Ciao a tutti cari amici ed amiche, e benvenuti ancora una volta sulla nostra rubrica di Generazione X.
Seguendo con attenzione le notizie che provengono dal mondo capita spesso di imbattersi in tantissimi nomi di politici, imprenditori e dirigenti estremamente potenti che sembrano passare l’interezza delle loro giornate a non far altro che correre da una matassa di problemi all’altra, cercando di sbrogliarle.
La situazione, già solo così descritta, pare decisamente poco appetibile da gestire. Eppure queste persone passano anni della loro vita a prepararsi: a studiare, a far carriera, col solo scopo di poter un giorno districarsi tra decine di situazioni precarie, per cercare di bilanciarle a favore della loro fazione o di loro stessi.
Per riuscire a fare questo serve indubbiamente una persona dotata di determinate capacità e, almeno per quanto riguarda il dirigente o uomo d’affari d’alto livello, un’idea di base dei tratti distintivi che dovrebbe avere ce la può dare la fiction, soprattutto cinematografica.
Tralasciando gli eccessi tipici della categoria, anche quelli spesso immortalati su pellicola, di solito l’uomo d’affari di successo dei film ha tra le sue caratteristiche l’essere scaltro, il sapere valutare con arguzia la situazione che gli si presenta davanti, saper riconoscere determinati segnali quando gli si presentano e riuscire a lavorare in squadra con altri dirigenti per raggiungere un obbiettivo comune.
Nei film spesso queste caratteristiche sono già presenti naturalmente nel personaggio, e questi passerà il corso del film ad affinarle o le utilizzerà per sbaragliare qualche dirigente avversario. Facile facile.
Nella realtà però queste caratteristiche, pur essendo davvero indispensabili per un futuro leader, spesso non sono innate in chi lo vuole diventare, e quasi mai sono del tutto sviluppate anche in chi lo è diventato.
Proprio per questo, quando un “mega-capo galattico” d’azienda decide di promuovere alcuni dei suoi a dirigenti, spesso li iscrive prima a corsi specializzati per coltivare questo tipo di capacità.
In cosa consistono questi corsi?
Campeggio! E anche alcune situazioni più appropriate ad un “corso di sopravvivenza” (ma chiunque abbia affrontato un Hike, od un’intera Route sotto la pioggia, se la ride delle condizioni da “corso di sopravvivenza”). Tutte queste attività, finalizzate a far sorgere nell’individuo arguzia, prontezza di riflessi, capacità di adattamento e disponibilità a lavorare in squadra, occupano inoltre un arco di tempo ampio circa un mese.
Cosa dovremmo dire noi, allora, che dedichiamo a queste attività anni interi della nostra vita?
Secondo me, dovremmo dire di essere particolarmente fortunati per essere rimasti così a lungo immersi in questo meraviglioso stile educativo, dal quale abbiamo appreso capacità che, se ben sfruttate, ci permetteranno di risolvere potenzialmente ogni tipo di situazione complessa.
In questo articolo ho voluto usare come esempio di luogo dove attuare questo tipo di capacità un mondo che ben presto farà parte del regno della fantascienza: quello del lavoro. Ma questo non vuol dire che questo tipo di capacità non siano utilizzabili nei campi più svariati, anzi!
L’educazione scout ci ha fatto dono di queste capacità proprio affinché noi le utilizzassimo negli ambiti più disparati anche e soprattutto al di fuori dell’ambito scout, fin nelle sfaccettature più piccole della nostra esistenza.
L’importante è essere pronti a capire quando, e come, una situazione necessita il nostro intervento. A quel punto, nulla ci impedirà di sfruttare le nostre capacità per renderci utili.
Meglio ancora se non solo nei confronti di noi stessi o di una determinata fazione, ma nei riguardi del mondo intero.
Tricheco Birbante