che fosse in serbo per loro un futuro migliore. Perché, penso di parlare a nome di tutto il noviziato, è questo che più di ogni cosa ci ha colpiti: la voglia di riscatto e la gratitudine verso il Paese che li ha accolti. Accoglienza è stata la parola chiave che ha dato una nuova direzione al nostro progetto: volevamo portare al Gruppo una testimonianza della nostra esperienza per far riflettere sul tema e dare, purtroppo solo idealmente, una casa a queste persone. Insomma, fare qualcosa di concreto.

L’occasione ci fu data quando abbiamo appreso che ora il Gruppo aveva bisogno di una nuova cappelletta, dal momento che quella realizzata in precedenza era stata smantellata. Carichi di buoni propositi e idee niente male ci siamo divisi i compiti e abbiamo cominciato i lavori. Come ogni impresa che si rispetti ci sono stati diversi imprevisti e contrattempi, l’entusiasmo è venuto meno, ma è proprio in quei momenti che è stato necessario stringere i denti e portare a termine i nostri progetti. E così abbiamo fatto. All’alba del 20 settembre i lavori si sono conclusi. Il risultato è, obiettivamente, ottimo.

L’ambiente ha un messaggio chiaro: rappresenta il viaggio per mare che ogni giorno migliaia di uomini, donne e bambini affrontano sfidando la sorte, le orme sulla sabbia portano alla croce; la sofferenza che il viaggio comporta è accomunata alla passione di Cristo. Cercavamo una frase che potesse chiarire a tutti il messaggio della cappelletta e Papa Francesco ci è venuto in aiuto. Si era, infatti, appena tenuta l’udienza degli scout in piazza dal papa. Il messaggio che ha lanciato a milioni di scout era di unione, fratellanza, accoglienza. «Fare ponti, fare ponti, in una società dove c’è l’abitudine di fare muri.» L’augurio che ci facciamo è che chiunque possa entrarci per raccogliersi, rilassarsi, pregare e riflettere.

Ogni giorno siamo bombardati da servizi dei tg, testate giornalistiche che riportano cifre esorbitanti ma non ci soffermiamo sul valore umano di quei numeri, forse perché è più comodo fermarsi a questi, evitare che la nostra tranquillità venga perturbata anche solo dal pensiero della sofferenza che vi sta dietro, delle tragedie che si consumano ogni giorno. Chiudiamo semplicemente gli occhi. Noi con questa impresa abbiamo provato ad aprirli: speriamo che chiunque entri nella cappelletta provi a fare altrettanto.

Elena Banda

Gli aquiloni vogliono volare

Coraggio.17
Una vita senza sfide, senza ostacoli, non è degna di essere così chiamata.
Quando l’uomo si misura con le difficoltà che incontra, conosce un po’ di più sé stesso.
Cos’è una sfida?
È “Nostro Meglio”, “Eccomi”, “Estote Parati”.
È sogno, determinazione, obbiettivo.
È testa alta e maniche arrotolate.
Chi siamo noi, Scout, se non proprio coloro che perseguono i loro sogni senza mai lasciarsi fermare dagli ostacoli che incontriamo lungo la strada? Dobbiamo essere fieri di noi stessi! Costruiamo un piccolo Mondo, all’interno di uno più grande, in cui non ci sono soltanto parole; dove i sogni più belli non finiscono quando ci svegliamo la mattina, ma sono Aquiloni liberi di volare più in alto e superare l’Impossibile. Noi che abbiamo davvero il coraggio di far volare i nostri Aquiloni. In nove anni di scautismo mai come ora sono orgogliosa di far parte di questo “Noi”. Noi che non siamo tonni, ma salmoni che nuotano controcorrente; come mi direbbe il vecchio Akela.
Mi chiedo: che rumore fa la Felicità?
Felicità è realizzare un sogno; sogno è puntare il dito sulla vetta della montagna; la montagna è la nostra sfida preferita. Quindi, signori, cosa stiamo aspettando? Scaliamole queste montagne, puntiamo la bussola verso i nostri aquiloni.
Dopotutto basta un pizzico di coraggio per mettere un piede fuori dalla porta.

Cigno Determinato